PILLOLA DI ECOMOMIA – Outlook negativo
Venerdì scorso, in piena notte com’è d’uso per non influenzare i mercati, l’Agenzia di rating Moody’s ha comunicato il cambio di giudizio sulle prospettive dell’Italia.
Il rating sovrano non è stato toccato, ed è quindi stato confermato a livello Baa3, ma con outlook che scende da “stabile” a “negativo”.
A mio avviso niente di nuovo in realtà, perché a fine luglio anche Standard &Poor’s aveva tagliato l’outlook sul rating italiano, portandolo da positivo a stabile, mantenendo comunque il rating BBB (l’equivalente di un Baa2 di Moody’s).
Anche Fitch, la terza principale agenzia di rating, esprime per l’Italia un giudizio BBB con outlook “stabile”.
Quella che forse è un po’ inconsueta è la nota con cui il Ministero dell’Economia ha definito la decisione di Moody’s «opinabile», affermando che «le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento”.
Sempre nella nota in questione il Mef ha sottolineato che: “L’elevato livello del debito pubblico italiano, a confronto con altri Paesi, è già pienamente riflesso nel rating assegnato all’Italia da Moody’s. Inoltre, il peggioramento delle aspettative economiche segnalato dalle indagini congiunturali di luglio accomuna tutte le economie avanzate. Riguardo ai fattori politici, le elezioni anticipate non costituiscono un’anomalia nel contesto delle democrazie europee”.
Perché il Mef ha ritenuto opportuno intervenire per iscritto contestando la decisione di Moody’s?
Francamente non è facile dare una risposta esaustiva a questa domanda.
Non credo sia solo l’amor proprio di un Ministro e di un Governo che ritengono di aver operato al meglio, e che quindi non hanno gradito la bocciatura dell’Agenzia di Rating.
Ma il Ministro Daniele Franco è persona troppo avvezza di questioni economico-finanziarie per non sapere che le Agenzie come Moody’s attribuiscono l’outlook guardando sempre in prospettiva futura.
E se foste voi a dover dare un giudizio sull’Italia di oggi, come vi comportereste di fronte alle stratosferiche promesse che i leader politici stanno facendo in campagna elettorale, che rischiano di aggravare ulteriormente la già precaria situazione del debito pubblico, se non di far saltare i conti?
Come giudichereste le affermazioni di una potenziale premier, parlo della Meloni, che sostiene che andrebbe rinegoziato il Pnrr? E se i partner europei non fossero disposti a rinegoziarlo, che si fa? Si rinuncia agli ingentissimi fondi europei?
Ed in effetti Moody’s ha motivato il taglio dell’outlook italiano con tre semplici motivazioni:
· aumento del rischio che i problemi di approvvigionamento dell’energia, a causa delle tensioni con la Russia, rallentino l’economia;
· aumento del rischio che la situazione fiscale italiana peggiori per bassa crescita, aumento dei costi di finanziamento, e potenziale politica meno rigorosa;
· aumento del rischio che il contesto politico, in vista delle elezioni, ostacoli le riforme strutturali, comprese quelle previste dal Pnrr.
Quindi è inutile prendersela, caro Ministro Franco, perché lo capisce anche un bambino che quello espresso da Moody’s non è un voto negativo all’operato del Governo Draghi, bensì un “memento” per qualsiasi Esecutivo verrà dopo le elezioni del 25 settembre.
Certo si anche non tenetene conto, ma sarebbe comunque un errore trascurare che le valutazioni delle Agenzie di rating influiscono sulle scelte degli investitori.