22 Ottobre 2024 - 17.07

Le mamme iperprotettive: fabbriche di sociopatici in erba

Di Alessandro Cammarano

“La mamma è sempre la mamma” recita un detto popolare, che ovviamente nasconde una doppia possibilità di interpretazione, a meno che al sostantivo non si faccia seguire l’aggettivo “”italiana”; perché quella nostrana è una specie del tutto sconosciuta nelle altre parti della galassia e soprattutto non corre alcun rischio di estinzione.

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Dunque, perché non esaminare qualche sottotipo di madre soffocante?

Tutto comincia fin da subito, dalla prima infanzia: siete stati in un parco giochi e avete visto quella mamma che vi fa pensare: “Ecco, questo bambino probabilmente non saprà mai come funziona una forchetta”? Beh, quella è una mamma iperprotettiva.

E no, non intendo solo “protettiva”. Intendo una di quelle che fa sembrare un’armatura medievale una tenuta casual per il figlio. E sappiamo tutti dove questo porta: a generare una serie di giovani sociopatici in erba, armati non di empatia ma di uno zaino di scuse e alibi.

Queste orride figure materne, che fanno impallidire la madre di Leopardi, sembrano avere un radar per il pericolo che farebbe impallidire i controllori di volo. Se il bambino alza un sasso, ecco che arriva la mamma a esclamare: “No, tesoro, potresti romperti un’unghia! O peggio, quel sasso potrebbe avere sentimenti!”. Il problema è che nel tentativo di proteggere i figli da tutto, inclusi i pensieri negativi del gatto del vicino, dimenticano di insegnare una cosa fondamentale: come essere un umano decente.

Peggio è quella che decide di occuparsi dell’igiene personale del pargolo, solitamente maschio, al quale lava il sedere fino alla soglia dell’adolescenza “perché a lui fa schifo farlo da solo” e in fondo per lei ha solo 144 mesi. Caso reale di una mamma veneta che ha provveduto all’igiene intima del figlio fino ai 12 anni!

Ovviamente il principino suo malgrado viene scortato da mammà anche nello spogliatoio della palestra o della piscina, perché “mica vorrai che si lavi da solo …” (caso di diverse mamme vicentine: portare il figlio adolescente nello spogliatoio femminile per provvedere la lavaggio del futuro sociopatico). Peggio e soprattutto in quanto il virgulto di una mamma iperprotettiva è, agli occhi del mondo, una creatura speciale. E non nel modo in cui lo direbbe una nonna, con quell’affetto dolce-amaro che significa “non ci metterei troppa speranza”. No, per lui essere speciale significa che ogni desiderio deve essere soddisfatto all’istante, come un piccolo Napoleone in miniatura.

Se a tre anni non vuole condividere il giocattolo la mamma dirà: “Tesoro, non è giusto che tu debba condividere. Quella macchinina è tua per diritto divino!”. Risultato: un bambino che pensa che il mondo ruoti intorno a lui, pronto a comandare e incapace di capire perché gli altri bambini non trovano divertente inchinarsi ai suoi capricci.

Ovviamente il piccolo sociopatico in erba non è mai responsabile delle sue azioni, in quanto la genitrice lo ha “educato” a sentirsi al di sopra di qualsiasi regola e dunque ecco l’ immancabile

“Il mio piccolo è perfetto. Se c’è un problema, è sicuramente colpa della società, degli insegnanti, o, probabilmente, del clima.”

Questa è la filosofia della mamma iperprotettiva. Qualsiasi cosa succeda, il suo cucciolo non ha mai torto. Se a scuola viene bocciato, è il sistema scolastico a essere fallato. Se a 35 anni vive ancora nel seminterrato, è colpa del mercato immobiliare.

La mamma iperprotettiva poi non solo fa il bucato del figlio fino a quando non è praticamente un pensionato, ma è anche il suo consigliere legale, contabile e psicoterapeuta.

Lo segue in ogni aspetto della vita come un’ombra incombente, assicurandosi che non debba mai confrontarsi con una sfida reale.

“Non preoccuparti, amore mio, chiamo io il professore e gli spiego che sei stanco per aver giocato con la PlayStation tutta la notte”; ovviamente il professore è quello Meccatronica, dato che “ciccino” è a terzo anno di ingegneria. In pratica, questa madre è un firewall umano, che blocca ogni realtà spiacevole e gli crea un universo parallelo di comfort totale.

Quello che alla fine si ottiene è una vita passata senza limiti reali, senza confrontarsi con le emozioni degli altri, senza mai sperimentare la parola “no”, può portare a una sorpresa piuttosto sgradita per il mondo intero.

Questi figli crescono con la convinzione che tutto gli sia dovuto, ma quando il mondo reale li affronta con la sua implacabile dose di realtà, si arrabbiano, si sentono vittime e, in molti casi, diventano maestri dell’arte della manipolazione emotiva.

Sono i perfetti candidati per diventare quei sociopatici affascinanti che vediamo nei film: quelli che si fanno strada nel mondo a colpi di ego e false lacrime.

Per concludere, care mamme iperprotettive, sappiamo che lo fate per amore, forse, m a volte, la cosa più amorevole che possiate fare è lasciare che il vostro piccolo principe cada, si sbucci un ginocchio, e magari mangi un gelato che ha accidentalmente fatto cadere a terra. Perché, fidatevi, un po’ di sporcizia oggi potrebbe risparmiarvi una chiamata di emergenza da un terapeuta domani.

In fondo, un figlio che sa affrontare il mondo è molto meglio di un piccolo despota che si aggira per casa, giusto?

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