La Kidman erotica in Babygirl sconvolge il pubblico a Venezia
Dimmi qual è la tua storia e quali i tuoi più reconditi segreti. O meglio. Non farlo. Tienili dentro di te. Aspetta la scintilla per farli esplodere, per mettere tutto a rischio. Certezze. Che noia. La famiglia, il lavoro, tutto sul filo del rasoio. Babygirl è un film di iniziazione sessuale o forse un percorso per sconfiggere i demoni in un delirio di erotica formazione matura. Nicole Kidman, nel film, è la classica madre perfetta, imprenditrice brillante, moglie cristallina. Quasi. Non proprio del tutto. Non raggiunge l’orgasmo negli amplessi col marito. Finge. Poi si masturba solitaria per venire. Si. Nuda e cruda rappresentazione di ciò che avviene all’inizio del film. Banderas, il marito, pensa sia tutto ok, i figli pure, brevi tratteggi di una esistenza poco definita nella trama. La storia è lei. Sino a che non inciampa in un ragazzo tirocinante che ammansisce i cani feroci e ha la sfrontatezza tipica dei giovani. E così perde la testa. Lei, lui, in un vortice di rapporti sempre più perversi. Ciò che ha dentro da sempre, Nicole, lo libera in questa relazione asfissiante, robotica, chiusa dentro una perversione sempre più caotica. Come finirà ve lo lasciamo scoprire. Ma il film decolla a stento. Lei bravissima. Lui pure. Antonio anche. Ma la trama resta abbozzata, con qualche spunto di ottima regia. Debole la storia, riuscita la colonna sonora che dipinge stati d’animo e degrado morale sempre più spinto. Fino a quanto si può andare a fondo nella vita? Toccato il fondo delle proprie inconfessabili perversioni, si può risalire? Insomma, c’è speranza? Alla fine lo scoprirete. Ma, chissà.