5 Giugno 2023 - 8.53

PILLOLA DI ECONOMIA  Ita Airways a Lufthansa.  E’ passato lo straniero!

Se mi avessero chiesto di scommettere che la cessione di Ita Airways ad un partner non italiano sarebbe stata perfezionata da un Governo di centro destra, forse mi sarei giocato una mano (sul no ovviamente).

E l’avrei persa!

Ed il motivo del mio scetticismo risiedeva nel fatto che Giorgia Meloni si è sempre distinta nella tutela della cosiddetta “italianità”, sia che la stessa si declinasse come difesa dei balneari, oppure della “Compagnia di bandiera”, come se si fosse ancora sul Piave a gridare “non passa lo straniero”.

E lo faceva ancora l’anno scorso, quando Mario Draghi sembrava sul punto di chiudere la cessione di Ita, mettendo fine ad una “fiaba” iniziata nel 2007 con Prodi, e che a noi contribuenti italiani è costata un occhio della testa.

Ma arringare le piazze è cosa diversa dal governare, e ben se n’è accorta la premier, come sta dimostrando giorno dopo giorno. 

Io credo che questa operazione porti soprattutto il nome di Giancarlo Giorgetti, che da Ministro dell’Economia ha ben capito che non si poteva più continuare a gettare le tasse degli italiani in un bidone senza fondo capace solo di generare perdite.  

E di conseguenza ha avuto il coraggio di scegliere l’offerta di Lufthansa, più promettente ma anche più rischiosa politicamente rispetto  alla scelta di Draghi per Air France; perché quella con i francesi era un’alleanza solamente “operativa”, mentre quella con Lufthansa è invece di tipo “industriale”, in quanto comporta inevitabilmente un’uscita graduale, sia formale che sostanziale, dello Stato dal settore aereo.

Credo che prima di esultare, prima di considerare finità l’epopea della Compagnia di bandiera (qualunque cosa voglia dire in questo mondo globalizzato) sia necessario dotarsi di un po’ di pazienza.

Non è la prima volta  infatti che  la “Compagnia di bandiera” viene “privatizzata”, dopo averne ripulito il bilancio, sempre ovviamente a carico dello Stato. 

Avvenne nel 2008 col piano dei “capitani coraggiosi” sponsorizzato da Berlusconi, e poi ancora nel 2014 con l’ingresso di Etihad. 

Entrambi esperimenti fallimentari soprattutto perché la Politica pretende di fare sempre il bello ed il cattivo tempo nelle “aziende partecipate dallo Stato”, approfittando della necessità delle diverse compagini aziendali di tenere buoni rapporti con il “Potere romano”.

Stavolta penso, e soprattutto mi auguro, che la situazione possa essere veramente diversa, non solo perché il partner scelto da Giorgetti ha le spalle abbastanza larghe da far girare Ita Airways senza dover concordare con i nostri Demostene qualunque passo, ma soprattutto perché se neppure Lufthansa riuscirà nell’intento di portare Ita alla redditività, a quel punto il nostro vettore sarà considerato da qualunque altro soggetto o compagnia aerea come intoccabile, “radioattivo”.  Da starne ben alla larga in altre parole!

E se così dovesse succedere allora sì sarebbero dolori, perché a quel punto o si dovrebbe continuare a pagare “a babbo morto” fior di miliardi, oppure metterci una bella pietra tombale. 

Ma come avverrà l’ingresso di Lufthansa che, giova ricordarlo, è un colosso che nel 2022 ha avuto ricavi per quasi 23 miliardi, e che oltre alla logistica comprende i vettori Swiss, Austrian Airlaines, Brussels Airlines, Eurowings, oltre al marchio di casa naturalmente?

Sono previste tre fasi.

Una prima, che si perfezionerà dopo il via libera dell’Antitrust Ue,  e vedrà l’aumento di capitale riservato a Lufthansa da 325 milioni, in cambio del  41% di Ita Airways.

Nella seconda fase, prevista tra il 2025 e il 2027, Lufthansa avrà la possibilità di acquisire un altro 49% dal Mef a un prezzo già fissato in 325 milioni. Se alla fine del 2027 Ita avrà raggiunto gli obiettivi del piano, Lufthansa riconoscerà al Ministero dell’Economia un ulteriore “earn out” di 100 milioni. 

Nella terza fase, prevista nel 2028-2029, Lufthansa potrà acquisire il restante 10% versando altri 79 milioni, e a quel punto l’epopea della “italianità aerea” sarebbe finita per sempre.  

Fatti i conti della serva, se l’operazione si concluderà secondo questa tempistica, alla fine Lufthansa per l’intera Ita Airways avrà  fatto un investimento complessivo di 829 milioni.

Dal punto di vista della governance, l’accordo prevede una struttura piuttosto semplice, nel senso che il Cda resterà a cinque membri: tre, tra i quali il Presidente, saranno nominati dal Mef, e gli altri due, incluso l’Amministratore delegato, saranno scelti da Lufthansa. 

Habemus Papam! Si potrebbe quindi urlare!

Io voglio augurarmi di sì, anche se bisognerà stare sempre all’erta, perché non posso dimenticare che anche nel 2018 l’ipotizzato accordo fra un’Alitalia ancora in vita, sempre con Lufthansa, venne rinviato sine die dall’allora Ministro Carlo Calenda. 

Ecco perché l’intesa del 25 maggio deve essere considerata come un punto di partenza piuttosto che un punto di arrivo.

Credo che in ogni caso debba essere riconosciuto a Giorgia Meloni, e non deve essere stato proprio facile per lei abbandonare il mantra dell’italianità, il merito di aver deciso di procedere con la cessione ai tedeschi.

Adesso basta non avere più ripensamenti, ed arrivare fino in fondo.

E per il momento, cosa de non disprezzare, ho ancora tutte due le mani!

Umberto Baldo

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