18 Ottobre 2019 - 9.48

PASSAGGIO A NORD – Ritrovare il benessere con il ‘bagno nella foresta’

di Anna Roscini

Si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta”. Nasce in Giappone negli anni ottanta quando l’ente forestale sollecitò gli abitanti della città a ristabilire un contatto con la natura per contrastare gli effetti negativi dell’urbanizzazione. Secondo questa pratica orientale infatti la natura avrebbe un effetto benefico e terapeutico su corpo e mente. Numerosi studi scientifici hanno poi confermato che camminare in mezzo alla natura aiuta a ridurre la produzione di ormoni da stress, ad abbassare la pressione, curare la depressione, combattere gli stati d’ansia, aumentare il livello di concentrazione. Non solo, il contatto con la natura porta ad un aumento dell’attività dei linfociti NK, particolarmente importanti nella difesa contro virus e malattie, nonché alla riduzione della concentrazione di cortisolo e all’abbassamento della frequenza cardiaca. Può la natura essere una fonte di ispirazione e rigenerazione per l’uomo del terzo millennio? Ne parliamo con Giulia Rigoni, insegnante di yoga, esperta in pratiche di meditazione e respiro consapevole.

Domenica 20 ottobre hai organizzato insieme alle guide dell’Altopiano una passeggiata emozionale nell’ambito di Asiago Foliage. Di che tipo di escursione si tratta?         
«
Nel corso di questa camminata Anna Sella, guida naturalistica ambientale, ci spiegherà gli effetti terapeutici del bosco dal punto di vista scientifico, io mi occuperò invece della parte emozionale. Cercherò di fare “vivere” il bosco attraverso l’uso dei sensi con pratiche di yoga, di respirazione (il pranayama) e di mindfulness molto semplici. Si tratta di una passeggiata lenta e adatta a tutti: ci prenderemo infatti il tempo di osservare tutto ciò che ci circonda. Sarà un’esperienza di sollecitazione dei cinque sensi per educarsi all’ascolto dei suoni del bosco, alla capacità di respirare i profumi, di osservare la luce e le sfumature dei colori, alla sensibilità nello stabilire un contatto con le piante e con la terra».

Un’esperienza che porterà dunque i partecipanti a contatto con la natura. In che modo?
«Oltre allo yoga dolce, agli esercizi di respirazione e alla meditazione camminata, avremo la possibilità di abbracciare un albero. Si tratta di una pratica di silvoterapia. Per lo yoga, l’albero ha un forte valore simbolico: le radici rappresentano il nostro passato, il tronco il presente, i rami il futuro. Ecco quindi che il contatto con il tronco dell’albero ci aiuta a stare nel qui e ora e a fermare la nostra mente al momento presente. Ognuno sceglierà la pianta che più lo attrae in quel momento e proverà ad ascoltare quello che l’albero ha da dire. Può essere che ci dia una sensazione di serenità e tranquillità, così come di sofferenza. Ogni pianta ha un significato diverso: il faggio, per esempio, è l’albero della solitudine e dell’introspezione, mentre l’abete ha caratteristiche opposte ed è più fresco e aperto. Possiamo abbracciare il tronco o appoggiarvi la nostra schiena, così che la nostra colonna vertebrale entri in connessione con l’albero. Le piante, così come trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, sono in grado di assorbire tutto quello che noi abbiamo bisogno di lasciare andare, donandoci nuova energia».

La natura ha un effetto rigenerante sull’uomo? 
«Gli alberi sono come delle grandi antenne energetiche con cui entriamo in connessione. Qualsiasi tipo di pianta rilascia nell’aria delle molecole, i terpeni, che noi assorbiamo attraverso la pelle. Oltre al benessere mentale, che può essere dato, soprattutto in questa stagione, dai colori del bosco, esiste proprio una reazione chimica tra quello che il bosco ci dà e il nostro corpo. Quello che viene rilasciato dalle piante arriva in profondità, arriva in connessione con i nostri organi interni».

Quali sono i benefici di praticare lo yoga e la meditazione in mezzo alla natura?
«Sicuramente un grande effetto antistress: le persone di questi tempi sono abituate a vivere in un mondo frenetico e non si soffermano molto sulla natura, su quello che le circonda, sul momento presente. Praticare yoga e meditazione in mezzo al verde è rigenerante e aiuta a rallentare, a ritrovare sintonia con quello che sarebbe il nostro ambiente naturale, ovvero il bosco».

Perché fare un bagno nella foresta?
«Credo che le persone ne abbiano sempre più bisogno. Siamo talmente abituati ad indossare le scarpe, a vivere nel grigio delle città, che il bosco – e tutto quello che comprende – sta diventando una cosa strana. In realtà, l’uomo primitivo vedeva il bosco come casa. Oggi purtroppo stiamo perdendo questo contatto profondo con la natura, le persone cominciano a non sentirla come un ambiente familiare. Invece è proprio il bosco che ci aiuta a risvegliare quei sensi che con il passare del tempo si stanno assopendo: molto spesso non percepiamo più gli stimoli che ci vengono dati dall’esterno. Dimentichiamo di sentire il profumo della pioggia, del bosco. Talvolta queste cose passano in secondo piano perché la gente semplicemente non se ne accorge, o perché durante la passeggiata chiacchiera o perché magari guarda il telefono. Invece, camminare consapevolmente significa osservare, ascoltare, sentire, toccare: ristabilire un contatto con la natura. Le persone si rendono conto che, alla fine della camminata, si sentono più leggere. Si tende ad andare alla ricerca di cose difficili o strane per riuscire a portare la mente nel momento presente, quando a volte basta davvero poco. Una passeggiata consapevole per esempio».

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