PASSAGGIO A NORD – Il bramito del cervo: dove e quando ascoltarlo
«La stagione dell’amore viene e va» canta Battiato. Nella vita, come in natura. Lo sanno bene alcuni affascinanti abitanti dei nostri boschi che, proprio in questo periodo, si esibiscono in un canto d’amore senza uguali. Una sfida fatta di suoni potenti e profondi che, nel cuore della notte, si susseguono per eleggere il maschio più possente che avrà il diritto di conquistare le femmine del gruppo. Andiamo ad ascoltare il bramito del cervo con Michele Ferretto, guida ambientale escursionistica e guida naturalistica, laureato in scienze naturali e specializzato in zoologia.
Impariamo a conoscere il cervo: come
descriveresti questo affascinante animale?
«Il
cervo da noi è il più grande dei cervidi (all’interno di questa famiglia solo
l’alce, che non è presente nei nostri territori, può vantare una dimensione più
grande). Si tratta infatti di un animale possente e di notevoli dimensioni che
sicuramente non passa inosservato. Oggi si può trovare esclusivamente, o quasi,
nei boschi collinari o montani, anche se non è sempre stato così.
Originariamente era distribuito in aree più ampie, ora però i boschi adatti
alla sua vita, quindi maturi e di una certa dimensione, li ritroviamo solo in
montagna. Per andare a conoscerlo bisogna quindi avvicinarsi a questi boschi
che, negli ultimi decenni, si sono espansi un po’ in tutta la montagna veneta
per effetto dello spopolamento generale. In questo modo, hanno dato la possibilità
a molti animali, tra cui anche il cervo, di colonizzare nuovi territori e
trovare nuovi habitat dove potere vivere e svolgere tutte le fasi del loro
ciclo vitale. I cervi hanno bisogno di spazi abbastanza grandi, perché, soprattutto
i maschi, si spostano. Basti pensare che qualche mese fa sono stati avvistati
due esemplari anche vicino al centro abitato di Malo. Quando si muovono dunque vanno
anche in pianura, anche se lì non ci sono le condizioni per creare un habitat a
loro favorevole. Sono animali sociali: le femmine vivono insieme, anche ai
piccoli e ai più giovani, durante praticamente tutto il periodo dell’anno;
mentre i maschi, come spesso accade nel mondo animale, vivono per conto loro e
sono autonomi. In un particolare periodo dell’anno, che è quello riproduttivo
si radunano tutti quanti però».
Parliamo proprio del rituale d’amore di questi
animali. In che periodo si svolge e in cosa consiste?
«La
stagione riproduttiva va da metà settembre a metà ottobre indicativamente. I
maschi ritornano nei luoghi di riproduzione e vanno alla ricerca dei gruppi di
femmine. Cercano di conquistarle battendosi in una gara, che può anche arrivare
ad uno scontro fisico, ma che è soprattutto uno scontro di capacità vocali. Il
maschio che ha la meglio avrà la possibilità unica di accoppiarsi con il gruppo
di femmine del luogo che proteggerà più o meno attivamente nel corso del
periodo successivo. Durante questo duello, le femmine si godono lo spettacolo:
chi ha la voce più bassa e potente viene riconosciuto come il maschio più forte
e quindi il più adatto a riprodursi. Questo accade perché una voce profonda è normalmente
collegata anche ad una prestanza fisica e una stazza che potenzialmente è
superiore a tutte le altre. In natura, capita spesso che siano le femmine a scegliere
i maschi, mentre in questo caso accade il contrario. Si tratta in realtà di un
adattamento evolutivo proprio per cercare di trasmettere alla progenie il
patrimonio genetico più adatto alla riproduzione, alla sopravvivenza e quindi
alla continuità della specie. In questo periodo il cervo è tutto impegnato a
farsi sentire dagli altri: farsi riconoscere come il più prestante tramite il
bramito comporta uno spreco di energie notevole. Laddove gli sfidanti poi non
riuscissero a risolvere la questione usando la voce, ci possono anche essere
scontri fisici, ma alla fine uno dei due finalisti desiste e non si arriva mai all’uccisione.
Quando un cervo capisce di essere più debole, si ritira. È interessante vedere
come questi animali abbiano messo in atto questo meccanismo per risolvere la
questione: scegliere il più forte in un duello canoro è senz’altro un modo più
elegante di combattere».
Dove è possibile ascoltare il bramito del cervo
nei territori montani vicentini?
«Si
possono sentire in alcune zone dell’Altopiano di Asiago, in generale, nelle
vallate dell’Alto Vicentino. Noi della cooperativa sociale Biosphaera sabato 28
settembre e 5 ottobre abbiamo organizzato due escursioni in notturna per andare
ad ascoltare il bramito del cervo nelle zone di Posina e di Laghi, dove da
diversi anni è possibile sentirli. Ovviamente avendo un po’ di fortuna, perché
gli animali poi fanno quel che vogliono, non è detto che siano vicini al luogo
in cui ci si trova».
Come ammirare questo rituale in sicurezza e nel
rispetto dell’animale?
«È
fondamentale conoscere le norme per vivere in sicurezza la montagna; solo che,
dovendo andarci di notte, la cosa diventa più delicata. Quando ci si muove negli
ambienti montani con il buio bisogna prestare molta attenzione ed è necessario
sapere dove si va, avere con sé la pila e il materiale adatto ad un’escursione
di questo tipo e così via. Senza contare che non bisogna disturbare gli
animali, ma cercare di essere pazienti e limitarsi all’ascolto. Per avere
un’esperienza un po’ più completa è bene farsi accompagnare da una guida
esperta. Oltre alla sicurezza, l’obiettivo di escursioni di questo genere è solitamente
quello di apprezzare gli animali e vedere cose che non si conoscono. Proprio dalla
conoscenza poi deriva la conservazione, l’apprezzamento e l’amore per quello
che sta attorno. Nell’obiettivo di qualsiasi guida naturalistica c’è proprio
questo: fare conoscere per fare apprezzare. Chi apprezza ha poi il sentimento
d’amore, rispetto e protezione nei confronti di quello che ha visto».
È difficoltoso incontrare un cervo durante il
resto dell’anno?
«Adesso
c’è il vantaggio di poterli ascoltarle, di capire dove sono. In questo momento,
la loro preoccupazione primaria è l’accoppiamento, quindi abbassano un po’ le
difese. Solitamente durante l’anno sono più schivi: durante il giorno vivono normalmente
all’interno del bosco che offre loro protezione. Escono, e sono dunque più facilmente visibili,
alla sera o al mattino presto, quando vanno nelle zone di radura e di prato ad
alimentarsi. Non è così raro incontrarli per chi fa la guida, ma per la maggior
parte delle persone è difficile incontrarli. Rimangono per questo animali
relativamente poco conosciuti».
Quanti cervi vivono nelle nostre montagne?
«In
Veneto sono presenti dai 5000 ai 7000 cervi. La maggior parte di questi stanno
in provincia di Belluno, diciamo tra i 4000 e 5000 esemplari. Gli altri si
dividono un po’ nel restante territorio montano della regione, ovvero il
vicentino e il veronese. Meno di 1000 esemplari potrebbero essere presenti
quindi nel vicentino. Questi dati sono presi dal Nuovo Atlante dei Mammiferi
del Veneto, un libro scientifico pubblicato due anni fa che ha riassunto gli
studi degli ultimi decenni e i dati disponibili sulla distribuzione degli
animali e al quale ho avuto il piacere di collaborare per la parte dei
pipistrelli e del visone americano».