13 Ottobre 2022 - 10.48

L’ultimo valzer della Casa dei Comuni

A passi felpati si sta avvicinando il cambio al vertice della Presidenza di Palazzo Nievo, ma sembra che la serena collegialità inventata da Achille Variati – e proseguita con Francesco Rucco – qualche anno fa con la gestione unitaria di un ente ancora in cerca della sua nuova identità, stia iniziando a scricchiolare.
I motivi sono tanti e si riconducono sostanzialmente ai segnali di fumo che arrivano da civici e partiti. La Presidenza sta per scadere e bisogna decidere chi succederà a Francesco Rucco, non candidabile perché la primavera prossima va al rinnovo in città, anche se in Parlamento è pronta la riforma che riaprirebbe i giochi anche per il Sindaco di Vicenza. Nel frattempo ci sono partite diverse che le anime rappresentate in consiglio stanno giocando: il centrodestra fa blocco con importanti componenti interne che vorrebbero seppellire l’esperienza della Casa dei Comuni e preferirebbero una sana competition tra Centrodestra e Centrosinistra, soprattutto dopo la netta vittoria alle Politiche; dall’altra c’è il fronte Dem che sta disegnando la spaccatura dei civici per mettere in scacco il sindaco di Vicenza e organizzare nuovi equilibri a Palazzo Nievo da cui far partire la contraerea sulla città nei prossimi mesi di campagna elettorale per le Amministrative; infine i sindaci civici che hanno già due candidati, Renzo Marangon, sindaco di Camisano e Valter Orsi, sindaco di Schio. Sempre che nel frattempo non arrivino altre ambizioni alla poltrona più importante di Palazzo Nievo.
Al di là della cronaca e dei sussurri dei corridoi del potere locale, il dato oggettivo che emerge dalla doppia candidatura di Orsi e Marangon proietta sullo schermo i titoli di coda di un’esperienza, la gestione collegiale della Provincia, che grazie a – una parte – dei civici, rischia di finire, per fare un salto all’indietro – o in avanti, dipende dai punti di vista – alla politica vicentina espressa al Nievo.
Insomma, l’Ultimo Valzer, come nel cult di Martin Scorsese in cui tutte le rockstar americane degli anni Settanta suonarono assieme per l’ultima volta per celebrare lo scioglimento della Band.
Un malinconico addio ad un tempo che sta per finire.

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