La tutela dell’ambiente entra nella Costituzione della Repubblica italiana
Sulla
carta, l’ambiente vince. Lo scorso 8 febbraio la tutela
dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è stata
inserita fra i principi fondamentali della Costituzione della
Repubblica italiana. La Camera ha infatti definitivamente approvato
la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della
Carta, il 9 e il 41. Il testo, approvato già lo scorso 3 novembre al
Senato con la maggioranza dei due terzi, è passato in seconda
lettura alla Camera con 468 voti a favore, uno contrario e sei
astenuti. Numeri che hanno portato il testo ad entrare subito in
vigore, non essendo sottoponibile a referendum. Le modifiche
introdotte dal progetto di legge costituzionale approvato, infine,
includono una clausola di salvaguardia per l’applicazione del
principio di tutela degli animali nelle Regioni a Statuto speciale
(Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta) e nelle Provincie del
Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.
L’articolo
9 recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica.
Tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Al
testo ora si aggiunge anche la tutela dell’ambiente, della
biodiversità e degli ecosistemi “anche nell’interesse delle
future generazioni”. Non solo, è stato esplicitato che “La
legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli
animali”.
L’articolo 41 sancisce invece che l’attività economica “non
può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla
salute e all’ambiente. La legge determina infatti i programmi e i
controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e
privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e
ambientali”.
Su
Twitter l’account di Palazzo Chigi l’ha definita «una giornata
storica per il Paese che sceglie la via della sostenibilità e della
resilienza nell’interesse delle future generazioni», mentre il
ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha espresso il
suo entusiasmo al momento del voto: «Penso che sia una giornata
epocale».
Sicuramente una conquista, che necessita però di
essere seguita da azioni tangibili e concrete.
«Finalmente la
tutela dell’ambiente diventa un principio fondamentale della
Repubblica a cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la
legislazione passata si dovrà adeguare – ha dichiarato la presidente
di WWF Donatella Bianchi -. Per dare concretezza a questi passaggi è
ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a
tutela della natura d’Italia. Il nuovo assetto costituzionale
rafforza significativamente il principio della sostenibilità, sin
qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il
presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale
naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre
attività anche economiche».
«Oggi la costituzione si
arricchisce di valori fondamentali – commenta Greenpeace –
un’evoluzione in linea con le attese dei cittadini che ora vogliono
fatti concreti: una vera transizione ecologica, la tutela della
biodiversità (la protezione di almeno il 30% del territorio, mare
compreso) e una migliore qualità dell’ambiente in cui viviamo».
«Adesso vanno garantiti questi diritti, visto che una maggioranza
così ampia del Parlamento ha votato la modifica della Carta
costituzionale – si legge nella nota -. Molto importante poi a
nostro avviso il riferimento alle generazioni future, quelle che
vediamo scendere in piazza invocando a gran voce la tutela
dell’ambiente. Si tratta di una formulazione assolutamente
innovativa in Costituzione che riflette le nostre battaglie e le
aspettative di milioni di cittadini, e in particolare delle
generazioni più giovani, che hanno compreso l’incredibile sfida
che abbiamo davanti dovuta a decenni di sfruttamento delle risorse
del Pianeta».