21 Ottobre 2021 - 10.40

Non solo no-vax: le grandi allucinazioni di massa della storia

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di Alessandro Cammarano

L’umanità e da sempre vittima – quasi sempre per colpa di alcuni furbastri – di colossali abbagli che contagiano vaste fasce di pubblico. Si sa, tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa ma troppo spesso questo “qualcosa” è a totale beneficio di chi se lo inventa e a completo discapito di coloro che ne abbracciano le teorie.

Sarebbe troppo facile dedicarsi solo ai fantomatici microchip che verrebbero inoculati insieme al vaccino contro il Covid o al famigerato 5G capace di sottomettere le coscienze di ciascuno di noi ai più oscuri voleri di misteriose e segretissime logge sotterranee che fanno esperimenti su incroci tra uomo e cane – tipo Mars attacks – o ibridazioni fra gatti siamesi e edamame, il tutto per creare schiavi destinati a servirli in eterno. In realtà non servono simili stratagemmi per conquistare il controllo delle masse: sono più che sufficienti le informazioni che si lasciano sul web giocando a Candy Crush o rispondendo a giochini del tipo “Che tipo di serial killer saresti”.

Dedichiamo dunque l’attenzione alle grandi mistificazioni della storia.

Una tra le più famose riguarda la psicosi dell’Anno Mille. Nei secoli successivi si è millantata la paura quasi parossistica del popolo per l’avvento del nuovo millennio che avrebbe di fatto segnato la fine del mondo, la venuta dell’Anticristo e di conseguenza l’Apocalisse. Il buon Abbone nel suo “Liber apologeticus” racconta di aver sentito solo pochissimi preti predicare di questi scatafasci ma nulla di più.

Nel Sedicesimo secolo il monaco Tritemio di Hirsau narra – ma siamo parecchi lontani dall’Anno Mille – che proprio al volgere dell’undicesimo secolo un’orrenda cometa aveva portato terremoti che avevano devastato monumenti e città; un po’ come le scie chimiche, per intenderci, ma più in grande.

Per fortuna ci pensò il Secolo dei Lumi a riportare a galla la verità.

Un bell’affare fu anche quello delle reliquie dei santi intorno alle quali si è sviluppato nei secoli un fiorente mercato.

La reliquia, nella concezione popolare, conferisce potere a chi la possiede e dunque più si riesce ad aumentare la collezione più si è legittimati a spadroneggiare.

Ecco dunque che a partire dai primi anni della Chiesa schiere di cacciatori, spesso scaltri monacelli, di reliquie si posero alla ricerca di santi prepuzi, chiodi della Croce, teschi di San Giovanni Battista e compagnia cantante.

Ovviamente i doppioni erano all’ordine del giorno e ciascuno reclamava l’autenticità del suo. Si arrivò dunque a crani di San Paolo Bambino e e altri dello stesso San Paolo Adulto.

Sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino, dovrebbe avere avuto circa trenta dita per mano, così come Sant’Apollonia doveva sfoggiare una dentatura da squalo tigre tanti sono i suoi molari in giro per l’Europa.

Nell’Ottocento la creduloneria si fa più raffinata grazie all’appoggio di personaggi di spicco della cultura del tempo.

Nella Francia del 1850 si afferma lo Spiritismo ad opera di uno scaltro pedagogista che si fa chiamare Allan Kardec – la sua inquietantissima tomba è al Père Lachaise – e che riesce a coinvolgere nelle sue sedute un bel pezzo della Parigi che conta.

Tra i suoi discepoli più fidati Victor Hugo che si lasciò convincere a parlare coi morti dopo aver prematuramente perduto la figlia giovanissima, annegata col marito durante una gita in barca sulla Senna.

Le medium – regine del tavolino a tre gambe – spuntarono come funghi e quasi sempre furono smascherate miseramente, come nel caso di Eusapia Palladino o la russa Helena Petrovna Blavatsky, ma che finché furono in attività spillarono fior di quattrini alla buona società della Ville Lumière.

Parigi, chissà perché, attira parecchio gli avventurieri; non si può non ricordare il fantastico conte di Cagliostro, provetto “alchimista”, spia e “possessore di doti paranormali” o Franz Anton

Mesmer che con la sua teoria del magnetismo animale si fece ricco “magnetizzando” parecchie ricche signore.

Anche l’avidità ha spinto nei secoli a “fidarsi” e a prenderla successivamente in saccoccia.

Paradigmatica la bolla speculativa sui bulbi di tulipano – sì, proprio così – detta “Tulpemanie” che fece collassare la florida economia dei Paesi Bassi nella prima metà del Diciassettesimo secolo.

Il prezzo dei bulbi, suddivisi a secondo della loro rarità, schizzò a prezzi astronomici – per intenderci un maiale grasso costava trenta fiorini e un bulbo duemilacinquecento – e tutti ci investivano sopra anche perché il loro mercato sfuggiva al controllo.

Si alienarono terreni e si vendettero case per comprare tulipani, poi il mercato crollò all’improvviso – esattamente come i mutui subprime nel 2008 – e moltissimi furono rovinati.

In un’altra puntata parleremo delle fantomatiche società segrete … credetemi.

Alessandro Cammarano

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