25 Luglio 2023 - 9.18

Ma il caldo è di destra o di sinistra?

Forse è persino troppo facile, addirittura semplicistico o assolutorio, affermare che il nostro Paese non ha mai superato del tutto quella divisione che percorse e caratterizzò tutto il nostro medioevo; quella fra Guelfi e Ghibellini.   

Che poi, in pieno stile italico, riuscì a dare vita ad ulteriori divisioni, come quella maturata in campo guelfo fra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, che fu alla base delle disgrazie del sommo poeta Dante Alighieri.

E se seguite con attenzione la dialettica politica italiana, vi accorgerete che da parte dei due schieramenti, che un po’ banalizzando dividiamo fra  “destra” e “sinistra”, non c’è materia, non c’è argomento su cui non ci si divida, con argomentazioni volutamente portate verso lo scontro frontale,  in certi casi usando addirittura toni apocalittici, e spesso scandendo anche nell’insulto.

Volete un esempio di “calda” attualità?

Il caldo appunto, che oggettivamente ha cambiato la natura delle nostre estati, come ho cercato di evidenziare nel pezzo di qualche giorno fa dal titolo “E la chiamano estate…”.

Ad una persona dotata di normale raziocinio potrebbe sembrare un tema su cui difficilmente ci si possa trovare su opposte barricate!

Che faccia caldo non occorre che ce lo dicano i telegiornali con i loro reportage, guarda caso non dalle fabbriche o dai cantieri, bensì dalle località alla moda della Sardegna, dalle Eolie, dalle coste liguri o toscane, e neppure che ce lo raccontino i media.

Che in questi giorni si stia schiattando lo capisce ognuno di noi quando svolge le normali attività della vita quotidiana, o quando cerca di prendere sonno in una camera priva di condizionamento.

Eppure nell’agone politico- giornalistico del Belpaese nulla sembra contare che più del 99% degli 88mila studi scientifici condotti sul tema negli ultimi decenni è concorde sul cambiamento climatico in  atto, e sul conseguente aumento delle temperature verso valori estremi. 

Pur essendo un positivista convinto so bene che una verità scientifica è sempre soggetta a dubbio, falsificabile o manipolabile,  e in definitiva sempre provvisoria man mano che la conoscenza in materia avanza. 

Ma, allo stato dell’arte, la comunità scientifica è pressoché unanime su questo punto, e credo non ci siano validi motivi per dubitarne.

Eppure a leggere certa parte della stampa italiana l’aumento delle temperature è ancora una questione di “opinioni”. 

E basta seguire le vere e proprie crociate quotidiane di testate come La Verità per rendersene conto. 

L’argomento più comune usato dai negazionisti a proposito dell’ondata di calore in corso è piuttosto semplice: le temperature sono più alte di qualche settimana fa ed è normale perché, molto semplicemente, è estate, e d’estate fa caldo.

Su questa affermazione, che in estate fa caldo, come in inverno fa freddo, non ci sarebbe sicuramente da litigare, se non che confonde il meteo con il clima.

Il che vuol dire che anche negli anni passati (tipo il 2003)  dal punto di vista meteo ci furono picchi di caldo estremo, ma se parliamo di andamento climatico bisogna prendere atto che rispetto alla temperatura media degli ultimi 30 anni per questo periodo, le temperature sono ora  di 8-12°C più alte.  

Il che vuol dire che,se guardiamo i dati storici, in passato faceva caldo, ma in media faceva meno caldo, e le ondate di calore erano meno intense.

Ma quello che mi interessa qui non è approfondire l’aspetto scientifico del problema, bensì quello “politico”, e dai commenti che leggiamo quotidianamente sui media è evidente non solo che in Italia qualunque argomento è buono per mettersi le dita negli occhi, ma soprattutto che destra e sinistra hanno assunto atteggiamenti opposti rispetto al ruolo “antropico” sui cambiamenti climatici.

Una contrapposizione che a mio avviso è paradossale, e che vede la sinistra sposare quasi religiosamente le impostazioni ideologiche e le tesi ambientaliste, anche le più estreme, alla Greta Thunberg per intenderci ; mentre la destra attestarsi su posizioni più scettiche,  bollando  la sinistra come “catastrofista”. 

A mio avviso siamo di fronte ad atteggiamenti folli, anche se mi rendo conto che questa che sta diventando sempre più una “contrapposizione ideologica sul clima”  è figlia anche dal diverso approccio al modello di sviluppo conseguente alle preoccupazioni ambientali.

E lo si vede ogni giorno quando si parla di normative europee, di convenzioni internazionali, di incentivi che impattano sull’edilizia, sull’agro-alimentare, sulla gestione del territorio, sui trasporti,  tutto finalizzato alla riduzione delle emissioni; con una destra perplessa ed una sinistra dogmaticamente convinta.

E fin qui siamo ancora nella dialettica politica, a mio avviso fuori luogo su questi temi, ma pur sempre comprensibile, anche se non sempre accettabile.

Il problema, in questo clima di polemiche “roventi”, sono le  bufale, propagate da professionisti della disinformazione, e rilanciate in una sorta di catena di Sant’Antonio da molte persone che ci cascano in buona fede.

Come al solito il brodo di coltura delle bufale è la Rete, ed infatti anche per quelle sul clima la circolazione è soprattutto online. 

E, confermando una linea di tendenza sempre più pronunciata negli ultimi anni,  queste panzane, queste fole, tendono a essere diffuse dagli stessi attori che sostengono le varie teorie del complotto, il cosiddetto Great Reset. 

Così i malori causati dal caldo vengono attribuiti da soggetti no vax ai vaccini, mentre si accusano le autorità di truccare i numeri sui morti per caldo con lo scopo di terrorizzare la popolazione. 

Il metodo è sempre quello collaudato con il Covid, attaccare la credibilità degli scienziati, accusandoli di essere solo “burattini” in mano a Istituzioni intenzionate appunto aterrorizzare i cittadini.

Inutile dire che in cima alla lista dei colpevoli c’è anche in questo caso l’Unione Europea con le sue politiche ecologiche fatte di target irrealistici da raggiungere in tempi troppo ravvicinati,  di nessun rispetto del principio di neutralità tecnologica, di volere l’elettrico tutto e subito condannando intere filiere industriali, di mancanza di reciprocità e di nuova dipendenza dalla Cina (magari su qualcuno di questi temi qualche ragione ce l’hanno pure).

Ma a cascata, calandosi nella realtà italica, vengono indicati come “complici” dell’UE altri soggetti, in particolare  le Istituzioni e i politici, oltre ai media (giornali e televisioni).

Per questi negazionisti del clima, solitamente propugnatori di idee di destra, non esistono processi storici, evoluzioni scientifiche, movimenti globali indotti dai nuovi percorsi del progresso; ci sono solo fantomatici interessi di super ricchi, tipo Bill Gates o George Soros, all’ombra della “Sinistra Mondiale”, qualunque cosa voglia dire. 

E così si sostiene che il  “grande caldo” è un complotto,  un affare ordito in primis da Joe Biden,  dalla Banca Mondiale,  dai rettiliani di Davos,  dalle multinazionali della transizione energetica, da oscuri potentati finanziari e da oligarchie di ricconi per fare un mare di soldi con le auto elettriche e le case green; ed in definitiva per prendersi il mondo. 

Non mancano ovviamente i soliti richiami alle trame neo pluto-giudaico-massoniche, che sarebbero tipiche della migliore tradizione sinistrorsa.

Ma allora, il caldo è di destra o di sinistra?

Pur rendendomi conto che si tratta di una domanda addirittura ridicola, tagliando la realtà con l’accetta credo si possa dire che oggi, tendenzialmente, i cosiddetti “catastrofisti” sono di sinistra e i cosiddetti “negazionisti”, per la maggior parte  scettici, sono di centrodestra. 

Ovviamente questa tendenza alla contrapposizione in sterili manicheismi tardo ideologici non aiuta né ad approcciare correttamente né a risolvere il problema, che andrebbe invece affrontato in modo appropriato, pragmatico ma non indifferente.

Basteranno i primi venti autunnali a smorzare la calura e queste polemiche demenziali, a conferma che nella nostra “Repubblichetta” alla fine della fiera tutto si risolve in chiacchiere.

Umberto BaldoPS: ai “negazionisti” consiglio di fare un salto a Catania, dove da oltre 72 ore in molti quartieri mancano sistematicamente luce ed acqua (con 45 gradi) perché, parole del Ministro Nello Musumeci: “L’eccessivo caldo ha determinato un’incapacità di resistenza al calore dei cavi interrati”.   Vadano a dire ai cittadini della zona che “il caldo è solo un’impressione!

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