26 Ottobre 2018 - 18.49

MITENI – Disposta istanza fallimento: le prime reazioni

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Con un comunicato stampa l’azienda comunica l’istanza di fallimento presso il Tribunale di Vicenza

Ecco quanto scrivono:
L’azienda adempirà comunque agli obblighi di messa in sicurezza degli impianti e presenterà il piano di bonifica entro i tempi stabiliti.

Trissino, 26 ottobre 2018. Il consiglio di amministrazione di Miteni Spa ha preso atto dell’impossibilità di attuare il piano industriale dell’azienda e ha pertanto deliberato la presentazione dell’istanza di fallimento presso il Tribunale di Vicenza.

La management ha rilevato l’impossibilità di giungere alla definizione certa dei tempi di sblocco delle due produzioni interdette e del susseguirsi di richieste fortemente onerose giunte, tramite diffide, dalla provincia di Vicenza anche nel corso della procedura concordataria. Queste diffide comporteranno l’interruzione di tutte le attività produttive pur essendo in alcuni casi palesemente pretestuose e non riguardando anomalie conclamate o rischi per l’ambiente. Un quadro di assoluta incertezza che ha quindi vanificato gli sforzi del management volti a rilanciare l’attività industriale di Miteni.

Il socio ha comunque deciso di stanziare le risorse per finanziare la cessazione del funzionamento degli impianti produttivi in completa sicurezza e per il completamento delle indagini e delle caratterizzazioni propedeutiche alla stesura del piano di bonifica. Verrà quindi finalizzato, con la presentazione del piano nei termini previsti, il lavoro e l’impegno dei tecnici Miteni profuso nelle attività di caratterizzazione svolte in questi anni.

Il Cda di Miteni si è contestualmente attivato per la ricerca di acquirenti dello stabilimento che possano salvaguardare i posti di lavoro e evitino la dismissione di un impianto con la dispersione di un know how che rappresenta un’eccellenza nella chimica mondiale.

Dichiarazione del segretario generale della Cgil di Vicenza e provincia Giampaolo Zanni:

“La decisione resa pubblica oggi della ditta Miteni di portare i libri in Tribunale, decretando il fallimento dell’azienda è quanto di peggio ci si poteva aspettare. E’ la dimostrazione della mancata volontà di assumersi le proprie responsabilità e quindi della decisione di scaricare sui lavoratori, sui cittadini e sul territorio i problemi derivanti dall’inquinamento da sostanze PFAS.
L’azienda con questa scelta lascia infatti i lavoratori senza una prospettiva occupazionale e senza rassicurazioni circa i possibili danni sulla loro salute derivanti da queste sostanze nocive; lascia il territorio senza garanzie circa la necessaria bonifica del sito, circa il finanziamento del costo della stessa e circa i danni prodotti al sistema idrico pubblico ed al settore agricolo e zootecnico della zona contaminata; e lascia i cittadini senza un interlocutore circa i possibili danni alla loro salute.
La CGIL farà tutto il possibile perché questo non avvenga”.

Zanoni (PD) “Questo è un modo per non pagare i costi della bonifica e per non risarcire i contaminati, bisognava sequestrare per tempo i beni dell’azienda”

Venezia, 26 ottobre 2018 – “Questo a mio avviso è un evidentissimo escamotage per non pagare gli oneri della bonifica e non risarcire le persone contaminate” è il commento di Andrea Zanoni, vice presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale del Veneto alla notizia che Miteni depositerà istanza di fallimento in Tribunale.

“A parte il fatto che le rassicurazioni dell’azienda paiono essere limitate al finanziamento del solo piano di caratterizzazione utile a definire il progetto di bonifica”, prosegue l’esponente del Partito Democratico, “bonificare tutto ciò che è stato contaminato dai Pfas comporterebbe cifre tali da essere difficilmente sborsate anche da una azienda che va a gonfie vele, figuriamoci da una che dichiara fallimento. A questo punto meglio sarebbe stato che nel contesto dell’indagine la magistratura a suo tempo avesse messo sotto sequestro i beni della Miteni così come fatto con i responsabili del crac delle banche del Veneto, ciò per garantire un minimo di risorse finanziare per una bonifica che per costi ed entità pare non avere precedenti. A questo punto il Ministro dell’ambiente dovrebbe inserire lo stabilimento di Trissino tra i Siti di Interesse Nazionali da bonificare ai sensi dell’Art. 252 del Codice dell’Ambiente, i quali vengono individuati “in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali”.

Pfas. Miteni depositerà istanza di fallimento. Guarda (AMP) e Fracasso (PD):
“Una via di fuga in piena regola. Ora le istituzioni agiscano davvero a tutela del territorio”.

“A pochi giorni dalla data entro la quale doveva presentare il progetto di bonifica assumendosi integralmente i costi di realizzazione ed il piano per il concordato in continuità aziendale, Miteni sceglie la via della fuga per allontanarsi dalle proprie responsabilità. Lasciando così in braghe di tela i cittadini di un territorio danneggiato ed umiliato oltre ogni misura dall’inquinamento da Pfas”.

A dirlo i consiglieri regionali Cristina Guarda (AMP) ed il capogruppo PD Stefano Fracasso, alla luce della decisione del consiglio di amministrazione della Miteni Spa di Trissino che ha deliberato la presentazione dell’istanza di fallimento al tribunale di Vicenza.

“Questo esito era da tempo nell’aria, visto il drastico diminuire delle risorse investite dal gruppo – commentano ancora i due esponenti vicentini – ed è davvero assurdo l’atteggiamento dell’azienda che coglie le richieste e le diffide della Provincia di Vicenza come alibi per dichiarare fallimento. In realtà la Provincia ha avanzato richieste che dovevano essere messe sul tavolo da parte della Regione molto tempo addietro. Si apre ora uno scenario preoccupante anche per i lavoratori e le loro famiglie. Ed è ora più che mai indispensabile un intervento istituzionale che sia davvero dalla parte delle popolazioni colpite da questa vergognosa vicenda, fatta di inquinamenti e di fughe”.

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