19 Febbraio 2016 - 17.13

PADOVA – Mindfulness e Suicidio: la sopravvivenza attraverso la consapevolezza

mindfulness e suicidio

Ogni 40 secondi una persona nel mondo si toglie la vita. Nonostante l’Italia sia uno dei paesi con il più basso tasso di suicidio – sebbene in crescita del 12% – in altri paesi più ricchi e avanzati rispetto al nostro, il suicidio rappresenta la prima causa di morte tra 15 e 19 anni e a livello mondiale è la seconda tra i giovani tra i 15 e 29 anni subito dopo gli incidenti stradali. È un argomento tabù “ha dichiarato Paolo Girardi, ordinario di psichiatria all’Università La Sapienza di Roma, mettendo in evidenza che tale gesto rappresenta un silenzioso problema di salute pubblica dove interagiscono dinamiche complesse fra fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali e ambientali che vanno attentamente studiati e approfonditi. Il fenomeno, nonostante i numeri, rimane un bisbiglio, un atto ultimo che è ancora circondato da vergogna e stigmatizzazione sociale per domande che non troveranno mai risposta soprattutto per chi rimane: i sopravvissuti al suicidio. Il distacco e la perdita così improvvisa, inaccettabile, di difficile interpretazione e quasi colpevolizzante, ha importanti implicazioni sia da un punto di vista psicologico che emotivo. Nonostante i percorsi di prevenzione esistenti, la condizione per chi invece rimane si traduce in terribile sofferenza che quasi vuole essere tenuta nascosta e che spesso viene ignorata e inascoltata.
Proprio su questo punto verte l’impegno del Centro per la Mindfulness Motus Mundi di Padova che ha fatto di questo la propria missione professionale. Un percorso che si lega alla pratica della disciplina della consapevolezza e dell’accettazione: la mindfulness, ossia una pratica di meditazione che promuove il contatto con la sofferenza ma che soprattutto diventa un modo per abbattere il muro dell’isolamento generato dal dolore. Un modo per andare oltre i pregiudizi e l’indifferenza.
“La via della consapevolezza di chi rimane”, è il titolo del corso organizzato a Padova dal Centro Motus Mundi, presso la sede dell’Associazione in Via Lussemburgo 4, nelle date del 20 febbraio, 5 e 19 marzo, dalle ore 16.00 alle ore 18.00.
I programmi di prevenzione dedicati soprattutto ai familiari sono stati presentati sabato 13 febbraio durante una conferenza con partecipazione molto sentita dai presenti. Come dolenti, abbiamo la necessità di imparare a stare con il nostro lutto – dice Franco Cucchio, Presidente dell’Associazione Motus Mundi, di riconoscere la natura della nostra sofferenza e connetterci intenzionalmente ad essa quando si presenta, concedendole spazio e attenzione non giudicante. Il suicidio rimane un evento moralmente eccepibile dove gli studi scientifici scarseggiano ma non sono assenti: anche Chiara Ometto, psicoterapeuta specializzata in psicologia oncologica e tanatologia intervenuta alla conferenza, aveva iniziato ad avvicinarsi a questo tema già con la sua tesi di laurea, rimasta aperta. È inoltre intervenuta Maria Angela Gelati, Tatanologa, ideatrice della rassegna “Il Rumore del Lutto” autrice del libro “L’albero della vita”. Chi compie questo atto vuole essere salvato e con un urlo silenzioso in realtà è alla ricerca di una sponda sicura.

I.O.

VIACQUA

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