Ortaggi venduti più cari, agricoltori pagati meno
L’allarme è lanciato da Coldiretti, che rileva gli aumenti dei prezzi a fronte di uno ‘sfruttamento’ dei coltivatori.
Aumenti del 3% per la frutta nel carrello della spesa. Lo confermano i dati Istat relativi all’andamento dell’inflazione a gennaio 2021, che evidenziano un aumento dei prezzi alimentari dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Coldiretti Vicenza sottolinea che nei campi è invece speculazione al ribasso. “Le verdure pregiate come i radicchi in genere – commentano i tecnici dell’Osservatorio regionale di Coldiretti – sono pagati sottocosto addirittura 25 centesimi al chilo”.
Gli esempi di una filiera distorta sono tanti: 40 centesimi sono riconosciuti all’orticoltore per il radicchio precoce, mentre il consumatore lo paga tre volte tanto al reparto ortofrutta della Gdo. Il rosso tardivo vale in campagna da 2 a 2,5 euro al chilo, ma nella borsa della spesa arriva a 6 euro.
“La situazione non è migliore – continua Coldiretti Vicenza – per altri ortaggi tipici di stagione come le patate, riconosciute al produttore a 20 centesimi e vendute ad 80/90, i finocchi pagati 70 centesimi e presenti sugli scaffali a quasi 2 euro al chilo, cavolfiori a 80 centesimi nell’orto ed a 2 euro in cassa”.
L’ondata di freddo ha inoltre un impatto sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni coltivate in serra.
“Preferire gli acquisti direttamente in azienda o nei mercati di Campagna Amica è quanto più di consigliabile per avere un prodotto stagionale e per conoscere dagli agricoltori caratteristiche e peculiarità – conclude Coldiretti Vicenza – ciò aiuterebbe le difficoltà del comparto. Diversamente, meglio verificare l’origine nazionale, per essere sicuri di preferire le specialità locali, non soggette a lunghi e difficili trasporti e privilegiare la filiera corta e quanto di meglio offre il periodo della raccolta”.