PASSAGGIO A NORD – Ritrovare il benessere con il ‘bagno nella foresta’
di Anna Roscini
Si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta”. Nasce in Giappone negli anni ottanta quando l’ente forestale sollecitò gli abitanti della città a ristabilire un contatto con la natura per contrastare gli effetti negativi dell’urbanizzazione. Secondo questa pratica orientale infatti la natura avrebbe un effetto benefico e terapeutico su corpo e mente. Numerosi studi scientifici hanno poi confermato che camminare in mezzo alla natura aiuta a ridurre la produzione di ormoni da stress, ad abbassare la pressione, curare la depressione, combattere gli stati d’ansia, aumentare il livello di concentrazione. Non solo, il contatto con la natura porta ad un aumento dell’attività dei linfociti NK, particolarmente importanti nella difesa contro virus e malattie, nonché alla riduzione della concentrazione di cortisolo e all’abbassamento della frequenza cardiaca. Può la natura essere una fonte di ispirazione e rigenerazione per l’uomo del terzo millennio? Ne parliamo con Giulia Rigoni, insegnante di yoga, esperta in pratiche di meditazione e respiro consapevole.
Domenica 20 ottobre hai
organizzato insieme alle guide dell’Altopiano una passeggiata emozionale nell’ambito
di Asiago Foliage. Di che tipo di escursione si tratta?
«Nel
corso di questa camminata Anna Sella, guida naturalistica ambientale, ci
spiegherà gli effetti terapeutici del bosco dal punto di vista scientifico, io
mi occuperò invece della parte emozionale. Cercherò di fare “vivere” il bosco
attraverso l’uso dei sensi con pratiche di yoga, di respirazione (il pranayama)
e di mindfulness molto semplici. Si tratta di una passeggiata lenta e adatta a
tutti: ci prenderemo infatti il tempo di osservare tutto ciò che ci circonda. Sarà
un’esperienza di sollecitazione dei cinque sensi per educarsi all’ascolto dei
suoni del bosco, alla capacità di respirare i profumi, di osservare la luce e
le sfumature dei colori, alla sensibilità nello stabilire un contatto con le
piante e con la terra».
Un’esperienza che
porterà dunque i partecipanti a contatto con la natura. In che modo?
«Oltre
allo yoga dolce, agli esercizi di respirazione e alla meditazione camminata, avremo
la possibilità di abbracciare un albero. Si tratta di una pratica di silvoterapia.
Per lo yoga, l’albero ha un forte valore simbolico: le radici rappresentano il
nostro passato, il tronco il presente, i rami il futuro. Ecco quindi che il
contatto con il tronco dell’albero ci aiuta a stare nel qui e ora e a fermare
la nostra mente al momento presente. Ognuno sceglierà la pianta che più lo
attrae in quel momento e proverà ad ascoltare quello che l’albero ha da dire.
Può essere che ci dia una sensazione di serenità e tranquillità, così come di
sofferenza. Ogni pianta ha un significato diverso: il faggio, per esempio, è
l’albero della solitudine e dell’introspezione, mentre l’abete ha
caratteristiche opposte ed è più fresco e aperto. Possiamo abbracciare il
tronco o appoggiarvi la nostra schiena, così che la nostra colonna vertebrale
entri in connessione con l’albero. Le piante, così come trasformano l’anidride
carbonica in ossigeno, sono in grado di assorbire tutto quello che noi abbiamo
bisogno di lasciare andare, donandoci nuova energia».
La natura ha un effetto
rigenerante sull’uomo?
«Gli
alberi sono come delle grandi antenne energetiche con cui entriamo in
connessione. Qualsiasi tipo di pianta rilascia nell’aria delle molecole, i
terpeni, che noi assorbiamo attraverso la pelle. Oltre al benessere mentale,
che può essere dato, soprattutto in questa stagione, dai colori del bosco,
esiste proprio una reazione chimica tra quello che il bosco ci dà e il nostro
corpo. Quello che viene rilasciato dalle piante arriva in profondità, arriva in
connessione con i nostri organi interni».
Quali sono i benefici di praticare lo
yoga e la meditazione in mezzo alla natura?
«Sicuramente un grande effetto antistress: le persone di questi tempi sono
abituate a vivere in un mondo frenetico e non si soffermano molto sulla natura,
su quello che le circonda, sul momento presente. Praticare yoga e meditazione
in mezzo al verde è rigenerante e aiuta a rallentare, a ritrovare sintonia con
quello che sarebbe il nostro ambiente naturale, ovvero il bosco».
Perché fare un bagno nella foresta?
«Credo
che le persone ne abbiano sempre più bisogno. Siamo talmente abituati ad
indossare le scarpe, a vivere nel grigio delle città, che il bosco – e tutto
quello che comprende – sta diventando una cosa strana. In realtà, l’uomo
primitivo vedeva il bosco come casa. Oggi purtroppo stiamo perdendo questo
contatto profondo con la natura, le persone cominciano a non sentirla come un ambiente
familiare. Invece è proprio il bosco che ci aiuta a risvegliare quei sensi che
con il passare del tempo si stanno assopendo: molto spesso non percepiamo più
gli stimoli che ci vengono dati dall’esterno. Dimentichiamo di sentire il
profumo della pioggia, del bosco. Talvolta queste cose passano in secondo piano
perché la gente semplicemente non se ne accorge, o perché durante la
passeggiata chiacchiera o perché magari guarda il telefono. Invece, camminare
consapevolmente significa osservare, ascoltare, sentire, toccare: ristabilire
un contatto con la natura. Le persone si rendono conto che, alla fine della camminata,
si sentono più leggere. Si tende ad andare alla ricerca di cose difficili o
strane per riuscire a portare la mente nel momento presente, quando a volte
basta davvero poco. Una passeggiata consapevole per esempio».