La Moretti in TV, a volte ritornano…
Dopo la batosta elettorale veneta Alessandra Moretti, che ci aveva abituato ad una costante presenza in quasi tutti i salotti televisivi, chiamata a parlare di Finanziaria, fame nel mondo, conflitti nel Corno d’Africa e cerette, era sparita. Torna dopo sette mesi di assenza proprio dalla Gruber (In Onda) che nel giugno del 2011 l’aveva chiamata per la prima volta. Un’intervista a tutto campo con ospiti Vittorio Sgarbi in collegamento e il giornalista e vicedirettore dell’Espresso Marco Damilano in studio.
Si parla di tutto, da ladylike al futuro della capogruppo PD in Veneto e la Gruber chiede subito le ragioni della sconfitta e dalla tenuta da ferrotranviere che l’avrebbe penalizzata.
“Bisogna rimanere se stessi”, dice la Moretti, riferendosi all’abbigliamento imposto in campagna elettorale. Parla della divisa troppo castigata e dice che le donne non devono cambiare la propria personalità e rimanere tali con i propri limiti e difetti.
Il discorso passa subito a Matteo Renzi, come probabile causa della sconfitta. “Fra le cause della mia sconfitta -dice- non solo Zaia, ma anche l’essere identificata con la parte governativa contro la quale i Veneti avevano qualcosa da dire”. Con Renzi comunque, tutto a posto, nessun allontamento, rassicura.
“C’è uno spazio per la Moretti?” incalza la Gruber interpellando Sgarbi. “L’azione di Renzi -dice Sgarbi- è egemonica e arbitrale. Una vera e propria dittatura. C’è un governo per una persona sola. Quindi… no!”
Marco Damilano dell’Espresso: “La parabola di Alessandra Moretti è interessante. Parlava di asili di Vicenza. Poi è diventata un personaggio televisivo. Portavoce di Bersani, eurodeputata, personaggio televisivo, il gossip, i paparazzi. Ha acquisito notorietà fuori dalla politica. Molti guardandola si chiedono quale sia il suo ruolo. E’ Alessandra Moretti. Che vuol dire essere se stessi? Ora è a un bivio. Farà politica o stasera ripartirà dalla TV?”.
Risponde Alessandra Moretti: “Essere me stessa significa dimostrare di credere in quello che si fa con coraggio. Mi sono candidata in Veneto accettando una sfida difficile dopo la schiacciante affermazione alle europee. In Veneto mi sono accorta che emergeva molto poco di me. Essere di sinistra significa partecipare con Renzi alla riforma del Paese. Fare azioni per la lotta alla povertà, i diritti civili. Ho scritto la norma per il divorzio breve. Ma nessuno ne ha parlato. Ho capito che non si è andato a conoscere veramente il mio personaggio”
Damilano: “Forse è colpa sua”
Gruber: “Quale l’errore più grave?”
Moretti: “Non comunicare il mio programma. E anche non fare TV. Ho pensato che la TV potesse danneggiarmi e Renzi aveva capito invece che avrei dovuto ancora andare in TV. Con le donne, inoltre, ci si conferma sull’aspetto esteriore”.
Damilano: “Lei ha vinto alle europee come Alessandra Moretti o come Renzi? e in Veneto ha perso perché la Regione è contro Renzi?”
Moretti: “Ho perso io. Avevo cavalcato le ragioni del governo in una terra indipendentista. Il partito segue troppo il presidente del Consiglio e dovrebbe parlare di problemi reali. Dobbiamo riportare i contenuti. Esempio: la scuola. In Veneto avevamo la rivoluzione degli insegnanti. Perché non abbiamo spiegato gli effetti della riforma?”.
Il discorso poi si sposta sulle recenti volgarità in Parlamento. Sgarbi sulle donne e la politica, il sessismo dopo la sospensione dei parlamentari verdiniani dice: “E’ sbagliata la loro sospensione. Non dimentichiamo che il modello politico di Grillo è ‘vaffanculo’ con un linguaggio che è la loro cifra. Non capisco perché si lamentino di un linguaggio che loro stessi hanno introdotto”.
Il dibattito continua sui verdiniani e il trasformismo del PD, che recluta via via parlamentari originariamente di posizioni opposte per far reggere il governo. Sgarbi si scaglia contro Verdini. Per finire ancora sulla Moretti che dice: “Ricomincio da qui, da dove sono, in Regione Veneto, magari nel 2020 i tempi saranno maturi per un esponente democratico. Come mi vedo in futuro? In Regione, perché bisogna radicarsi nel territorio”.
Ultima domanda della Gruber: “Vedrebbe la Boschi come premier?”. Risposta della Moretti: “Perché no?”. E infine: “Zaia potrebbe essere candidato della destra?”. Risposta: “Se Berlusconi riterrà che Zaia possa essere candidato della destra, può essere…”