Perché il 7 è considerato un numero fortunato?
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Il fascino eterno del numero 7: mistico, sacro e onnipresente
Quando si chiede quale sia il numero fortunato, molti rispondono senza esitazione: il 7. Da millenni questo numero è sinonimo di fortuna nell’immaginario collettivo, associato a misticismo, potere e sacralità. La sua presenza si estende attraverso tradizioni, culture e religioni, rendendolo una costante della storia umana.
La magia del numero 7 affonda le radici nell’antichità. La numerologia, considerata una delle discipline più antiche, è strettamente legata all’astrologia, che per Greci e Romani era sia scienza che religione. Furono proprio loro a introdurre la settimana di sette giorni, ispirandosi ai sette pianeti visibili a occhio nudo. Ogni giorno era dedicato a un corpo celeste: la Luna per lunedì, Marte per martedì, Mercurio per mercoledì, Giove per giovedì, Venere per venerdì, Saturno per sabato e il Sole per domenica.
La domenica, come la conosciamo oggi, è frutto di un decreto di Costantino I, il primo imperatore romano a convertirsi al cristianesimo. Il 7 marzo 321, Costantino dichiarò il giorno del sole come dies dominicus, il giorno del Signore. Curiosamente, anche questa data racchiude il simbolismo del 7: 7 marzo 321, con il numero 321 divisibile per 3 che dà come risultato… 7.
Il 7 nella cultura e nella religione
Il numero 7 appare in molteplici contesti: dalle sette meraviglie del mondo ai sette colori dell’arcobaleno, dai sette anni di sfortuna per chi rompe uno specchio ai sette peccati capitali. Anche la scienza lo celebra: la tavola periodica di Mendeleev si sviluppa su sette linee orizzontali, mentre la psicologia, grazie agli studi di George A. Miller nel 1956, ha dimostrato che la mente umana può elaborare simultaneamente fino a sette informazioni.
La simbologia del 7 è profondamente radicata anche nelle religioni. Nella Bibbia, Dio crea il mondo in sei giorni e si riposa il settimo. I doni dello Spirito Santo sono sette, così come le gioie e i dolori di Maria. La storia di Giuseppe narra di sette vacche grasse e sette vacche magre, simbolo di anni di abbondanza e carestia. Nell’ebraismo, la Menorah, il candelabro sacro, ha sette bracci, e nell’induismo i chakra, i centri energetici del corpo, sono sette. Nell’Islam, i pellegrini compiono sette giri intorno alla Kaaba.
Il 7 nella vita quotidiana
Persino il nostro corpo porta traccia di questo numero: la testa umana ha sette orifizi – due orecchie, due occhi, due narici e una bocca. Non sorprende, quindi, che il numero 7 sia considerato fortunato, essendo intimamente intrecciato con la nostra esperienza esistenziale e culturale.
Il numero 7, presente ovunque, continua a esercitare il suo fascino senza tempo, ricordandoci che il suo potere non risiede solo nella superstizione, ma nella profonda connessione con la nostra storia, mente e spiritualità.