Ma come ti vesti? Gli improbabili look dei politici
Fino a qualche anno fa imperversava in Tv un reality show dall’ emblematico titolo “Ma come ti vesti?” In cui i due mattatori Carla Gozzi ed Enzo Miccio “aiutavano” – si segnalazione di amici e parenti- degli scappati di casa perennemente in felpa sdrucita e jeans troppo grande di almeno tre taglie, o metallari settantenni in pelle e borchie o ancora Barbie ottuagenarie a trovare un look più adatto a loro.
Mai come oggi servirebbe un ritorno della mai abbastanza celebrata coppia Gozzi-Miccio, ma non per ridare dignità al cittadino comunque, bensì al fine di cercare di far vestire in maniera almeno decente i nostri politici.
Preambolo:
un tempo le personalità pubbliche, soprattutto se impegnate in ruolo istituzionali, ritenevano indispensabile dare il buon esempio ai cittadini a partire dalla sobrietà dell’abbigliamento.
Celebre la risposta che Aldo Moro – quanto mancano i politici come lui! – dette alla figlia che gli chiese perché andasse in spiaggia in giacca e cravatta.rispose “Perché un rappresentante del popolo deve essere sempre dignitoso e presentabile”,
Chi lo spiega agli attuali deputati, senatori e ministri vari?
Da qui in poi procediamo con un politicamente scorretto assolutamente bipartisan, perché quando si tratta di abbigliamento i politici fanno a gara per accaparrarsi la palma del cattivo gusto.
Cominciamo dalle opposizioni, ricordando che Occhetto si assestò un formidabile colpo sui gioielli di famiglia presentandosi in un tragico completo marrone al faccia a faccia televisivo col Cavaliere.
Oggi Elly Schlein, segretaria del PD capace di scontentare chiunque, si affida ad un armocromista che probabilmente paga salatamente.
C’è da chiedersi se il professionista in questione non sia daltonico, perché la povera Elly appare sempre come la sorella povera della Piccola Fiammiferaia avvolta in sinfonie cromatiche che “spaziano” dal beige al color stucco da muro passando per il grigio topo.
L’alternativa è che il suddetto armocromista sia segretamente al soldo di un avversario politico.
Rimanendo nel campo dell’opposizione che dire di Giuseppe Conte?
Sempre vestito uguale, col suo completino blu e le cravatte – magari pure di Marinella, per carità- di un totale anonimato.
Viene da pensare o che abbia una cinquantina di abiti tutti uguali o che ne abbia uno solo che lavi la sera per poi rimetterlo la mattina.
Venendo alla maggioranza di governo abbiamo la presidente del consiglio che con tutta evidenza si è affidata – come la Schlein – a mani improvvide se non ostili.
Potremmo, eufemisticamente, dire che la più nota tra le case di moda italiane veste Giorgia Meloni con capi estremamente poco donanti; pantaloni ampi, giacche infagottanti, il bianco che “allarga”, colletti esageri.
L’oversize impazza, e impazzerà anche per il prossimo anno, ma davvero non è per tutti.
Di Matteo Salvini si è già detto tutto e dunque sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
Le orride felpe “a tema” sono comunque preferibili alle camicie eternamente stropicciate e ai completi sgualciti.
Sul versante politicamente opposto c’è l’altro Matteo, ovvero quel Renzi che si recò ad un incontro con la Merkel indossando un cappottino striminzito – tipo immobiliarista milanese – e pure abbottonato malamente.
Abbiamo tenuta per ultima la regina incontrastata del trash, la Crimilde della politica, la sola ed unica Daniela Santanchè nata Garnero.
A voler essere magnanimi, la si potrebbe definire “eccentrica”, ma ad un esame obbiettivo bisogna etichettarla come inesorabilmente pacchiana.
Indimenticabile la toilette scelta per una prima scaligera di qualche anno fa e che la fece sembrare un Lepricauno travestito da albero di Natale.
E poi fantasie floreali, leggings, cappellini, occhialoni: tutto all’insegna del parvenu estremo e di un giovanil-tamarro agghiacciante.
In conclusione Aldo Moro aveva ragione , da vendere.