Nel Vicentino il più grande impianto di biometano d’Europa: domani inaugurazione con il presidente di Cooldiretti
Coldiretti protagonista, con il presidente nazionale Ettore Prandini, domani venerdì 26 maggio a Schiavon (Vi), per l’inaugurazione del più importante impianto di biometano in Europa, che trasforma i reflui zootecnici in energia rinnovabile e fertilizzante naturale.
La giornata, che si svolge nell’ambito del Festival del biometano, è messa a punto da Coldiretti Vicenza e FemoGas, con il supporto di Legambiente, e vedrà, alle ore 10, protagonisti della tavola rotonda sul tema “Biometano, un circolo… virtuoso” Francesco Lollobrigida (ministro dell’Agricoltura), Ettore Prandini (presidente nazionale di Coldiretti), Stefano Ciafani (presidente nazionale di Legambiente) e Piero Gattoni (presidente del CIB-Consorzio italiano biogas). In una sessione più tecnica si confronteranno Angelo Baronchelli, presidente del Gruppo AB, Stefano Bozzetto, amministratore delegato di FemoGas, e Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo economico e all’Energia della Regione Veneto. Modererà l’incontro, aperto alla cittadinanza, Antonio Boschetti, direttore dell’Informatore Agrario.
Per chi non potrà presenziare, la tavola rotonda sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del Festival del biometano, sul sito di Nuova Ecologia e sui canali social del Gruppo AB.
Alle 12 Stefano Svegliado, amministratore delegato di Motta Energia e EBS, inaugurerà l’impianto con il classico taglio del nastro, insieme a Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità della Regione Veneto, e Luca De Carlo, presidente della commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato. A seguire, un buffet a cura degli agrichef di Campagna Amica, realizzato con i prodotti tipici locali.
Per l’intera giornata si svolgeranno eventi di informazione ed intrattenimento, nel corso dei quali i veri protagonisti saranno i cittadini ed i numerosi soci che contribuiranno, mettendo a disposizione i reflui del proprio allevamento, a far funzionare ed a rendere effettivamente produttivo lo straordinario impianto, esempio incredibile di collaborazione e sostenibilità.
Caratteristiche dell’impianto
L’impianto, promosso da Iniziative Biometano (Gruppo FemoGas), è gestito da due società operative, Motta Energia e EBS, di cui sono socie 117 aziende agricole attive nel territorio del Brenta, principalmente nei comuni di Schiavon, Pozzoleone, Bressanvido, Sandrigo.
Proprio la compartecipazione è un elemento unico e distintivo: gli allevatori alimentano quotidianamente l’impianto con 360 tonnellate di letame, liquami bovini e pollina (gli escrementi dei polli), vedendo il loro impegno premiato dalla restituzione sotto forma di fertilizzante organico naturale.
Costruito dal Gruppo AB di Brescia e da Ies Biogas (Gruppo Snam), l’impianto è una sorta di stomaco di mucca altamente tecnologico. Attraverso il processo di “digestione anaerobica”, che si compie in assenza di ossigeno alla temperatura costante di 42 gradi, si produce del gas. Una piccola parte di questo biogas viene trasformata, mediante un cogeneratore, in energia elettrica: quella che serve a far funzionare l’impianto, senza la necessità di prelevarla dalla rete. Il resto del biogas, opportunamente filtrato per levare le impurità, entra nella fase di upgrading, dove le molecole di metano vengono separate da quelle di anidride carbonica.
Il metano, in tutto e per tutto simile a quello che scorre nei gasdotti, viene raffreddato mediante elio, per diventare biometano: è il carburante utilizzato da autobus e camion. Ogni anno l’impianto produce 7 mila tonnellate di biometano, quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 200 automezzi pesanti che percorrono 100.000 chilometri ciascuno.
Se il metano diventa biometano liquido, la componente gassosa, cioè l’anidride carbonica, sarà presto recuperata e ceduta alle industrie che se ne servono: il settore alimentare, per esempio, la impiega nelle bibite gassate.
Oltre al biometano, l’impianto produce il digestato. Questo compost è utilizzato, nella sua frazione liquida azotata, per concimare i campi delle stesse aziende socie, e nella frazione solida per la concimazione di precisione in viticoltura, in floricoltura e in orticoltura. Il digestato viene dunque restituito alla campagna in alternativa ai concimi chimici, contrastando la desertificazione dei suoli e contribuendo a preservare la purezza della falda acquifera. Da Schiavon ne escono 250 mila tonnellate l’anno e a beneficiarne sono circa 10 mila ettari di campagna.
Questo impianto è considerato un modello virtuoso, non solo di economia circolare, quindi sostenibile, ma anche di transizione ecologica verso le energie rinnovabili. Esattamente per tali motivi, Legambiente il 26 maggio farà tappa a Schiavon – la seconda del suo tour nazionale – per manifestare il proprio sostegno all’iniziativa, che verrà poi presentata a Roma dall’1 al 3 dicembre prossimi, insieme alle altre selezionate, come caso di studio durante il congresso nazionale dell’associazione.