La preoccupante scomparsa dei passeri in un mondo sempre più minacciato dall’uomo
di Anna Roscini
Passerotto non andare via, canta Baglioni. Eppure, qualcosa in Europa sembra cambiato. Da un po’ non sentiamo più il cinguettio dei passeri che popolavano allegramente le nostre città. Dove sono finiti tutti i passeri? La scomparsa di uccelli selvatici è un fenomeno grave che riguarda in realtà tutti i paesi del Vecchio continente. I dati mostrano un quadro a dir poco preoccupante: si è verificata una perdita netta di 600 milioni di uccelli, pari a un volatile su sei rispetto a quelli che nidificavano in Europa quattro decenni fa. Lo studio “Abundance decline in the avifauna of the European Union reveals global similarities in biodiversity change: Input datasets & species results” non lascia spazio a dubbi: tra tutte le specie analizzate, i passeri sono quella più in declino. Secondo i ricercatori delle organizzazioni inglesi Centre for Conservation Science, Birdlife International e della Società ceca di Ornitologia, sarebbero circa 247 milioni gli esemplari scomparsi dal 1980 a oggi. A seguire troviamo la ballerina gialla (97 milioni in meno), gli storni (75 milioni in meno) e le allodole (68 milioni in meno).
Chi
sono i passeri: straordinari generalisti e incredibilmente
adattabili
I
passeri sono degli uccelli gregari che trovano rifugio nei canneti e
nelle zone umide, ma non disdegnano le siepi, i cespugli e le fitte
chiome degli alberi. Questi uccelli viaggiano in gruppo e sono tra le
specie più adattabili. Sono molto astuti e sanno trovare soluzioni
ingegnose ai problemi, imparare nuove strategie per la ricerca di
cibo e salvare nella mente delle mappe per ritrovare fonti di cibo
scoperte in passato. Trattandosi di un generalista, il passero ha una
dieta molto varia che va dai semi agli insetti, dal mangime alle
gemme, senza dimenticare gli avanzi di cibo dell’uomo che spesso
trova rovistando tra i rifiuti. I passeri, insomma, si nutrono di
tante cose e si adattano molto facilmente: caratteristiche che
avrebbero dovuto tenerli al sicuro ancora per molti anni a venire.
Che cosa sta accadendo?
Le
cause della scomparsa degli uccelli selvatici e come aiutarli
Quali
sono le cause di questo rapido declino? Sebbene le ragioni non siano
ancora state stabilite con certezza, gli esperti sottolineano come
l’intensificazione agricola abbia causato la perdita dell’habitat
di molti uccelli, così come l’uso eccessivo di prodotti chimici
sia la ragione del calo degli insetti di cui molte specie si
nutrivano. Tra le cause potrebbero figurare anche l’inquinamento
atmosferico, la diminuzione dei siti idonei alla riproduzione, la
scarsità di cibo, le predazioni da parte degli animali domestici e
le malattie. Si sospetta inoltre che l’antidetonante presente nella
benzina possa provocare una diminuzione degli anticorpi negli uccelli
e portare a un conseguente indebolimento. La conservazione dei
passeri oggi è in forte pericolo, diventa quindi fondamentale
ripristinare gli elementi naturali del paesaggio agricolo, diminuire
il carico di fertilizzanti e di pesticidi di sintesi, sostenere
l’agricoltura
biologica per cercare di preservare la specie. Nel nostro
piccolo, possiamo partire dalle piccole azioni quotidiane, cercando
di creare un habitat che li attragga, fornisca loro riparo e cibo. In
città i passeri nidificavano spesso sotto le tegole dei tetti, nei
coppi, nelle cavità dei muri. Possiamo quindi cominciare con
l’evitare di ristrutturare le nostre case durante i periodi
riproduttivi, così da mettere loro a disposizione siti adatti alla
nidificazione o, in alternativa, offrire loro delle cassette nido
artificiali in estate e delle mangiatoie per nutrirli in inverno. Se
negli edifici con larghe vetrate è importante affiggere delle sagome
anticollisione, nei giardini è bene piantare cespugli o alberi
particolarmente amati da questi uccelli, come le betulle, i gelsi, i
peri, i meli, i pioppi e i platani.