Letta, salvare la Costituzione!
Non so voi, ma io sono rimasto letteralmente esterrefatto quando ho letto che Enrico letta, presentando l’avvenuto accordo con Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e con Angelo Bonelli dei Verdi, ha messo in chiaro che “non è patto per governare” (sic!).
Caspita, ma allora per cosa vi siete messi insieme?
E la risposta l’ho trovata sempre nelle parole del segretario Dem: «Un patto per la Costituzione. Siamo diversi ma sappiamo che le nostre divisioni alle elezioni potrebbero, con questa legge elettorale maggioritaria, dare alle destre il potere di stravolgere la Carta”. Ma c’è di più. Letta ha rimarcato inoltre che quello con i rosso-verdi è un mero patto elettorale che “si muove su un piano differente rispetto al bilaterale Pd-Azione siglato martedì, che può essere invece considerato un patto di governo”.
Caspita ragazzi, credo che anche Nicolò Machiavelli si sarebbe trovato in difficoltà a interpretare queste “vette ermeneutiche”.
Che ne dite, adesso vi tutto è un po’ più chiaro?
La coalizione anti destra, ammesso che Calenda non abbia un improbabile ripensamento, ha solo un elemento in comune, la difesa della “Costituzione più bella del mondo”.
A me francamente sembra che un “patto per la Costituzione” sia un po’ pochino per scaldare gli animi degli elettori, soprattutto la grande massa degli indecisi.
Ma d’altronde mi rendo conto che Letta in questa fase si è dovuto calare nel ruolo del “grande tessitore”, cercando di tenere assieme in un “patto elettorale” Partiti e forze politiche che la pensano in modo diametralmente opposto su tutto.
Infatti come sarebbe possibile mettere nello stesso Governo Fratoianni che ha sempre fatto opposizione dura a Draghi, è contro il nucleare ed i rigassificatori, e pure contro la fornitura di armi all’Ucraina, solo per citare alcune posizioni, con un Calenda che invece è filo draghiano, atlantista ed europeista, favorevole all’atomo ed alle navi gasiere?
Impossibile ovviamente!
Abbiamo già visto anni fa il Governo Prodi cadere per il voto contrario di tali Rossi e Turigliatto, che avevano posizioni non dissimili da quelle dell’attuale sinistra estrema.
Ma qualcuno dovrebbe spiegarmi cosa succerebbe se Calenda e Fratoianni dovessero decidere di fare (non insieme eh) un comizio a Piombino.
Cosa direbbero a quei cittadini?
Calenda che serve il rigassificatore, e Fratoianni che invece lo si deve rifiutare costi quel che costi?
Chiedendo entrambi alla fine di votare per la stessa coalizione e gli stessi candidati?
Roba da neurodeliri!
Va beh che lo stesso problema a Piombino ce l’avrebbero anche Salvini e la Meloni.
Perché vorrei proprio vederla la possibile futura premier andare in piazza nella città toscana per sostenere, in linea con il Sindaco di FdI, il no al rigassificatore, sapendo che se passasse quella linea dovrebbe spiegare magari da Presidente del Consiglio agli italiani che per quel “no” si rischia il razionamento per tutti il prossimo inverno.
Ma tornando al fronte della gauche, ed al famoso “Patto per la Costituzione”, mi è piaciuto il concetto con cui Fratoianni ha cercato di spiegare l’intesa ai suoi: “Siamo davanti a una campagna elettorale difficile, che dobbiamo costruire insieme contro la destra estrema. Ci presenteremo agli italiani con parole chiare, ognuno con il proprio programma e la propria leadership. E le differenze non devono diventare un ostacolo alla convergenza.
Le differenze non devono diventare un ostacolo alla convergenza”; non la trovate un’immagine splendida, quasi onirica?
Un concetto che si affianca a quelle “convergenze parallele” di Aldo Moro, passate alla storia.
Cosa volete, vi confesso che non sono mai stato un grande estimatore di Enrico Letta, ma in questa fase apprezzo il suo impegno, perché dimostra di essere un leader capace di fare di necessità virtù.
E’ evidente che per lui sarebbe stato più agevole andare alle elezioni da solo.
Anche perché lui sa bene che il Pd è un partito che non perdona le sconfitte.
Tanto più che sa altrettanto bene che non tutti all’interno del partito condividono la sua linea politica.
Non è un mistero che ci sono componenti della sinistra Pd che, in sintonia con la Cgil, sono su posizioni anti mercato, anti imprese, anti concorrenza, anti Nato, anti Usa.
Sono semplicemente gli ex comunisti, che non a caso stigmatizzano la scelta di Letta di chiudere a qualsiasi alleanza con Giuseppe Conte e quel che resta del Movimento 5 Stelle.
Sono quelli che cercheranno di presentare il conto al Segretario dopo le elezioni, probabilmente cercando di cambiare anche le posizioni del Pd in politica estera, in senso più pacifista e di fatto filo Putin.
Sono quelli di “Bella ciao” e della “costituzione più bella del mondo”.
Che sappiamo tutti che è una favola, che però unisce e cementa quel gruppo di intellettuali e di pensiero dominante che alberga soprattutto a sinistra, che reputa intangibile, sacrale, inviolabile, la nostra Carta costituzionale.
Ma che, come vediamo, è diventato l’escamotage utile a Letta per tenere insieme tutto ed il contrario di tutto.
Comunque vadano le elezioni, mi auguro che prima o poi si riesca a togliere dalla nostra Carta quel velo di ideologica ipocrisia che la avvolge, per tentare tutti insieme, destra e sinistra, di aggiornarla e di renderla più funzionale alle esigenze dei nostri tempi.
Umberto Baldo