Non sono più le zanzare di una volta!
Sono sempre state il tormentone di tutte le nostre estati, e non mi riferisco alla canzone più gettonata (vecchio verbo da jukebox) sulle spiagge, bensì alle zanzare.
Sì proprio questi insetti che fino a qualche anno fa erano soliti apparire sul far della sera, e accompagnavano le caldi notti estive.
Alzi la mano chi proprio nel momento in cui si stava abbandonando all’abbraccio di Morfeo non ha mai sentito quel “zzzzzzz” vicino all’orecchio, quel sibilo che rappresentava il segno inequivocabile che eri diventato terreno di caccia, magari dell’unica zanzara presente in casa.
E allora ti alzavi in piedi assonnato, traballante, e cominciavi a scrutare prima le pareti della stanza, e poi le tende, i mobili, le suppellettili, ed ogni anfratto in cui si potesse essere nascosto quell’ospite indesiderato.
Nella maggioranza dei casi era una ricerca inutile, ma talvolta ti andava bene, e vedevi la zanzara stagliarsi sul bianco della parete pronta a ricevere la ciabattata che l’avrebbe spiaccicata sul muro.
E la prova di queste cacce grosse la potevi trovare in qualche stanza d’albergo, dove le pareti a fine estate sembravano dei campi di battaglia, testimoni di notti passate dagli ospiti a macellare questi insetti oltre modo fastidiosi.
Ma a ben pensarci chi abitava nelle nostre zone sapeva bene, che da giugno a settembre inoltrato, dall’imbrunire all’alba si era esposti agli assalti delle zanzare, e la cosa veniva vissuta senza alcun patema.
Non dico che ciò riempisse di gioia, ma essere punti (in Veneto si dice anche essere “beccati”, tanto che le punture vengono definite anche “becconi”) faceva parte della vita estiva, e non creava nessuna patema o preoccupazione.
Ricordo bene le faccine, le gambe e le braccia di certi neonati rimasti esposti loro malgrado agli assalti delle zanzare presentarsi con una serie di ponfi da fare pena.
Come ricordo le mie braccia e gambe dopo essere stato all’aperto con gli amici magari a fare quattro chiacchiere o una partita a carte.
Ma alla fine di semplici ponfi si trattava, che prudevano per qualche ora, e potevi andare dalla mamma a dire “me fa spissa”, perchè l’unica risposta che potevi ricevere era “gràtate”.
Le mamme più evolute ti suggerivano di metterti dell’alcol sulla puntura, che effettivamente, dato il blando l’effetto anestetico, un momentaneo sollievo te lo dava.
Ad un certo momento entrarono in commercio i primi “zampironi”, fatti in genere a spirale, la cui brace emetteva un fumetto che doveva allontanare gli insetti molesti.
A onor del vero non ho un gran ricordo di questo rimedio, perché forse era efficace nelle immediate vicinanze dello stesso, ma già ad un metro di distanza le zanzare banchettavano alla grande con il nostro sangue.
Comunque poco male, i “becconi” prudevano per un po’, ti grattavi, ma di solito già al giorno dopo il fastidio era sparito.
Con il passare degli anni la lotta alle zanzare si è evoluta, e così si sono diffusi gli spray, le salviette, gli zampironi elettrici, e soprattutto le zanzariere a porte a finestre.
Ed il contrasto sta assumendo toni e metodi sempre più sofisticati, quasi si trattasse di una vera guerra, per il semplice motivo che le zanzare non sono più quelle di una volta.
Fino ad una ventina d’anni fa c’era sostanzialmente un solo tipo di zanzara, quelle appunto che ti pungevano di notte.
Poi sono arrivate le zanzare tigre, quelle con le zampette a righe bianche e nere, che agiscono in pieno giorno, per cui nella vita quotidiana non c’è più un momento della giornata in cui si possa stare tranquilli all’aperto senza essere molestati da “zzzzzzz” e punture.
Si dice che la zanzara tigre, specie tropicale, sia arrivata nei porti italiani con le navi, e ci sta, anche questo è un frutto della globalizzazione.
Ma il problema è che con i cambiamenti climatici, e con la tropicalizzazione in atto, le specie di zanzare presenti in Italia sono aumentate, tanto che adesso se ne contano circa 60.
Con specie che con noi non c’entrano proprio nulla, tipo la zanzara coreana (Aedes koreicus) che ha la caratteristica di resistere al freddo, tanto è vero che è stata rilevata dal 2011 nel bellunese.
Ma quel che più conta, e che giustamente allarma cittadini e operatori sanitari, è che oggi come oggi le zanzare assieme alla fastidiosa puntura sono in grado di iniettare virus che fino ad ora sembravano confinati in Asia o in Africa, o comunque ai Tropici.
Parliamo di West Nile, Dengue, Zika, Chikungunya, Toscana Virus, e da ultimo Usutu.
Nomi di malattie che finora si potevano leggere magari nei libri di Emilio Salgari, o nei diari degli europei che nell’800 esploravano il continente africano, e che adesso sono invece pane quotidiano negli articoli dei giornali e dei media locali.
Senza nulla togliere a Dengue, Usutu e agli altri virus, pur presenti, quest’anno a farla da padrone in Veneto è il West Nile, che si è talmente diffuso con focolai e cluster nelle nostre città e nei nostri paesi da infettare un gran numero di cittadini, tanto che in questo momento i casi di Virus del Nilo dell’Ovest curati nelle terapie intensive sono di gran lunga più numerosi di quelli da Covid.
Al di là delle disinfestazioni d’urgenza effettuate nelle zone dei cluster si capisce che si tratta di una battaglia persa in partenza, e che l’unica cosa da fare è difendersi a livello personale con tutti i mezzi disponibili, di fatto per evitare di essere punti e potenzialmente infettati.
Ragazzi, non so se avete capito, ma se la sera andate e bere l’aperitivo o in discoteca, è bene che irroriate la vostra pelle di repellenti, e pazienza se la morosa o il moroso troveranno la cosa poco romantica.
Meglio scambiarsi un bacio all’essenza di Autan, che passare qualche settimana in terapia intensiva con la meningite.
E sarà anche bene pensare che ormai le zanzariere nelle nostre case non sono più un vezzo o un lusso da ricchi, bensì uno strumento di prevenzione sanitaria.
Resta il rimpianto di quelle punture che al massimo ti provocavano un ponfo pruriginoso!
Arridatece le zanzare di una volta!!!
Umberto Baldo