PILLOLA DI ECONOMIA – Carlo III e la Zecca di sua Maestà!
di Umberto Baldo
E’ una tradizione che risale addirittura ai tempi dell’Impero romano.
Quando moriva un imperatore, e all’epoca il “ricambio” era piuttosto frequente, le varie zecche sparse per l’impero cominciavano a battere moneta con l’effigie del nuovo “Princeps”, sulla base del principio che era il volto dell’Imperatore a garantire l’autenticità della moneta.
Quest’usanza è ancora vigente nel Regno Unito, dove è previsto che l’immagine del sovrano regnante compaia su tutti valori, dalle banconote alle monete ai francobolli.
Penso non sia sfuggito a nessuno che dopo 70 anni e 214 giorni di regno (il più lungo della monarchia inglese dall’871 d.c.) lo scorso 8 settembre la Regina Elisabetta II ha reso l’anima a Dio, e come nuovo Re si sia già insediato il figlio maggiore con il nome di Carlo III.
Sono un convinto repubblicano da sempre, non amo le monarchie, i loro sfarzi ed i loro orpelli, per cui mi concentro sull’argomento moneta.
Come accennato, la dipartita della Regina comporta che la Royal Mint, la Zecca di Stato, proceda immediatamente a ristampare miliardi di nuove banconote, e a battere miliardi di nuove monete.
La cosa non era più usuale neanche in Gran Bretagna, visto che non era stato necessario farlo da oltre 70 anni, vista la longevità della defunta Elisabetta.
Non è un problemino da poco quello della sostituzione di tutto il contante in circolazione che, secondo la Banca d’Inghilterra, ammonta a circa 4,5 miliardi di banconote (per un controvalore di 82 miliardi di sterline), cui si aggiungono ben 29 miliardi di monete.
Già, un bell’impegno anche per la Banca d’Inghilterra, alle prese con un’economia piuttosto fiacca, con una inflazione che non si vedeva da decenni, e con il conseguente rialzo dei tassi.
C’è da dire che nessuno ha la bacchetta magica neanche nel Regno di Albione, e ci vorranno anni e anni prima che le nuove banconote e le monete con l’effigie di Carlo III entrino in circolazione in tutto il Paese.
E poi c’è una prassi da seguire, nel senso che la Zecca Reale deve prima sottoporre i progetti al Cancelliere dello Scacchiere, cioè il ministro dell’Economia, e poi le scelte fatte dovranno essere approvate anche dal Re.
Nel frattempo, come avviene ovunque nel mondo, le vecchie valute con il volto di Elisabetta saranno ancora valide, almeno fino a quando, ma non sarà certamente a breve, verranno dichiarate nulle, e dovranno quindi essere riconsegnate agli sportelli bancari per il cambio con le nuove.
Tanto per capire i tempi, quando alcuni anni fa vennero messe fuori corso le vecchie banconote da 50 sterline, ci vollero 16 mesi per ritirarle tutte, e dopo l’incoronazione di Elisabetta II, nel 1952, le prime banconote con la sua effigie arrivarono nelle tasche di tutti gli inglesi nel 1960, ben 8 anni dopo.
Pur con i mezzi moderni ora disponibili, gli esperti pensano che le nuove sterline con il volto di Carlo III non arriveranno ovunque nel Regno Unito se non prima di 10 anni.
Certo non ce ne faremo un problema!
Ma è impossibile non fare una considerazione maliziosa.
Carlo III è il Re più anziano mai asceso al trono di Inghilterra.
Ha 73 anni, e pur augurandogli di avere la stessa tempra della mamma e della nonna, nonché la loro longevità, va considerato che siamo tutti sotto lo stesso cielo, e non è detto che i geni funzionino sempre allo stesso modo fra genitori e figli.
Per cui c’è il rischio concreto che il nuovo sovrano renda l’anima a Dio prima che le monete e le banconote con la sua faccia siano diffuse in tutto il suo Regno.
Ma cosa volete, le tradizioni sono tradizioni, soprattutto se si perdono nella notte dei tempi.
Al Settecento risale invece l’uso secondo cui il profilo del Re o della Regina in carica su monete e banconote deve essere rivolto in senso inverso rispetto al predecessore. Di conseguenza, con ogni probabilità, il profilo di Carlo III nelle monete sarà rivolto verso sinistra, cioè nella direzione opposta rispetto a quello di Elisabetta II, che sulle monete attualmente in circolazione guarda verso destra.
Lo stesso “cambio di vista” toccherà all’effigie del nuovo Re sui francobolli e sulle onorificenze militari.
Come abbiamo visto, il decesso di un Sovrano in Inghilterra non è solo una questione di protocollo, non è una sine cura, e comporta un notevole impegno, anche finanziario, per molte Istituzioni.
Per quanto ci riguarda “God save the King”.
Se va bene agli Inglesi, va sicuramente bene anche a noi.
Umberto Baldo