“La proporzione aurea”: in Basilica Palladiana la posa delle installazioni degli artisti
La mostra interattiva verrà inaugurata il 1° ottobre e resterà aperta fino al 10 dicembre.
È ormai quasi tutto pronto in Basilica Palladiana per l’inaugurazione della mostra “La proporzione aurea”, ideata e organizzata da Ombretta Zulian fondatrice, con Ketty Panni, di Relazionésimo, che rimarrà aperta dal 1° ottobre al 10 dicembre (info: www.relazionesimo.com).
Sarà difficile non rimanere colpiti dalle diverse installazioni che in questi giorni stanno animando, nel vero senso della parola, le mura Cinquecentesche del grande Salone concepito da Palladio che, come evidenzierà un gioco di laser posto all’inizio dell’esposizione, non ha voluto nemmeno lui sottrarsi alla sfida con la “De divina proportione”.
Così come hanno fatto gli otto artisti in mostra: Michelangelo Pistoletto, Duccio Forzano, Erica Tamborini, Fabio Volpi (inarte Dies_), Angelo Bonello, Matteo Riva, Jacopo Gonzato e Paolo Marangon, ognuno dei quali si è misurato ed è stato guidato dalla bellezza e dall’armonia che nei secoli hanno ispirato gli uomini e le donne che hanno scritto la storia dell’arte.
Un viaggio tra emozioni e conoscenza, che troverà sponda in palazzo Cordellina, sede della Biblioteca Bertoliana, dove si verrà guidati dalla figura e dalle opere del francescano Luca Pacioli, amico di Leonardo Da Vinci e Piero della Francesca e ispiratore della rassegna in Basilica curata da Rolando Bellini, su progetto allestitivo di Marcella Gabbiani.
In Bertoliana, per il solo mese di ottobre, sarà possibile portare il proprio contributo con una personale riflessione sul “Muro del cambiamento” di Giovanni Caccamo, installazione artistica itinerante,che dialogherà anch’essa conquesta, è proprio il caso di dire, “poliedrica” esposizione, che gli stessi organizzatori di Relazionésimo non esitano a definire “una mostra che non è una mostra”.
Basilica Palladiana – Gli artisti
Michelangelo Pistoletto, l’artista italiano più famoso al mondo che interviene in mostra, condurrà il visitatore in un inedito Terzo Paradiso, improntato ai concetti di proporzione e relazione. Un’opera con cui tutti i visitatori sono chiamati a interagire. «Il Terzo Paradiso – sottolinea Pistoletto – ci introduce nell’era della responsabilità». In mostra anche una serie di opere legate al suo Segno Arte e alla rilettura dell’Uomo Vitruviano.
Duccio Forzano, noto regista di trasmissioni tv di successo (Stasera pago io con Fiorello, Uno di Noi, Che tempo che fa, DiMartedì, nonché di sei edizioni del Festival di Sanremo), autore e direttore artistico, ha lavorato sul Manifesto della Mostra, l’iconico Ritratto di Luca Pacioli e giovane ignoto (1495 c.). Grazie a Forzano gli spazi si aprono dentro le forme proprio là dove ritrae il matematico francescano che, con lo sguardo verso l’infinito, è intento a risolvere un complicato enigma che rimanda simbolicamente al rapporto aureo tra numero e forma, tra armonia e proporzione «sancta et divina».
Fabio Volpi, graphic designer di formazione conosciuto con il nome d’arte di Dies_, dal 2012 ha avviato il progetto solista “Dies_” (https://dies-project.com/) lavorando principalmente su progetti di video mapping, installazioni e live performance audiovisive partecipando alla creazione di eventi multimediali eseguiti dal vivo in Italia e all’estero. La sua opera in mostra chiama in causa il Partenone come laboratorio di riflessioni sui concetti di armonia e dissonanza. Siamo portati al centro di visioni che provengono dal mondo dell’architettura: è il momento in cui le relazioni tra pieni e vuoti si riscoprono legate a un sistema di proporzioni auree.
Erica Tamborini, artista della nuova generazione, presenta una serie di opere che lavorano su luce e ombra, parola e transito, frattura e armonia, tra Leonardo e d’Annunzio. «Se nell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è in gioco la restituzione ideale di un canone, di un’anatomia rigorosa – spiega Tamborini – la mia Donna Vitruvio è azione tra cielo e terra, tra cerchio e quadrato, tra essere e divenire, è il mio stesso corpo che si dà come conferma dell’epistemologia vinciana: l’arte è discorso mentale, il fare arte è conoscenza».
Angelo Bonello, direttore artistico del Festival delle Luci di A2A di Brescia e Bergamo e dal 2014 direttore artistico di “Italia’s Got Talent”, “Telethon” e “The Voice”, nella sua opera presente in mostra, Relazioni Auree, è la lettera “R”, ispirata all’alfabetodi Luca Pacioli e intessuta di rimandi a Fibonacci, a simboleggiare il concetto di “relazione”. Attraverso le varie sfumature di colore, ritmo e luminosità, quest’opera invita alla riflessione sull’armonia intrinseca della sequenza aurea e sul continuo ciclo di rinascita che permea l’ordito e la trama dell’universo, nel segno di una crescita qualitativa.
Matteo Riva, designer dell’informazione specializzato nella rappresentazione cartografica, nel suo lavoro infografico rende omaggio al modo in cui Pacioli investe la natura di modelli matematici per indagare le sottili relazioni tra la parte e il tutto. Pacioli, al pari del suo amico Leonardo, ha infatti l’ambizione di educare l’occhio a guardare: vedere oltre ciò che è visibile, andando al cuore della vita. La comprensione delle regole matematiche svela così la bellezza nascosta tra le cose. È un mezzo per guardare da vicino la complessità dell’esistenza, un modo per scoprire le segrete affinità e le infinite possibilità che si celano dietro le cose e le loro recondite armonie.
Jacopo Gonzato, architetto, progettista, designer del suono vicentino, ha scelto per la sua ricerca sulla proporzione aurea i cinque solidi descritti da Platone nel Timeo. La geometria del suono prende forma nei poliedri in legno massello in grado di farci cogliere le relazioni tra la forma visibile e le sue risonanze. Il suono entra nelle forme, dialogando con le loro geometrie e la risonanza avviene per vibrazione, proprio grazie alle strutture in legno. Il suono esprime così, attraverso la perfezione dei solidi platonici, le sue proprietà geometriche.
Paolo Marangon, architetto, esalta nella sua opera la dissolvenza del legame tra passato e futuro, tra l’alfabeto codificato da Luca Pacioli e Helvetica, carattere in piombo da linotype disegnato alla fine degli anni ’50 e diventato il font più noto del pianeta, grazie ad Apple.
Rolando Bellini, curatore
È docente di Storia dell’arte, Arte grafica, Museologia ed Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e di Storia dell’arte all’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, dov’è componente del comitato scientifico. È Curatore del MAP (Museo di Arte Plastica) di Castiglione Olona e project manager per il ‘Polo Museale’ in questo territorio. È membro di numerosi comitati editoriali di riviste specializzate, tra cui Critica d’Arte, Il Ponte, Architettura e Arte, Il Protagora, Il Corriere dell’Arte e La Nuova Città. È stato Curatore di numerose importanti mostre e collezioni sia in Italia sia all’estero. È stato presidente del Comitato scientifico della Fondazione Novalia e organizzatore delle conferenze internazionali della Fondazione nel 2004, 2006 e 2007.
Palazzo Cordellina – Sede della Biblioteca Civica Bertoliana
Qui si verrà guidati dalla figura e dalle opere del francescano Luca Pacioli, amico di Leonardo Da Vinci e Piero della Francesca, ispiratore della rassegna in Basilica che ebbe influenza in ambiti come l’economia, la storia della tipografia in terra veneta, in particolare a Venezia, e lo sviluppo della scienza delle proporzioni, ma noto anche per aver ispirato il “Dare” e “Avere” nella forma dei conti detta “alla veneziana”, chiamata in seguito e attualmente “Partita Doppia”. La mostra intende farne conoscere l’opera, anche tramite i suoi libri: in particolare, le edizioni originali della Summa De Arithmetica (1494) e del De divina proportione (1509) che saranno esposte.
“Il Muro del cambiamento” di Giovanni Caccamo, installazione artistica itinerante,resterà invece a disposizione (per il solo mese di ottobre) di chiunque vorrà “animarlo” con una propria riflessione, in Palazzo Cordellina, sede della Biblioteca Civica Bertoliana, altra sede di questa, è proprio il caso di dire, “poliedrica” esposizione. Questa parte staccata della mostra, ma in dialogo con quella della Basilica, è dedicata alla figura e alle opere di Luca Pacioli, ispiratore della mostra sulla proporzione aurea curata da Rolando Bellini su progetto allestitivo firmato da Marcella Gabbiani.