Oasi di Casale: i risultati delle indagini
L’Oasi di Casale sta bene. E’ questo, in sintesi, l’esito delle indagini ambientali condotte dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Treviso nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) denominato “Oasi degli stagni di Casale A. Carta”.
“Dalla documentazione presentata in Comune -commenta l’assessore al territorio Lucio Zoppello- non risultano elementi di criticità tali da far avviare un procedimento per la bonifica del sito. Nella sostanza, la situazione non è dissimile da quanto già emerso in passato, cioè che l’area è stata oggetto di conferimento di rifiuti negli anni ‘70, prima cioè della normativa che ha portato alla nascita delle discariche. Si tratta comunque di inerti e residui di demolizione edilizia, niente, quindi, di nocivo o tossico o pericoloso per la salute delle persone.”
Tre i documenti che i Carabinieri del NOE hanno depositato in Comune: la relazione descrittiva del rilievo effettuato dalla Società GIA Consulting Srl (commissionato dallo stesso NOE); il fascicolo fotografico relativo all’esecuzione delle trincee di scavo; le risultanze analitiche dei campionamento eseguiti da ARPAV Vicenza.
Nel dettaglio, le indagini sono state condotte in tre giorni, dal 15 al 17 ottobre 2018. I militari del NOE di Treviso hanno coordinato gli scavi che sono stati eseguiti da personale del Gruppo AIM Valore Città di Vicenza su mandato del comune di Vicenza. Hanno inoltre presenziato rappresentanti del WWF, del Comune di Vicenza, nonché i tecnici dell’ARPAV, i quali hanno prelevato i campioni da analizzare. La metodologia utilizzata il primo giorno di indagine è stata quella non invasiva dei georadar, con la finalità di individuare con precisione le aree oggetto di successivo approfondimento mediante escavazione meccanica del terreno riducendo al minimo l’impatto sull’habitat. Sulla base delle risultanze del georadar, sono stati effettuati alcuni scavi a trincea fino ad una profondità massima di circa 4 metri.
Complessivamente sono state eseguite cinque trincee. Per ciascuna trincea sono stati prelevati fino a tre campioni significativi per tutta la stratigrafia.
“Alla luce di quanto emerso dalle indagini e dalla relazione -afferma Zoppello- ho voluto aprire un tavolo tecnico con ARPAV, rappresentata dal direttore di dipartimento Paola Salmaso e dal direttore del Controllo Ambientale Alessandro Bizzotto, e con la Provincia di Vicenza, rappresentata da Andrea Baldisseri del settore Ambiente, durante il quale gli enti hanno evidenziato l’opportunità, esclusivamente a scopo cautelativo e in analogia a quanto già attuato dalla Provincia di Vicenza per siti simili, come ad esempio l’ex discarica di Ospedaletto, che il Comune di Vicenza proceda alla verifica dello stato qualitativo della falda sotterranea. Tecnicamente, daremo mandato con incarico a soggetto qualificato di effettuare uno studio idro-geologico e proporre l’esecuzione di una rete piezometrica perimetrale dell’area interessata dalle analisi, in modo da scongiurare anche qualsivoglia contaminazione dell’acqua oltre a quella dei terreni già indagati in questa sede.
Proseguiamo quindi nel mantenimento dell’impegno che come amministrazione ci eravamo presi nei confronti dei cittadini di Casale al fine di mettere una parola chiara e definitiva sulla situazione ambientale dell’Oasi dopo che per tanti anni è stata latente in un limbo di incertezza.”