28 Maggio 2024 - 8.59

Maltempo, nel Basso Vicentino perso fino al 70% di alcune produzioni agricole

“Le precipitazioni incessanti di questa primavera, alternate ad episodi di bombe d’acqua e violente grandinate, come quella che si è scagliata ieri sul Basso Vicentino, colpendo in particolare i comuni di Agugliaro e Pojana Maggiore, hanno provocato un ristagno d’acqua sui terreni, che faticano a drenare e, quindi, provoca l’asfissia delle colture in campo. Senza contare, poi, il naturale impoverimento che il continuo scorrere dell’acqua determina sui terreni agricoli”. Con queste parole Coldiretti Vicenza commenta quanto avvenuto ieri nel Basso Vicentino, ma a macchia di leopardo anche in altre zone, più circoscritte, della provincia berica.

Temperature abbassate di parecchi gradi, grandinate e bombe d’acqua sembrano caratterizzare questa primavera e rappresentare una sorta di maledizione annunciata per gli agricoltori. “In pochi minuti abbiamo assistito ad un cambiamento del clima indescrivibile – commentano alcuni produttori del Basso Vicentino – e si è scagliata sulla nostra terra e sulle nostre case e strutture una grandinata violentissima, che ha coperto campi e strade di bianco, come una nevicata”.

I sopralluoghi dei tecnici di Coldiretti Vicenza sono in corso, ma si può affermare che per le colture erbacee più colpite il danno sia stimabile in almeno il 70 per cento della produzione in campo. “Oltre ai danni diretti sul prodotto coltivato – aggiunge Coldiretti Vicenza – vanno poi considerati i danni indiretti, tra cui, naturalmente, l’impoverimento di risorse del terreno e, naturalmente l’impossibilità, per la presenza di acqua, di effettuare qualsiasi operazione di ripristino dei terreni e le risemine”.

Il perdurare di queste precipitazioni non può, quindi, che preoccupare l’agricoltura vicentina. “Stiamo vivendo una stagione che non ci dà tregua – conclude Coldiretti Vicenza – e siamo al contempo consapevoli che tutta quest’acqua, da un lato preziosa, ma dall’altro maledetta, andrà di fatto persa e non potremo utilizzarla, se non per la parte, pur significativa, che ha contribuito a rialimentare le falde, nei momenti in cui le nostre colture ne avranno effettivo bisogno”.

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