PILLOLA DI ECONOMIA – Auto elettrica o endotermica? La confusione italica
Nei giorni scorsi ad una mia coinquilina è arrivata l’auto nuova.
E allora? Starete pensando. Sai che notizia!
Avete ragione anche voi, ma il fatto è che la ragazza mi aveva manifestato per mesi la sua ferma intenzione di passare alla mobilità elettrica.
Ecco perché mi sono meravigliato quando ho invece visto che alla fine ha optato per una bella auto a benzina.
La cosa mi ha un po’ incuriosito, e ho parlato con altri amici che di recente hanno acquistato vetture nuove, per capire meglio le motivazioni che spingono verso un motore endotermico (benzina o gasolio) piuttosto che elettrico, o viceversa.
La mia indagine “all’acqua di rose” ha confermato quelli che sono i numeri e le tendenze del mercato dell’auto in Italia.
Dopo una ricerca in Rete ho appurato che, dopo un 2022 da incubo (si usciva dalla pandemia), anche il 2023 non è iniziato al meglio per il mercato italico della auto elettriche.
I dati di gennaio, con le immatricolazioni delle auto “full electric”, calate dell’ 8,7% rispetto allo stesso mese del 2022, danno l’idea della situazione, ed il dato assoluto delle 3.333 auto vendute hanno portato questa quota di mercato dal 3,4% del 2022 al 2,6%.
Una quota di “elettrico” del 2,6% è di per sé un dato preoccupante, soprattutto perché in netta controtendenza rispetto a quanto avviene invece nel resto d’Europa.
E così se nel 2022 le auto elettriche vendute in Italia hanno segnato un -27,1%, in Germania sono invece cresciute del 32,3%, nel Regno Unito del 40,1%, in Francia del 25,3%, in Spagna del 30,6%.
I dati in valore assoluto mostrano ancora più chiaramente il fenomeno: in quanto nei primi nove mesi del 2022 l’Italia ha immatricolato 36.090 auto elettriche, contro le 272.473 della Germania, le 175.614 del Regno Unito e le 140.965 della Francia.
I motivi di questo mancato decollo delle “full electric” nel Belpaese non sta in una presunta refrattarietà degli italiani verso questo tipo di mobilità, bensì in cause strutturali ben precise, che hanno trovato conferma per quanto mi riguarda nei ragionamenti fatti con i miei amici e conoscenti, che considero a tutti gli effetti un campione del “cittadino medio”.
Partiamo dagli incentivi; dal 2019 al 2021 chi voleva acquistare una vettura elettrica poteva godere di un incentivo che andava da circa 4.000 a 6 .000 euro con rottamazione. Nel 2022 l’incentivo è stato ridotto a 3.000 euro con rottamazione, o a 1.500 euro senza. In più per poter accedere agli incentivi, l’auto non poteva costare più di 35.000 euro, un prezzo piuttosto basso facendo riferimento alla media delle auto elettriche, notoriamente piuttosto care, che ne tagliava fuori la maggior parte.
Il Ministro Giorgetti ha cercato di rimediare consentendo a chi ha un reddito Isee inferiore a 30.000 eurodi poter sfruttare un incentivo fino a 7.500 euro in caso di rottamazione. Ma immagino vi rendiate conto che chi ha un reddito lordo Isee di 30.000 euro sarà difficile che decida di acquistare un’auto elettrica da 35/40.000 euro, che presenta ancora notevoli limiti nell’utilizzo.
Certo che se pensiamo al fatto che la Ue ha deciso che dal 2035 le auto nuove dovranno essere solo full electric, il nostro Paese qualche problema dovrebbe porselo.
Ma oltre ai problemi degli incentivi, ce ne sono altri che fanno ora riflettere gli italiani quando si pongono il problema di cambiare auto.
Riflessioni che si traducono in domande ben precise.
Con l’aumento dei costi dell’elettricità sarà conveniente l’elettrico rispetto all’endotermico?
Se devo fare un viaggio lungo, come ad esempio andare in ferie al Sud, lungo il percorso troverò le colonnine di ricarica, oppure correrò il rischio di restare a piedi?
Sarà poi vero che dal 2035 si passerà totalmente alla mobilità elettrica, o si tratta di una delle tante “buone intenzioni” soggette a inevitabili rinvii? A tal proposito qualcuno mi dovrebbe spiegare dove andremmo a trovare l’energia necessaria, qualora nel parco auto italiano dovesse improvvisamente prevalere l’elettrico.
Riassumendo, chi oggi valuta di comprare un’auto elettrica ragiona secondo tre criteri: il prezzo di listino del veicolo, il costo dell’elettricità, e la disponibilità di colonnine di ricarica.
Il prezzo delle auto elettriche è ancora sicuramente alto, e spesso fuori dalle possibilità economiche della famiglia media; il costo del chilowattora è ancora alle stelle, e le stazioni di ricarica sul territorio sono molto meno presenti rispetto ad altri Paesi europei.
Capite perché la mia coinquilina, e altre migliaia di italiani, finiscono per scegliere il rodato e sicuro motore a benzina o a gasolio, o al massimo vetture ibride, in cui la componente elettrica affianca quella termica!
Il risultato è che le auto elettriche, proprio a causa del costo non proprio abbordabile per tutti, in Italia restano ancora appannaggio della cosiddetta “clientela premium”, quella che può permettersi magari le Tesla o comunque i modelli più costosi, e non ha problemi di ricarica perché ha le colonnine dentro casa.
Certo i dubbi per i consumatori sarebbero minori se l’Italia si fosse mossa come la Germania, che ha fatto una campagna massiccia per incentivare le auto elettriche, e ha investito per creare una rete capillare di colonnine pubbliche di ricarica. Non solo: le case automobilistiche tedesche hanno sostenuto con forza questa transizione, contribuendo a orientare l’opinione pubblica.
Ma cosa volete, a ben guardare anche per le auto elettriche si pone quello che è il problema dei problemi del nostro Paese; la confusione.
La stessa confusione che si riscontra ad esempio nella politica per le fonti energetiche alternative, pale eoliche, impianti fotovoltaici, biogas ecc, che a livello centrale i Partiti spingono sulla scia del Pnrr, ma che a livello locale gli stessi Partiti contrastano a furor di comitati del “NO”, e contrarietà di Sindaci e Amministrazioni.
Tornando alle auto elettriche, sarebbe bene che, osservando quello che succede negli altri Paesi, il Governo si desse una mossa e introducesse dei correttivi; diversamente l’Italia sarà destinata a diventare l’unico grande mercato europeo di sbocco per i veicoli endotermici che non si vendono altrove.