9 Marzo 2021 - 10.39

Lettera aperta a Zaia: serve coraggio, scuole chiuse una priorità!

Caro Presidente Zaia,volgendo lo sguardo all’ultimo anno, sicuramente il più tragico di quelli che ho avuto la ventura di vivere, e rivivendo le varie fasi della pandemia nelle diverse Regioni italiane, non le nascondo che ho sempre pensato di essere fortunato.Fortunato di risiedere in Veneto, una Regione che ha dimostrato da subito di saper comprendere la gravità della sfida lanciata dal virus di Wuhan, e che ha saputo mettere subito in campo contromisure adeguate.Fortunato di vivere in una realtà in cui la sanità pubblica funziona, e che nei primi mesi era diventata un modello, e non solo a livello nazionale.Certo la crisi sanitaria ha mostrato anche qualche pecca, qualche carenza, che nel dopo pandemia sarà necessario affrontare, ma il livello da cui si parte è comunque buono, e sono certo che si saprà ulteriormente migliorare.Le dico questo non per piaggeria, ma perchè penso veramente che avere Luca Zaia alla guida della Regione in questi frangenti sia un valore aggiunto, e del resto le recenti elezioni regionali hanno mostrato che quasi l’80% dei veneti la pensa come me.Ma non posso nasconderle che in questi ultimi giorni mi è sorto un dubbio, una perplessità cui non riesco a dare una spiegazione ragionevole, e mi riferisco alla gestione dell’apertura delle scuole.Partiamo dalla situazione nazionale, che vede un’Italia che giorno dopo giorno sta virando verso il “rosso”, per restare fedele alla metodica delle “divisione a zone colorate” decisa a Roma. Ma proprio in queste ore una vera e propria esplosione dei contagi sta imponendo al Governo una rivisitazione delle misure contenute in un Dpcm di appena un paio di giorni fa, che dovevano accompagnarci fino al dopo Pasquetta.E’ evidente che le cosiddette “varianti” del virus stanno facendo saltare tutti gli argini, mettendo nuovamente in tensione gli ospedali, con l’aggravante che adesso in terapia intensiva finiscono anche persone giovani.Con l’inventiva immaginifica che caratterizza noi italiani, dai palazzi romani giungono voci che si starebbe discutendo l’introduzione di una “super zona rossa”, che andrebbe ad aggiungersi all’ arancione scuro, con il rischio che fra qualche tempo non siano più disponibili sfumature di rosso e arancione. Tralascio il giallo perchè è evidente che entro qualche giorno in Italia di giallo resteranno solo i limoni della penisola sorrentina.Quindi nelle segrete stanze del potere si stanno ipotizzando vari scenari, dal lockdown totale con una zona rossa nazionale per 3 o 4 settimane, alla zona arancione scuro o rafforzato nazionale per un mese, dalla zona arancione nei week end, al coprifuoco anticipato alle 19 o alle 20 su tutto il territorio nazionale.Quindi varie opzioni, dalla più blande alle più radicali.Diciamocela tutta, caro Presidente, sono almeno 5 settimane consecutive che la situazione è in costante peggioramento ovunque, abbiamo superato la soglia dei 100.000 morti,  che non oso definire psicologica perchè parliamo di nostri concittadini finiti in cimitero,  e a questo punto urge prendere decisioni drastiche.In ogni caso questa nuova ”stretta” viene annunciata per venerdì prossimo, per cui non ci resta che aspettare.Venendo al nostro Veneto, che in febbraio sembrava quasi una ”gialla” isola felice, non c’è dubbio, e lei lo sta dicendo da tempo nelle sue conferenza stampa,  che il barometro volge al “brutto”.Siamo entrati in “zona arancione”, ma da notizie di stampa apprendiamo che le sarebbe stato consegnato un documento in cui, sulla base di un algoritmo che sarebbe in grado di individuare gli scenari futuri, si prevede un ulteriore peggioramento della situazione: con maggiori contagi conseguenti ad una aumentata circolazione del virus.Venendo al dubbio cui le accennavo, mi chiedo come mai in questa situazione, che non definirei certo tranquillizzante, ci siano ancora scuole aperte.Ricordo che ad oggi a livello nazionale le scuole sono chiuse per 5,7 milioni ragazzi; il che vuol dire che 3 su 4 fanno lezione da remoto.Non c’è nessuna Regione che non sia stata costretta a chiudere in tutto o in parte gli istituti scolastici, e le faccio notare che la didattica a distanza è ormai obbligatoria in tutte le regioni che confinano con il Veneto.Certo so bene che il Governo nazionale per non dover decidere una misura considerata impopolare, ha demandato ai Governatori il potere di chiudere le scuole quando l’incidenza dei casi settimanali supera i 250 ogni 100 mila abitanti.A parte che non si capisce da dove nasca questo numero, che a prima vista sembra avere quasi un valore cabalistico, resta il fatto che l’indice di contagio ha già costretto la Regione a prevedere la chiusura delle scuole nel distretto di Asolo, nell’Alta padovana, nel distretto del Veneto orientale, ed in quello di Padova- Terme-Colli, a partire da giovedì prossimo.Caro Presidente, le confesso che a questo punto la mia mente vacilla.Ma se è vero come è vero che l’infezione galoppa, speriamo non verso l’incontrollabilità, cosa si aspetta per chiudere tutte le scuole?Che dopo i ragazzi dell’asolano, dell’alta padovana, del Veneto orientale, o di Padova-Terme-Colli, si ammalino anche tutti gli altri?Perchè aspettare i 250 casi, se il distretto di Belluno viaggia a 248,52, e l’Alto Vicentino a 222?Quando della pandemia non si parlava ancora, e a Vò Euganeo si ebbe il primo morto dell’Europa occidentale, lei ha preso il coraggio a due mani e ha ordinato l’isolamento totale del paese.Ebbe il fegato di deciderlo anche contro le indicazioni di Roma!Ed i fatti le hanno dato ragione.Io credo che adesso lei debba compiere un gesto analogo. In fondo i veneti hanno dimostrato di credere nell’autonomia regionale.  La eserciti Presidente!Decida per la didattica a distanza per tutti i ragazzi veneti, che rappresentano il futuro della nostra terra.Mi sono piaciute le parole del premier Draghi di ieri, quando ha detto: “ogni vita conta, non perdere un attimo”.So che anche per lei la vita di ogni veneto conta!

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