18 Ottobre 2022 - 11.51

Mamma, da grande voglio fare l’ inpiegato!

di Luca Faietti

Mi chiedo come faccia un genitore ad insistere perché il figlio o la figlia studino la grammatica italiana e l’ortografia, e a sgridarli se sbagliano, dopo aver visto che la terza (dico la terza) carica della Repubblica Italiana scrive “Inpiegato” con la “enne”, anziché con la “emme”, come indicato anche dal più scalcagnato dizionario dell’italico idioma.

Lo svarione, per chiamarlo così, il neo Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, leghista di stretta osservanza salviniana, lo ha compiuto nella compilazione della sua scheda personale depositata a Montecitorio, come previsto dalla legge.

E non si può neanche dire che si sia trattato di una svista, o di una lettera scritta male in fretta, perché quell’ “inpiegato” compare per ben due volte nel documento in questione, rigorosamente compilato a mano dal Presidente Fontana.

Inutile dire che la cosa ha spopolato sui social la mattina di domenica 16 ottobre, suscitando ogni sorta di ironie , tipo “Diamo la cittadinanza italiana solo a chi conosce l’italiano #inpiegato”, o “E all’inprovviso, una figura di alto livello”, “Avrà pure tre lauree ma per le elementari avrà sicuramente chiesto l’aspettativa”, “Inpressione! Per fortuna che coNpensa con le idee inclusive e amorevoli, da buon cristiano…Ah, no”.

Errare humanum est, ci hanno ammonito i nostri antenati, ma per quanta buona volontà uno ci metta, fa fatica a giustificare quell’inpiegato uscito dalla penna di un “triaureato” (già perché il nostro ha ben tre titoli accademici).

E tornando al nostro papà o alla nostra mamma alle prese con l’educazione dei figli, come possono giustificare ai loro pargoli quell’errore da matita blu, che avrebbe fatto sobbalzare qualsiasi insegnante di scuola elementare, dove si spiega la regola che davanti a P e B ci va sempre la M e non la N, per di più compiuto da una figura istituzionale di massimo livello.

Un po’ come tutti, anche noi siamo rimasti piuttosto scioccati dalla “performance ortografica” del nostro Presidente, e sarà nostra cura per il futuro seguire con attenzione le performance linguistiche dei politici della nostra Regione.

Una cosa comunque (o comumque?) questa vicenda ci ha insegnato: che le lauree di per se stesse non insegnano certo a scrivere correttamente in italiano.

Quello lo insegnavano egregiamente le brave vecchie maestre di una volta.

Luca Faietti.

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