4 Aprile 2025 - 17.11

Perché non dovresti dare bevande energetiche ai bambini

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Da circa quindici anni le bevande energetiche sono diventate una vera e propria tendenza. Reperibili liberamente nei supermercati, sono pubblicizzate come alleate contro la stanchezza temporanea. Un serio monito ci arriva dall’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (ANSES). Dietro l’etichetta “energizzante” – che l’ANSES definisce un mero “termine di marketing senza alcun fondamento normativo” – si nasconde una miscela di sostanze che può rappresentare un serio rischio per la salute.

Questi prodotti contengono ingredienti come caffeina, guaranà e ginseng, noti per il loro effetto stimolante, ma che in elevate concentrazioni possono essere pericolosi, soprattutto per bambini e adolescenti. L’ANSES raccomanda infatti di evitarne categoricamente il consumo da parte delle persone più vulnerabili, inclusi minori, donne incinte e in allattamento.

Secondo i dati pubblicati da 60 Millions de Consommateurs, nel dicembre 2024 il consumo di queste bevande ha registrato un incremento del 12,5% rispetto all’anno precedente. Ma a differenza delle bevande pensate per lo sport, quelle energetiche non offrono alcun beneficio nutrizionale: contengono elevate dosi di zucchero, caffeina, taurina e ginseng, una combinazione che può causare dipendenza e gravi conseguenze sanitarie.

Il pediatra Luigi Titomanlio, intervistato da Le Figaro, avverte: “La caffeina accelera il battito cardiaco, può provocare tachicardia, aritmie e, nei casi più gravi, arresto cardiaco. A livello cerebrale, l’iperstimolazione neuronale può sfociare in convulsioni”. ANSES aggiunge che l’assunzione di queste bevande, in combinazione con altre fonti di caffeina, può generare situazioni di rischio non trascurabili.

Gli effetti sulle fasce d’età più giovani sono particolarmente allarmanti. Uno studio del 2013, condotto in 16 paesi europei, ha rilevato che il 3% dei bambini consumava bevande energetiche più di quattro o cinque volte alla settimana. L’ANSES ha poi segnalato che l’11% dei bambini tra i 3 e i 10 anni raggiunge livelli di consumo tali da causare sintomi di astinenza: ansia, mal di testa, disturbi del sonno.

Un altro studio, pubblicato nel 2024, ha ribadito la pericolosità di questi prodotti per la salute mentale e fisica dei più giovani, sottolineando il loro impatto negativo sul comportamento e sul rendimento scolastico. La caffeina, inoltre, è uno psicostimolante che può aprire la strada a future dipendenze.

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