PASSAGGIO A NORD – Le erbe medicinali e aromatiche delle nostre montagne: proprietà, usi e benefici
Alla scoperta delle erbe medicinali e aromatiche delle nostre montagne: proprietà, usi e benefici
di Anna Roscini
Se i fiori sono il sorriso della terra, chi ha creato la montagna allora doveva essere davvero di buon umore. Siamo ormai nel pieno dell’estate e la montagna diventa il rifugio ideale per chi cerca di fuggire dal caldo della città, ma anche per chi vuole godere della bellezza della natura e scoprire i suoi preziosi doni. Camminare tra prati e boschi, può diventare un’occasione per raccogliere deliziose erbe spontanee da utilizzare per dare colore ai nostri piatti e per curare tanti piccoli disturbi in maniera naturale. Ne parliamo con Lisa Cantele, erborista di Asiago.
Quali erbe medicinali e aromatiche si
trovano nelle nostre montagne in questo periodo? Come sfruttare le loro
proprietà nutritive e benefiche?
«In
questo periodo si può raccogliere l’achillea millefoglie, che viene così
chiamata proprio per la particolarità delle sue foglie molto frastagliate. Sia
di colore bianco che di colore rosa, è una pianta che cresce fino in alta
quota. È utile per la circolazione del sangue, ma anche per le emorroidi. Non
solo, è un eccellente cicatrizzante e un buon digestivo, viene spesso
utilizzata per la grappa. Si può usare anche in infuso e, con l’olio essenziale,
si fanno delle creme per favorire la circolazione. Possiamo trovare poi il timo
serpillo, detto anche pepolino. Si tratta di una pianta spontanea e molto
diffusa, dal mare alla montagna. Si usa in infuso soprattutto per la tosse, per
il catarro e la bronchite, ma aiuta anche a combattere i gonfiori intestinali. Ottimo
anche in cucina, per esempio con la tosella e con i fagioli. Un’altra pianta
molto comune nei pascoli di montagna è la piantaggine, sia nella varietà lanceolata
che maggiore. Oltre ad essere un toccasana per la tosse, il catarro e la bronchite,
è un rimedio molto valido per le punture di insetto, nonché un ottimo
cicatrizzante per le ferite. Basta applicarla esternamente direttamente sulla
puntura e allieva il dolore. E ancora, possiamo trovare anche i trifogli dei
prati, o trifogli rossi. I fiorellini si possono mangiare e essere addirittura
fritti o utilizzati nelle minestre insieme alle foglie. Questa pianta è utile
alle donne in menopausa per contrastare le vampate di calore, ma anche agli
uomini, specialmente per la prostatite. Si può consumare sia in infuso che in
estratto idroalcolico».
Tutti la conoscono per il suo effetto urticante, ma possiede in realtà
molteplici proprietà. Possiamo ancora raccogliere l’ortica? Se sì, per quali
usi?
«Certamente, anche se il momento migliore per raccoglierla sarebbe la primavera.
Possiamo essiccare le foglie per aggiungerle ai cibi o usarle in infuso. Gli utilizzi
in cucina sono i più vari: dai risotti, alle tagliatelle fino agli gnocchetti
verdi. Questa pianta aumenta i livelli di ferro nel sangue ed è dunque
consigliata alle persone anemiche. È anche un ottimo depurativo».
Tra le tante, quali altre piante
officinali possiamo trovare?
«Un’altra pianta di sottobosco, che matura proprio in questi giorni, è il
mirtillo nero. Utile per chi ha problemi di circolazione e di vista. Se il
frutto fresco ha proprietà lassative, il frutto essiccato è ideale contro la
diarrea. Le sue foglie possono inoltre aiutare i pazienti con diabete mellito ad
abbassare la glicemia. Tra le piante officinali troviamo anche l’iperico, detto
anche erba di San Giovanni. Fiorisce in questo periodo ed è ottimo soprattutto
per curare le scottature e altri problemi della pelle. L’estratto idroalcolico di
iperico è consigliato per chi soffre di depressione. Si tratta però di un preparato
che interagisce con numerosi farmaci; pertanto, prima dell’assunzione, è
opportuno consultare l’erborista o il farmacista di fiducia».
Dalla raccolta all’impiego in cucina:
una ricetta per il pubblico di TViweb?
«In
questi caldi giorni d’estate lo sciroppo di sambuco è una bibita dissetante,
nonché molto semplice da preparare anche in casa. Ecco gli ingredienti
necessari: 30 ombrelle di sambuco, 3 litri d’acqua, 3 kg di zucchero di canna (possibilmente
chiaro), 6 limoni biologici, 90 ml di aceto di mele. Per prima cosa si scioglie lo zucchero
nell’acqua portata ad ebollizione. Si spegne il fuoco e si aspetta che il
composto si raffreddi. Si aggiungono poi i fiori di sambuco, i limoni tagliati
a fettine e l’aceto. Si mette il coperchio e si ripone la pentola in un
ambiente fresco così che la bevanda non fermenti. Si lascia macerare per cinque
giorni, ricordandosi di mescolare ogni giorno. Una volta pronta, si filtra e si
imbottiglia con un tappo a corona. Oltre che rinfrescante, il sambuco è
immunostimolante. Andando a stimolare le difese immunitarie dell’organismo è
un’ottima bibita per prevenire le malattie invernali. Diluito in acqua tiepida aiuta
a sconfiggere anche raffreddori e sinusiti».
Quali sono i rischi nel raccogliere le
erbe senza un’adeguata preparazione?
«È
importante che la persona che va a raccogliere erbe sia preparata in materia, o
abbia al fianco una persona competente. Alcune piante più conosciute, come il
tarassaco o l’ortica, è molto difficile che vengano confuse con altre, ma
bisogna stare attenti perché invece altre, come il trifoglio e la piantaggine,
potrebbero trarre in inganno. Purtroppo sono capitati casi di intossicazione,
proprio in questo periodo. Per tutti gli interessati, organizziamo durante
l’anno diverse escursioni sull’Altopiano per imparare a conoscere, raccogliere
e utilizzare le erbe spontanee in tutta sicurezza».