La simmetria dei desideri di Otello
“Ci poniamo delle mete, ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate”.
La citazione più nota del capolavoro di Eshkol Nevo ben si adatta ad una riflessione, peraltro doverosa, dopo aver letto l’intervista di Otello Dalla Rosa pubblicata proprio oggi sul Giornale di Vicenza. L’obiettivo di Dalla Rosa, anche se forse non dichiarato, è da più di quattro anni quello di assumere la leadership politica del Centrosinistra, andare oltre la presenza ingombrante di Achille Variati e ridurre quella di Giacomo Possamai, capogruppo regionale di lotta a Vicenza e di governo a Venezia, ma onnipresente sia sulla cronaca politica che sul territorio.
Alle primarie c’era riuscito, ora ci sta riprovando con la Grande Vicenza e mena fendenti tanto al PD che al Centrodestra, in una valutazione fatta di simmetrie di contestazioni che confermano una posizione terza che potrebbe risultargli fatale. Tanto il centrodestra è accusato di immobilismo e cialtronerie quanto il PD di ingessature, come se l’unica differenza tra destra e sinistra a Vicenza fosse la cialtronaggine dei primi, sul resto sono, come dicevamo, simmetrici.
Un giudizio un po’ troppo sommario, che almeno andrebbe declinato e spiegato, ma va riconosciuto che l’unico contenuto davvero politico che si stacca dalla propaganda e dai luoghi comuni a cui abbiamo assistito in queste settimane ha la firma di Otello Dalla Rosa. Il quale ha il merito di aver lanciato una suggestione e un argomento su cui dibattere nel silenzio insopportabile di un Centrodestra impegnato a guardarsi l’ombelico e di un Centrosinistra orfano di Variati e alla corte di Possamai con il senso di colpa.
Accanto al merito vi è tuttavia anche un limite nelle parole di Otello, quello di pensare di essere l’elemento di attrazione intorno a cui ridefinire una possibile proposta politica per l’anno prossimo rinunciando a qualsiasi interlocuzione con il civismo di Francesco Rucco. Se Dalla Rosa abbandona il campo dei partiti gli va riconosciuto il coraggio di rompere lo schema tradizionale, ma allora vada fino in fondo e rompa anche il cordone ombelicale con il PD, la cui leadership non scalda più il suo cuore.
Potrebbe avere delle sorprese.