9 Ottobre 2024 - 8.18

La mancia? Purché non sia obbligatoria

Mi è capitato di leggere un pezzo pubblicato da The Guardian, uno dei maggiori quotidiani inglesi, in cui l’autore Alessandro Hurst parte delle “mance”, raccontando che in un aeroporto degli Stati Uniti gli è stato chiesto di lasciare la mancia dopo aver comprato una singola banana (oltretutto non a voce, bensì dallo schermo di un Ipad). 

Credo non sia un caso che l’autore parli degli Usa, perché da quelle parti quella della mancia è una vera e propria cultura.

Nel senso che, seppure formalmente non obbligatoria, la mancia viene data per scontata, e se non la dai rischi di incorrere in una serie di sanzioni informali che oscillano dallo sguardo truce, ad un inseguimento in piena regola.

L’esempio classico è il servizio offerto dal cameriere in un ristorante. 

Provate a non dargli/darle un centesimo di mancia. 

Vedrete immediatamente la sua reazione, che può arrivare, come testimoniato da molti turisti europei, ad un vero e proprio inseguimento all’esterno del ristorante con tanto di domanda in attesa di urgente risposta: “Why didn’t you tip me? Did I do something wrong?” (Perché non mi hai dato la mancia? Ho fatto qualcosa di sbagliato).

La cultura della mancia è talmente pervasiva che chi rifiuta di conformarvisi sarà indotto a provare un fortissimo senso di colpa, con relativa sensazione di umiliazione.

Negli States la mancia è di almeno il 20% su un pasto, e di almeno un dollaro per un drink al bar. Ma vale anche per tassisti, parrucchieri, estetisti. 

Negli ultimi anni, tuttavia, la richiesta dell’aggiunta sul conto è diventata così onnipresente, e si è diffusa in così tante nuove aree del commercio, che gli americani sono confusi su quando e dove sia appropriata.

La verità è che non esiste più alcuna transazione di pagamento che non implichi la richiesta della mancia (si parla ormai da tempo di tipping system).  

Se per esempio andate a prendere un caffè o a ritirare un ordine da asporto, quasi sicuramente uno schermo elettronico verrà ruotato nella vostra direzione, chiedendovi se volete aggiungere una mancia del 20%, 25% o 30%.

I sistemi di pagamento digitali, comprese le richieste di un extra, sono diventati sistematici durante la pandemia, e molti americani erano felici di aggiungere qualche dollaro in più per contribuire alla sopravvivenza delle aziende, mentre ora la continua richiesta di “mancia” ad ogni interazione è sempre più invadente e stressante. 

A quanto pare, e lo riferisce anche Hurst, molti consumatori statunitensi cominciano ad essere insofferenti per il sovraccarico di mance dovuto all’alto numero di imprese che le richiedono esplicitamente; tanto che se ne discute, ed addirittura questo dibattito è stato di recente al centro della scena politica di Chicago, dove il consiglio comunale è stato impegnato in una discussione sull’aumento del salario minimo per i “lavoratori con mancia”, in modo da non costringere i clienti ad aggiungere il 20% sul conto.

L’invasione delle mance negli Usa qualcuno la indica addirittura con un termine ben preciso: Tipflaction (tipflazione). 

Il richiamo all’inflazione è conseguenza del fatto che, laddove una mancia dal 10 al 15% in un ristorante era precedentemente considerata la norma, ai nordamericani (e ai viaggiatori) ora vengono richieste sempre più percentuali dal 20 al 30%.

E secondo Dipayan Biswas, docente di marketing ed economia all’università della Florida del sud, «la mancia è sempre più diffusa, tanto che presto lasceremo un extra anche a medici e dentisti».

Ma è veramente un fatto di cultura, o c’è di più?

La motivazione più “gettonata” è che negli Stati Uniti lavoratori come camerieri e baristi ricevono solo il salario minimo (minimum wage) e quindi hanno necessità di integrarlo con le mance dei clienti per sopravvivere. 

Senza mance, il loro lavoro non avrebbe senso né sostanza. Sarebbero ridotti alla fame, e non è insolito, anzi è praticamente la norma, che la somma delle mance ricevute superi il salario che si percepisce. 

Si scopre addirittura che le mance sono una “componente” del salario minimo. 

Ciò significa che può accadere che  il datore di lavoro paghi un salario inferiore al minimum wage, sapendo che esso sarà integrato dalle mance (si parla di 2,13 dollari l’ora, anche se i datori di lavoro dovrebbero compensare qualsiasi deficit di mance con il salario minimo federale fissato a $ 7,25 all’ora).

L’argomento che gli economisti più frequentemente propongono a favore delle mance è che esse comportano un servizio migliore per i clienti, in particolare quelli abituali. 

Questa motivazione onestamente mi sembra piuttosto speciosa, e sarà perché ragiono con la mentalità di un europeo, a me pare un ottimo modo per sfruttare i dipendenti, soprattutto quelli a bassa specializzazione.

Sia chiaro che, a mio avviso, non c’è niente di sbagliato nell’offrire una mancia come modo per esprimere apprezzamento per un buon servizio o per un’esperienza che è andata oltre le aspettative. 

Ma una mancia che sia moralmente ed economicamente obbligatoria non è più una mancia; è un sovrapprezzo.

E nel resto del mondo cosa succede?

Paese che vai, usanze che trovi: un detto che qualsiasi viaggiatore conosce molto bene.

E così mentre, come abbiamo visto, negli Stati Uniti lasciare la mancia è una regola non scritta, in Giappone, in Cina, in Korea, può risultare addirittura offensivo.

In Europa la logica retributiva dei dipendenti è diversa da quella americana, nel senso che il personale di servizio è a stipendio pieno, e si presume (a volte è anche specificato)  che  il conto del ristorante includa anche il servizio/coperto. 

Quindi i lavoratori europei, in generale, non hanno bisogno delle mance per riuscire  a sbarcare il lunario. 

Per questo motivo non è “necessario” aggiungere una mancia al conto, a meno che il servizio non sia stato veramente sorprendente;  nel qual caso spetta alla discrezione del cliente lasciare  una mancia equivalente a qualche euro in moneta o al 5-10% del totale;  per l’albergo di solito si lasciano 5 € sul comodino quando si fa il check-out.

Concludendo, in Rete troverete numerosi siti, in special modo quelli che organizzano viaggi, che si dilungano a spiegarvi, in una sorta di guida Paese per Paese, quali sono le abitudini relative alle mance cui in teoria dovreste conformarvi per non fare brutte figure.

In realtà io credo basti un po’ di buon senso, osservare quali sono le abitudini del luogo, e se si vuole adeguarsi.

Sapendo che, almeno per quanto riguarda l’Europa, è quasi impossibile che un cameriere ti insegua fuori dal locale sbraitando perché non gli hai lasciato la mancia.

Ma è anche vero che quelle quattro monete, o quella banconota da 5 o 10 euro che decidi di lasciare al cameriere o al portiere, per te magari non sono nulla, ma per lui possono fare la differenza.

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