PASSAGGIO A NORD – Asiago diventa poesia nel nuovo libro di Fabio Strinati
Ha 36 anni, nasce a San Severino Marche e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata. Poeta, scrittore, pianista e compositore. Si chiama Fabio Strinati e nel suo ultimo libro “Lungo la strada un cammino” ha dedicato una poesia proprio ad Asiago, definita dall’autore come: «immagine del Veneto nel cuor caldo di una donna in fiamme, nell’abete rosso quel color di maraviglia!». Andiamo a conoscere il poeta marchigiano.
Buongiorno Fabio, ci racconta un po’ di lei?
«Posso
dire con assoluta certezza di essere una persona semplice, umile, umana,
ma…per niente comune. Amo vivere in un angolo, appartato, studiare i
meccanismi dell’essere umano e scrutare ogni minimo particolare; sono attratto
dai dettagli e mi arrovello la mente, quando devo assecondare alcune parti del
mio cervello, che sono al di fuori della vita reale».
“Lungo la strada un cammino” è il titolo del
suo ultimo libro di poesie. Di cosa si tratta?
«Si
tratta di un’opera che racchiude dentro di sé una visione completa della parola
scritta. Suoni e sfaccettature molteplici si percepiscono fin dalle prime
battute del libro, creando elementi letterari capaci di svincolarsi dal
concetto di poesia comune. Attraverso un lungo viaggio pregno di energie
interiori e visuali, riesco ad ottenere dalla poesia ciò che più mi identifica
nel nucleo dell’anima, ovvero, quell’istinto innato che mi accompagna da
sempre, come fosse un’ombra matura, figlia di questo tragitto armonioso e a
tratti innamorato, ch’è la vita sana, spensierata e vera».
All’interno del libro c’è una poesia che parla
proprio di Asiago. Come nasce questa poesia?
«Tutto
nasce all’interno di un viaggio nel cuore della cittadina di Asiago. Amo
osservare tutto ciò che mi circonda e senza privarmi del presente, cerco di
assorbire ogni linfa vitale del luogo che mi ospita. Mi piace pensare al nido,
alla paglia e all’albero che crea con naturalezza, frutta, humus ed ombra. “Immagine
del Veneto nel cuor caldo di una donna in fiamme, nell’abete rosso quel color
di maraviglia!”. Mi sono venuti questi pensieri e così, ho deciso di
condividerli con gli Asiaghesi».
Che cosa rappresenta la montagna per lei?
«La montagna è per me un qualcosa di irraggiungibile, ma allo stesso tempo, rappresenta per me una sorta di partenza; tutto ciò che tocca il cielo con l’anima, mi sfiora il cuore passando attraverso la mia mente assuefatta dall’escursionismo poetico».
Se possibile, le chiediamo di riportare la poesia “Asiago (un ricordo, alcuni versi)” in anteprima per i nostri lettori.«Boschi di pino mugo aghiformi sempreverdi/ e nel vento il mugòlio semisommerso/ nei sensi che ribollono in piccoli frammenti/ rivestiti di stagione. In autunno, il larice/ selvaggio appare agli occhi come velluto/ dalla chioma rada e piramidale, / pensieri spioventi come in una costellazione/ di un paesaggio di luce viva e accecante/ mescolata al freddo delle ossa e quel richiamo/ della prima guerra mondiale…/ che negli occhi non scompare il tremito/ che fece tremare l’anima di un altopiano/ dal palpito intimo, / fremito indomito/ come una gelata d’ombra».