Luisa, lo spettacolo vincitore del Premio Scenario Periferie

La fragilità ha un nome. Si chiama Luisa e abita in un corpo che cuce, ricuce, zigzaga, si sospende nel tentativo di restare intero. Luisa, lo spettacolo scritto e interpretato da Valentina Dal Mas, arriva sul palco del Teatro Astra di Vicenza il 7 marzo 2025, all’interno della rassegna Terrestri curata da La Piccionaia per il Comune di Vicenza, dopo un’intensa tournée che ha attraversato il territorio nazionale. In occasione della Festa della Donna, La Piccionaia propone un lavoro di teatro-danza delicato e potente, che trasforma il corpo in un archivio vivente di gesti, memoria e umanità.
Vincitore del Premio Scenario Periferie 2023, Luisa nasce dall’incontro tra l’artista e una donna fragile, ospite in un centro diurno. Attraverso una partitura di movimento e parola, Valentina Dal Mas costruisce un ritratto emozionante e poetico della fragilità, mettendo in scena la bellezza della resistenza umana. Non una bandiera alzata, ma una rosa issata con tenacia e disincanto, segno di un’esistenza che, seppur segnata dal limite, continua a danzare.
Sospinta da un refolo canterino, Luisa lambisce i confini della sua Terra Promessa fino a squarciarli battagliera come La Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Luisa incarna La Fragilità che guida il popolo, un’adunanza di sfumature umane sempre cangianti e dissonanti nel loro divenire. Ma Luisa non sguaina verso il cielo la bandiera di una nazione, issa con disincanto la sua rosa perché, prendendo in prestito le parole dello psichiatra Franco Rotelli, “mancano cinquemila rose perché tante ne abbiamo messe, ma altrettante ne avevamo in più promesse!”.
“Nell’opera di Delacroix mi riconosco nella manovale con un grembiule di cuoio – racconta Valentina Dal Mas – che guarda alla Libertà con speranza. Guardo a Luisa e alla fragilità umana con speranza; incontrarle ha segnato uno spartiacque ondivago in me che definisce e cuce il mio essere al mondo. Entrai altrettanto battagliera nei contesti di cura, poi, sfiorando le fragilità fisiche, emotive, cognitive che possono dimorare nell’essere umano, esitai. Forse, pur essendo una danzatrice, avevo fatto il passo più lungo della gamba. Per mia fortuna, scoprii presto che le misure in quei luoghi seguono un disordine di grandezza fuori dall’ordinario. Mi accordai levante a questa unità di smisura umana, facendomi gazza ladra di sfaccettanti bagliori appartenenti all’unico Sole umano. Che sia un gesto, una parola, una sorprendente qualità di movimento, un essere umano nella sua interezza, acciuffo furtiva ciò che brilla ai miei occhi. Inevitabilmente, le brillantezze incontrate confluiscono nel mio scrivere con il corpo e con la penna, come è accaduto con Luisa. Mi appassiona follemente e mi commuove inesorabilmente quando la danza e il teatro aprono dimensioni inaspettate, in me e negli altri.”
Uno spettacolo che unisce arte e impegno sociale
Il lavoro di Valentina Dal Mas si muove da sempre tra danza, teatro e ambito socio-educativo, portando il linguaggio del corpo in contesti di cura e fragilità. Oltre all’attività artistica, l’autrice conduce laboratori nelle scuole, nelle case di riposo, nelle cooperative sociali, nelle carceri, collaborando con associazioni come AMA – Associazione Malattia Alzheimer.
Con Luisa, il suo percorso di ricerca si fa ancora più intimo e urgente: la danza si trasforma in un codice sensibile di narrazione, dove il movimento diventa parola e il corpo uno spazio emotivo da abitare.
Una drammaturgia del gesto e della memoria
Scritta e interpretata da Valentina Dal Mas, con la direzione tecnica di Federico Fracasso e le registrazioni audio di Matteo Balbo, Luisa è un’opera in cui la danza diventa lingua fragile e necessaria, capace di restituire il senso profondo della cura e della relazione.
Prodotto da La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale, con il sostegno di Scenario ETS e Teatro Due Mondi, lo spettacolo ha ricevuto il plauso della critica e ha emozionato il pubblico in repliche distribuite su tutto il territorio nazionale.
La motivazione della giuria di Premio Scenario Periferie 2023
“Un corpo fragile attraversato da una danza che diventa grammatica del gesto in dialogo con lo spazio. La trascrizione coreografica intreccia segni, parole e suoni dando vita a una danza che è spazio emotivo. Valentina Dal Mas dimostra una straordinaria capacità di tradurre l’emozione in movimenti puntuali, restituendo una precisa coreografia evocativa. Una drammaturgia sensoriale complessa, nata dall’incontro con contesti di cura, che scuote gli sguardi e accarezza l’aria. Una dolce e commovente rappresentazione della fragilità e della solitudine, di cui Luisa e Valentina si fanno preziose custodi.”
Interrogarsi sull’essere umano con la Rassegna Terrestri
Il programma della rassegna Terrestri 24.25 proseguirà, LUISA di Valentina Dal Mas (7 marzo 2025), vincitrice del Premio Scenario Periferie 2023, che racconterà la resilienza e la bellezza nascosta nell’animo umano attraverso la metafora del cucito, con AUTORITRATTO (21 marzo 2025) , il nuovo lavoro di Davide Enia, che offrirà un’incursione potente nel mondo della mafia siciliana, riflettendo sulla brutalità e il sacrificio.
Chiuderà la rassegna ANONIMA SEQUESTRI di Leonardo Tomasi (4 marzo 2025), vincitore del Premio Scenario 2023, con uno spettacolo che esplorerà l’identità attraverso meccanismi metateatrali. Oltre agli spettacoli in abbonamento, la rassegna Terrestri ospiterà lo spettacolo THE DOOZIES (23 aprile 2025) con Marta dalla Via e Silvia Gribaudi, organizzato dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza all’interno della rassegna Luoghi del Contemporaneo Danza.