Nasce nel Vicentino il Registro Telematico delle farine
Una misura che nel vicentino toccherà circa 900 imprese che trattano le farine, tra cui: fornai, pastai, pizzerie, pasticcerie, birrifici, ristoratori, e gli stessi molitori. Per queste categorie, infatti, da marzo dovrebbe arrivare il nuovo registro telematico delle farine introdotto con l’ultima finanziaria di fine anno dal Governo Conte. Una norma pubblicata il primo gennaio e che prevede l’entrata in vigore dopo 60 giorni, appunto ai primi di marzo.
“Ci auguriamo – commentato, Ruggero Garlani Presidente provinciale dei panificatori e Carlo Zampieri rispettivamente presidenti dei Panificatori e dei Pastai di Confartigianato Imprese Vicenza – che il nuovo Governo faccia tesoro della richiesta fatta già qualche settimana fa come Confartigianato Alimentazione che, in sede di attuazione del decreto ministeriale, si modifichino le modalità attuative, anche ridefinendo il perimetro del nuovo obbligo, in coerenza con le finalità dichiarate dal legislatore aumentando sicuramente la soglia delle cinque tonnellate annue e consentendo una proroga. Marzo è alle porte e, stante anche la situazione di incertezza sanitaria ed economica, saranno ben poche le imprese in grado di ottemperare anche a questo nuovo balzello in un tempo così breve”.
Per Garlani e Zampieri questo
del registro è l’ennesimo laccio al collo delle imprese. “All’insaputa di
tutti – denuncia – è comparsa questa prescrizione nascosta nella Finanziaria di
fine anno, contenuta nei commi da 139 a 143 dell’art. 1.”
La norma prevede che chiunque usi un quantitativo di farina superiore alle 5
tonnellate annue debba dotarsi del registro telematico, il che significa nuova burocrazia
e altro tempo che, magari dopo il lavoro, l’imprenditore deve dedicare a occuparsi
di questo. Pesanti anche le multe per inosservanza: fino a 20 mila euro.
Per capire
meglio quanto la nuova norma impatterà sulle piccole aziende Confartigianato ha
fatto due conti: 5 tonnellate annue di farina si traducono in un quantitativo
giornaliero di 19/20 chilogrammi.
“Il che significa – continuano Garlani e
Zampieri – che questa norma impatterà anche sulle
aziende più piccole. I fornai, ad esempio, ci rientrano tutti, perché anche il
forno più piccolo impasta più di 20 chili di farina al giorno. Ma anche i
pastai, i pizzaioli, … rientrano facilmente in questa previsione, che si
traduce in un ulteriore balzello, per di più inutile perché la tracciabilità
delle farine c’era già”.
“Ma non bisognava ridurre la burocrazia? Pare che invece qui si studiano tutte
per aumentare gli adempimenti. Molte imprese hanno appena finito di lavorare
per dotarsi dell’attrezzatura necessaria alla lotteria degli scontrini e per
l’aggiornamento della trascrizione telematica degli scontrini, che ogni sera
viene spedito al Ministero a Roma. Ora da marzo dovrebbe compilare pure questo
registro. Speriamo solo che prevalga il buon senso e si ascolti la voce degli
addetti al settore”, concludono i presidenti.