16 Gennaio 2025 - 9.56

La zampata di Luca Zaia: “ho già corso in solitaria”.  Si va verso il Rubicone?

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

CLICCA QUI

Umberto Baldo

Questa è l’ennesima volta che torno sul tema delle elezioni regionali del Veneto (da ultimo https://www.tviweb.it/la-liga-del-leon-e-la-partita-del-veneto-vittorio-veneto-o-caporetto/), e vi ho sempre detto che avrei continuato a seguire passo passo questa vicenda che assume sempre più i toni di una “saga”, o se lo preferite in veneto della “fiaba del Sior Intento”

Credo non sfugga più a nessuno che la “partita Veneto” fa parte di un “match nazionale”, che vede come primattori  Luca Zaia e Vincenzo De Luca, e come Capi Compagnia Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Come ampiamente previsto, Vincenzo De Luca non ha preso bene l’impugnazione da parte del Governo della Legge della Regione Campania che gli avrebbe consentito il terzo mandato.

Per lo stesso motivo anche in Veneto la Liga Veneta (quella del Leòn) non accetta il divieto di ricandidatura per Luca Zaia, ed  ora anche ai massimi livelli minaccia addirittura di correre da sola, il che vorrebbe dire in aperta competizione con gli altri Partiti di centrodestra che governano a Roma.

Siamo di fronte ad una situazione analoga pur su sponde politiche diverse.

In altri tempi il problema avrebbe potuto essere superato con un po’ di buonsenso, “co do schei de mòna in scarsèla” come si dice in terra di San Marco.

Ma per una congiunzione, non astrale ma politica, gli interessi di Giorgia Meloni di piazzare un “fratello d’Italia” a Venezia, coincidono perfettamente con quelli di Elly Schlein di liberare per un suo “fedelissimo” la poltrona di Governatore campano. 

Non impugnando la legge della Campania la Meloni avrebbe sicuramente messo nei guai la Schlein, costringendola ad andare allo scontro diretto, a muso duro, con De Luca, ma facendo ciò si sarebbe preclusa la possibilità di piazzare uno dei suoi in una regione del Nord.

Non me voglia il nostro Presidente Luca Zaia, ma finora io quasi quasi mi irritavo nel vedere la sua calma olimpica, il suo restare attaccato ai problemi concreti, il suo aplomb quasi democristiano, e percepivo il suo evitare di andare allo scontro con Salvini e Meloni come un atteggiamento da “Re tentenna”.

Sicuramente sarà perché io personalmente sono dell’idea che sia Zaia che De Luca sulla questione del terzo mandato abbiano ragioni da vendere, e di conseguenza mi sarebbe piaciuto vedere uno Zaia più aggressivo in difesa delle sue posizioni.

Ma tornando al “Re tentenna”, confesso che mi sono dovuto ricredere ascoltando le dichiarazioni di Luca Zaia nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso.

Tviweb ha pubblicato il video di questo incontro con la stampa, che vi invito a guardare perché molto interessante (https://www.tviweb.it/zaia-su-terzo-mandato-no-lezioni-da-bocche-sfamate-da-30-anni-dal-parlamento/?autoplay=1).

Non so se sia stato il contenuto delle affermazioni, molto chiare e decise, ma guardando il video mi è sembrato di percepire come una specie di “cambio di marcia”, di assunzione da parte del “Doge” di un atteggiamento più determinato e combattivo. 

Non posso ovviamente riportarvi tutti i contenuti della conferenza stampa, per cui mi limiterò ad alcuni passaggi fra quelli che mi sono sembrati i più interessanti. 
Partendo dallo slogan “prima il Veneto, prima i veneti, prima i cittadini del Veneto” Zaia ha ribadito di “essere a disposizione del suo Partito, e di aspettare di vedere quale potrà essere l’esito di una riflessione che deve essere fatta nell’ interesse dei veneti, specificando che soluzioni calate dall’alto di certo non verrebbero accettate”.

E per essere più chiaro: “al di là di quale sarà la localizzazione dei tavoli, noi veneti abbiamo una capacità di lettura, se è favorevole o contrario ai veneti quello che si decide” (testualmente quanto saranno rispettati i veneti).

Francamente questa non mi sembra una cosa da poco, e credo che Salvini ne dovrà tenere conto!

Premettendo che mancano ancora almeno dieci mesi alle elezioni, Zaia ha detto che è inutile lanciare tanti warning, ma ha sottolineato di “aver già fatto corse “in solitaria”, nel centrodestra, anche se speriamo di fare una corsa unitaria”.

Potrei sbagliarmi, ma queste affermazioni mi sembrano proprio uno sdoganamento della possibilità di una corsa solitaria della Lega “Zaiana”, contro la sinistra e anche contro la destra.

Importanti anche queste affermazioni: “Ci troviamo in un momento particolare per il Veneto; cioè i veneti chiedono la mia ricandidatura, e lo chiedono in maniera trasversale; detto questo, lasciando a parte altri ragionamenti, dico che abbiamo in piedi ancora una sentenza della Corte Costituzionale in relazione alla Campania, cercheremo di capire che evoluzione ci sarà, e cercheremo di capire anche cosa vuol fare il Governo….”

Relativamente a dichiarazioni di altri politici: “la coerenza ci porta anche  a dire  che le cariche dei sindaci, di solo 100 Sindaci su 6.000, e di solo alcuni Governatori sul totale dei Governatori, hanno il blocco dei mandati; guarda caso son le uniche cariche elettive, perché poi deputati, onorevoli, Presidenti del Consiglio, Presidente della Repubblica, senza fare guerra a nessuno, ma è un dato di fatto, non hanno limiti di mandato”.

Per Zaia è poi assurdo “e inaccettabileche si utilizzi la motivazione di impedire la nascita centri di potere, ma ancora peggio e stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento”.

A precisa domanda ha poi precisato: “Guardi, non devo essere io a dirlo, e soprattutto non metterei il carro davanti ai buoi; questo è fondamentale, la lettura non deve essere che Zaia vuole correre da solo, le lettura è Zaia dice avete dieci mesi per pensare, cercate di risolvere il problema”.

E a scanso equivoci ha detto: “Guardate, se c’è lo sblocco dei mandati, è innegabile che mi ricandiderei, anche perché darei risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo”.

Ha attirato poi la mia attenzione questo passaggio, pronunciato dopo aver detto che non gli sembra questo il momento di parlare del simbolo della Lega: “Il problema in questa fase è parlare di progettualità, di programmi, e soprattutto di una questione che secondo me non è in antitesi con la questione meridionale, ma che assolutamente va di pari passo, che è quella del Nord; cioè il Nord produttivo, che comunque garantisce una sanità a tutta Italia attraverso le addizionali dell’Irpef ed i residui fiscali, ha delle necessità che innegabilmente sono diverse da quelle di altre parti d’Italia. E viceversa il Sud ha bisogno di avere delle azioni forti, energiche per risolvere il problema delle disuguaglianze.  Quindi Nord e Sud vanno a pari passo, ma a volte con istanze diverse”.

Mi sembra che di carne al fuoco ne abbia messa parecchia, ma come accennavo, la cosa che più balza agli occhi è che Luca Zaia sembra aver finalmente deciso di porre gli altri attori in commedia di fronte alle proprie responsabilità, mettendo bene in chiaro che i veneti candidati imposti o calati dall’alto non li accetteranno.

E specificando che  lui è a disposizione “prima dei cittadini, poi della Lega, infine del centrodestra”, fissa  una gerarchia chiara, che spiega bene il baratro che ci sia fra gli intrighi romani e le posizioni dei leghisti veneti in merito alla partita del Nord-Est.

Non vorrei esagerare, ma la mia sensazione è che Zaia stia arrivando al “Rubicone”.

Intendiamoci, non credo che la soluzione sia dietro l’angolo, ed al momento Giorgia Meloni preferisce non parlare, ben sapendo cosa ci sia in ballo.

Infatti, al di là dei parallelismi con De Luca sul terzo mandato,  il Veneto è sicuramente un problema per il Centrodestra. 

Per due motivi; il primo perché la levata di scudi e le impuntature dei veneti rischiano di mettere in crisi, e forse anche in discussione, la leadership di Matteo Salvini (ed il richiamo ai problemi del Nord  guarda caso sono gli stessi usciti al recente congresso  lombardo); il secondo perché rischia di minare la fase magica di Giorgia Meloni come leader incontestata della coalizione. 

Una cosa sicuramente non sfugge alla premier; che nel bene o nel male Matteo Salvini non controlla Luca Zaia, per cui fatalmente prima o poi lei in prima persona dovrà rivolgere al Doge veneto la classica domanda in romanesco “A fra’, che te serve?”.

Se poi deciderà di impuntarsi nel voler piantare la bandiera di FdI in una Regione sopra il Po, oppure cercare magari altre compensazioni, lo vedremo vivendo.

Umberto Baldo

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA