17 Marzo 2021 - 9.33

Le notti bollenti di “Colpo grosso”

Continuando in un “Amarcord” sull’erotismo nazional popolare degli ultimi decenni del secolo scorso, se gli anni ‘70 videro al cinema il fenomeno dei “Decameroni”, di cui vi ho già parlato, la televisione di Stato continuava a rimanere fedele al modello clericale, bigotto, sorvegliato, che imponeva ad esempio alle gemelle Kessler, le icone sexy dell’’epoca, pesanti calze nere di nylon. Certo ci fu qualche trasgressione, come quella di Raffaella Carrà, che nel 1970 scosse i vertici del Vaticano, e fece esplodere un acceso dibattito nazionale per aver esibito l’ombelico in una trasmissione Rai, e ballato e cantato la “scandalosa” Tuca Tuca, ritenuta un esplicito e lascivo messaggio sessuale. Ne nacque uno scandalo nazionale, ma alla fine la Carrà vinse contro censori e vertici ecclesiastici, Paolo VI compreso. Ma il modello paternalistico-pedagico della Rai fu scardinato dall’avvento delle Tv commerciali, che misero la parola fine alla concezione della TV come servizio sociale e culturale, in favore di quella che assegnava al mezzo una funzione essenzialmente ludica.Senza volermi addentrare in un discorso di tipo sociologico troppo impegnato, per evidente mia incompetenza, basti dire che in quegli anni i costumi degli italiani cambiarono profondamente, e ciò lo si dovette anche all’irrompere di certe trasmissioni televisive, che portarono sul piccolo schermo, e quindi nelle famiglie, situazioni e programmi con contenuti fino ad allora inimmaginabili. Una di queste fu senza dubbio “Colpo Grosso”, un programma che, a differenza dei “Decameroni”, per ricordare i quali bisogna avere i capelli bianchi, sicuramente è ancora ben presente anche a chi è nato negli anni ‘70, dato che andò in onda dal 1987 al 1992.E se per caso siete fra i pochi che allora non l’hanno visto, potete adesso colmare la “lacuna”, dato che Mediaset Extra, forse per mettere un po’ di “pepe” a queste notti di coprifuoco da Covid, lo sta riproponendo in replica dalle due alle sei del mattino.Ma cosa fu Colpo Grosso?Un programma che andò in onda per cinque anni, appunto dal 1987 al 1992, su Italia 7, una syndacation di televisioni regionali, che in realtà era affiliata alla Fininvest di Silvo Berlusconi, e che proponeva contenuti che nemmeno il “Cavaliere” aveva il coraggio di mandare in onda sui suoi canali Mediaset.Ma al di là di come la si voglia pensare, fu un vero programma “di rottura”, che proponeva uno spaccato dell’Italia voyeuristica di quegli anni, un’Italia non ancora del tutto libera dagli schemi imperanti nella Tv di Stato, e che palesava la voglia di scoprire i corpi, spogliando e spogliandosi, trasformando anche il sesso in un gioco. Ripensando a quegli anni, ci si rende conto che fu una trasmissione “estrema”, possibile soltanto in un’Italia che stava affrancandosi dal cupo moralismo dell’Italia precedente, dominato dalla censura e da un perbenismo soffocante. Fu un gesto di sfida al conformismo bigotto, magistralmente descritto da Pietro Germi nel film “Signori e Signore”, piuttosto “pepato” per l’epoca, ma che divenne un fenomeno di costume.Sicuramente il successo fu dovuto anche al conduttore, un Umberto Smaila sornione ed ammiccante, perfetto in quel format ambientato in un casinò (con l’accento eh!), in cui si muovevano numerose avvenenti ragazze, che durante ogni puntata proponevano degli strip tease. E non era un caso l’ambientazione in un casinò, perchè riprendeva il titolo italiano di in film del 1960 con Frank Sinatra, appunto “Colpo Grosso”.A voler essere precisi non fu il primo sexy show ad apparire nelle tv private. Prima ci furono “La bustarella” (1978-1984) condotta da Ettore Andenna, e “Rosso di sera” (1986-1987) condotta da Paolo Mosca su Telereporter.Ma nessuno se li ricorda più, perchè fu “Colpo Grosso” che riuscì ad imporsi come il programma sexy per antonomasia, un successo nazional popolare, uno dei pochi programmi fuori dal circuito Rai-Fininvest a scalare le classifiche dello share, tanto da raggiungere i due milioni di spettatori a sera.E non si trattava solo di guardoni in cerca di emozioni solitarie, perchè alla fine divenne un appuntamento anche per le nonne, le mamme, i figli, anche se, ovviamente, soprattutto per i papà.E per avere un’idea del successo, basti pensare che ne furono messe in onda da Italia 7 ben 1.400 (si avete letto bene millequattrocento) puntate.Se non avete intenzione di rivederne qualcuna in replica su Mediaset Extra, che come vi accennavo le sta ritrasmettendo, vi riassumo in breve di cosa si trattava.Colpo Grosso era un gioco, in cui i concorrenti dovevano rispondere esattamente ad una serie di domande per spogliare le cosiddette “ragazze Cin Cin”. Poi qualche giochino semplice semplice, delle carte da scoprire, esce il rosso o esce il nero, pari o dispari, che facevano guadagnare punti ai concorrenti per far spogliare altre ragazze, ed ottenere il “colpo grosso”.Una specie di strip poker, in cui il concorrente per aumentare la “puntata” poteva anche decidere di metter sul “piatto” i propri indumenti. Quando il concorrente vinceva, partiva uno stacchetto musicale, e le ragazze Cin Cin mostravano le “tette”, oppure il lato B coperto ovviamente da un ridottissimo perizoma.Il tutto ben guidato da Smaila, il cui umorismo riusciva a tenere la trasmissione su livelli non volgari. I premi finali erano in linea con la trasmissione, e l’iniziale montepremi in denaro venne presto sostituito da elettrodomestici, o da un viaggio all’estero, pagati dagli sponsor del programma (fra cui il mitico Giorgio Panto).Inutile dire che non tutti apprezzavano, e non si contavano allora le prese di posizione di benpensanti e femministe contro la “mercificazione del corpo femminile”.Ma in realtà, se ci pensate bene, Colpo Grosso di fatto aprì la strada a tutto quello che successe dopo; le veline, le professoresse e quant’altro.Il format spopolò, venne acquistato dalle tv svedesi, tedesche, spagnole, brasiliane; insomma fu una vera e propria macchina da soldi.Ed ebbe la ventura di salire anche agli onori della cronaca politica, per così dire, tanto che si racconta che quando il Presidente Usa Ronald Reagan vide sulla TV CBS uno speciale di Entertainment Tonight sulla trasmissione italiana, pare l’abbia citata al Congresso come un esempio di corruzione dei costumi americani.Le leggenda vuole che anche il severo Mikhail Gorbaciov, durante una visita a Roma, abbia visto la trasmissione in Tv, chiamando a raccolta i propri collaboratori, che sembra alla fine si siano portati in Russia (allora ancora Unione Sovietica) le videocassette.E ciliegina sulla torta, pare che Colpo Grosso fece arrabbiare anche il colonnello Mu’ammar Gheddafi, che sembra abbia minacciato di spedire qualche missile su Lampedusa perchè i maschi libici alla sera orientavano le antenne verso l’Italia per vedersi Umberto Smaila e le ragazze Cin Cin con le “tette al vento”.Inutile dire che la stessa cosa facevano anche gli albanesi di Enver Hosha. Non so se l’iniziativa di Mediaset Extra di riproporre colpo Grosso avrà successo.Francamente non credo! I tempi sono troppo cambiati, e ciò che allora appariva come il massimo della trasgressione, adesso lo si vede nei tabelloni pubblicitari ai bordi delle strade.Ma sono convinto che molti che hanno vissuto da giovani le notti di Colpo Grosso, rivedendo qualche puntata saranno presi da una certa emozione.L’emozione suscitata dal ricordo di quella Italia, del tempo passato, della gioventù che se n’è andata per sempre.

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