21 Aprile 2022 - 11.38

Negozi pop-up a Vicenza? Una proposta arriva in Consiglio Comunale

Aprire anche a Vicenza negozi pop-up. L’idea è lanciata dalla consigliera della Lega Eva Pranovi, con l’obiettivo di semplificarne l’apertura a Vicenza. Si tratta di store temporanei. Nella mozione presentata, viene anche spiegato il significato di negozi pop-up.

“La volontà – dichiara Pranovi – è quella di occupare nel senso buono del termine spazi oggi vuoti. L’esperienza positiva del ViOff che ha utilizzato un palazzo del centro storico sfitto per degli eventi collegati alla fiera è l’esempio della ricaduta positiva che possono avere queste nuove politiche del commercio già sperimentate positivamente in altre località”. “Serve però – continua la consigliera leghista – rendere permanente e continuativo questo tipo di possibilità. Farlo rientrare in maniera stabile all’interno delle politiche legate al commercio significherebbe, soprattutto durante importati eventi fieristici o in particolari momenti dell’anno, una possibilità per attirare nuovi marchi o artisti che possano usare i negozi oggi sfitti come vetrina temporanea” “Mi auguro – conclude Pranovi – che questo documento possa trovare l’unanimità del Consiglio, con l’obiettivo di dare nuovo slancio al centro storico e alle attività commerciali che tanto hanno sofferto in questi anni di crisi”.

La Mozione

  • il 2021 è stato un anno di assestamenti, segnato da una lenta ripresa economica, pur tuttavia ancora soggiogato dalla pandemia di Covid-19 che continua a circolare nel Paese. Ci si aspettava che il 2021 fosse stato l’anno del ritorno alla normalità, ma purtroppo così non è stato;
  • sempre più negozi non riescono a sopravvivere ed i negozianti si rassegnano a chiudere portando di conseguenza ad un veloce spopolamento delle zone commerciali tanto nel centro storico che nei quartieri, causando di conseguenza un disservizio ai residenti. Spesso coloro che avrebbero l’intenzione di aprire vanno incontro ad una serie d’incognite che frenano l’iniziativa;
  • ora più che mai l’uso di strategie flessibili ed adattabili si rendono necessarie per far fronte ad un futuro incerto, insieme all’urgenza d’offrire nuove esperienze commerciali che vadano a costituire la base sulla quale poggia il futuro del commercio.

Uno tra i concetti più affascinanti che contraddistinguono il commercio di oggi è quello della vendita esperienziale: si tratta d’un approccio di marketing che punta alla creazione di valore mediante il coinvolgimento del consumatore rendendolo protagonista d’una vera e propria esperienza d’acquisto.

È da questo concetto che s’inserisce il concetto di “pop-up store”, un particolare tipo di negozio, che fa di questo elemento la propria base.

Si tratta di una tendenza che prevede l’apertura di punti vendita a breve termine, spesso per celebrare un evento, per vendere un particolare prodotto, per lanciare una nuova linea.

Il significato letterario di pop-up storeè, appunto, un negozio che “salta fuori” all’improvviso e che, allo stesso modo, smette d’esistere dopo un predeterminato lasso di tempo.

Un pop-up store, altresì “temporary store” o “negozio temporaneo” o “temporary shop”, è decisamente più economico rispetto ad un negozio vero e proprio poiché i costi di gestione sono minori ed i materiali utilizzati per l’allestimento non sono costosi come quelli d’un punto vendita permanente.

I vantaggi derivanti da questa formula sono diversi: la possibilità è quella d’entrare in contatto con le persone, di provare ad esplorare nuove fette di consumatori, differenti settori di mercato, andando ad attrarre nuovi potenziali clienti e, congiuntamente, cercando di fidelizzare quelli già acquisiti in passato grazie al legame con il brand.

Considerato che:

  • il negozio temporaneo viene anche segnalato come tentativo di risposta alla crisi economica attuale, in quanto soluzione che consente, almeno parzialmente, un abbattimento dei costi fissi quali i canoni d’affitto degli immobili;
  • le imposizioni necessarie per l’apertura sia d’un temporary shop che d’un negozio a tempo indeterminato rimangono le stesse.

Constatato che:

  • se per un’attività a tempo indeterminato quella sopra descritta è una procedura accettabile, per una a tempo determinato, magari della durata di soli due mesi, ciò può essere un valido motivo di dissuasione dall’effettuar tale scelta;
  • l’esercente può sfruttare la formula del pop-up store per un tempo determinato (ad esempio 6 mesi con rinnovo d’altri 6), da un minimo di un 1 giorno ad un massimo di 1 anno.
  • al termine del periodo indicato l’autorizzazione ad esercitare decade, tuttavia esiste la facoltà di convertirla in attività permanente andando a comunicare tale decisione entro dei termini da stabilire ( ad esempio 14 giorni od 1 mese antecedenti la scadenza).

come un’attività classica a tempo indeterminato con decadenza immediata delle agevolazioni della formula per il popup store.

Tutto ciò premesso e considerato, la sottoscritta consigliere chiede che il Consiglio comunale impegni il Sindaco e la Giunta a:

– stabilire, da parte del Comune di Vicenza, un modello standard specifico per il negozio temporaneo;

– stabilire uno sconto sulla TARI dedicato al pop-up store, allo scopo d’incentivare un aumento delle attività lavorative;

– studiare e realizzare un pacchetto “utenze fisse pop-up” dedicato che consenta:

  1. di velocizzare le pratiche d’apertura ed annullare i costi di attivazione;
  1. di studiare un prospetto di tariffe fisse quantificabili in base alla superficie dei locali (espressa in m2) pagabili in formula anticipata od a rate;
  1. di scegliere, da parte del gestore del negozio temporaneo, tra varie opzioni di utenze ( ad esempio, luce/acqua – luce/gas – luce/gas/acqua…) .
    Tali utenze avranno inizio e successivo termine in automatico al sopraggiungere delle date comunicate in fase di apertura;
  1. di convertire l’attività temporanea in attività a tempo indeterminato, con opportuno comunicato diretto al Comune da parte del gestore ed entro dei termini da stabilire (ad esempio 14 giorni, 1 mese, altro), per la durata massimo di un anno (al pari delle pratiche depositate in Comune);
  1. di diffondere e promuovere quanto previsto dal “pacchetto pop-up store” tramite il proprio sito istituzionale ed altri mezzi ritenuti opportuni allo scopo.
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