1 Giugno 2020 - 10.20

Padova prima nel Bike line

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Al di là dei giovani della movida, che sembrano aver deciso che il coronavirus è qualcosa che non li riguarda, non è vero che il passaggio dalla fase del confinamento in casa a quella del “liberi tutti”, per ciò che attiene la mobilità non susciti qualche preoccupazione in molti cittadini.Non è vero che se si sale su un treno, o su un autobus, lo si fa in assoluta tranquillità, soprattutto se c’è affollamento.Poiché gli scienziati continuano a ricordarci che il virus c’è ancora, e circola fra di noi, non c’è dubbio che non si sta volentieri seduti vicino a sconosciuti in spazi per forza ristretti, e che, nonostante gli sforzi delle amministrazioni, sicuramente non sono il massimo quanto ad igiene.Di conseguenza, dopo la riapertura del 18 maggio, per paura del contagio molti hanno deciso di non utilizzare i mezzi del trasporto pubblico, optando per l’automobile. Con il rischio di vedere le nostre strade e le nostre città nuovamente intasate dalle auto, tornando decenni indietro sia nella promozione di una mobilità sostenibile, che nella lotta all’inquinamento.Ma l’alternativa all’auto c’è, e si chiama bicicletta.Non è una novità, almeno nelle regioni del nord, dove la cultura delle due ruote è presente da sempre, ma a mio avviso in modo non ancora del tutto soddisfacente.Certo, a girare nei week end per le strade dei Colli Euganei o dei Colli Berici si ha l’impressione di essere in Olanda, tanti sono i ciclisti, tutti rigorosamente in “divisa da professionisti”, tutti in sella a bici col telaio in carbonio da migliaia di euro,  tutti smaniosi di recuperare in fretta la forma fisica appannata dal  lungo lockdown,  tutti ad  inseguirsi fra rampe e discese, e fra l’altro non tutti rispettosi delle regole del codice della strada.Ma quando si arriva al lunedì, in città le cose cambiano, e quegli stessi ciclisti della domenica si allineano in lunghe file ai semafori, e perdono mezz’ore e più alla ricerca di un posto dove parcheggiare la tanto amata automobile. Quindi il vero obiettivo è promuovere una vera cultura della mobilità alternativa alle quattro ruote, ed il Covid-19, con le paure e le ansie che porta con sé, può rappresentare un formidabile elemento di promozione e spinta.Lo hanno capito anche i nostri governanti, e gli incentivi all’acquisto di biciclette nei Comuni più grandi, unitamente alla possibilità, inserita nel codice della strada, di realizzare le cosiddette “bike line”, vanno sicuramente in quella direzione.Al di là dell’utilizzo di un termine inglese, quasi che la nostra lingua sia priva di espressioni corrispondenti, bike line (letteralmente linea bici) è semplicemente una corsia «posta a destra della normale carreggiata, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli, e contraddistinta dal simbolo del velocipede. La bike lane è parte della ordinaria corsia veicolare, con destinazione alla circolazione dei velocipedi».Chi gira abitualmente in bicicletta sa bene che fino ad oggi le piste ciclabili dovevano obbligatoriamente avere una sede propria, distinta dalla corsia delle auto, quasi sempre delimitata da un cordolo. In questo modo è impossibile realizzarle nelle strade in cui non c’è abbastanza spazio, e hanno costi elevati e tempi lunghissimi di realizzazione. La bike line, essendo sostanzialmente una striscia per terra, segnala uno spazio di attenzione, che richiama chi guida mezzi a motore al rispetto dei ciclisti, ribadendo il principio che “la strada non è soltanto tua”, ma uno spazio condiviso, in cui tutti i mezzi hanno la stessa dignità.Fatta questa lunga ma doverosa premessa, la notizia è che Padova, con Milano, Torino e Roma, sarà la prima città ad attivare le bike line, ovviamente per favorire la mobilità alternativa, ed in questo periodo Covid free.La sperimentazione è già partita nella zona San Camillo, precisamente nelle vie Scardeone e Barozzi, ma a breve verrà estesa anche in altre zone della città.L’Amministrazione comunale di Padova ha così indicato come prioritaria la tracciatura delle bike line nelle strade dove gli spazi lo consentano, con il chiaro obiettivo di dare un segnale di maggiore sicurezza ai cittadini che scelgono la bicicletta come mezzo per spostarsi in città. Le bike line si aggiungono comunque ad una rete di piste ciclabili, che pur non raggiungendo le “vette” di Amsterdam, Stoccolma, Copenaghen, è comunque di tutto rispetto.Sulla base di una recente classifica delle città con la più alta densità di piste ciclabili, Padova si attesta infatti al quinto posto in Italia, dopo Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Bolzano. Un ulteriore motivo per migliorare.
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