Qualche idea per Vicenza: lettera aperta a Giacomo Possamai
di Alessandro Cammarano
Dare consigli è arte difficile, spesso scivolosa in quanto si rischia di cadere nella retorica e poi, soprattutto è praticata da tutti, senza distinzione di credo politico, religioso, calcistico, ecc.
Fare proposte invece è esercizio che ciascun vicentino – ma il discorso è universale – consapevole e che abbia a cuore la propria città dovrebbe esercitare; sine ira ac studio, ovvero senza animosità o pregiudizio.
Questa volta ci provo io che, pur trasferito da qualche anno dal capoluogo in una dei paesi della fascia immediatamente ad esso adiacente, sono quotidianamente a Vicenza per lavoro, commissioni o talvolta semplicemente per una passeggiata in cui godere selle sue bellezze ma anche per rilevarne le criticità.
Scelgo la formula della lettera aperta all’appena eletto sindaco Giacomo Possamai che mi ha sempre dato l’idea, con la sua pacatezza decisa, di essere persona capace di porsi all’ascolto delle idee degli altri e di valutare le proposte.
Nessuno ha la bacchetta magica, ma da qualche parte bisogna pur cominciare e in cinque anni di mandato si può fare davvero molto, sia facendo riferimento alla propria squadra di assessori e alle commissioni consiliari sia dando spazio ai semplici cittadini che abbiano voglia di mettersi in gioco.
Esaurito il preambolo mi rivolgo direttamente al Sindaco Possamai procedendo per punti.
Campo Marzo
Il problema è spinoso, me ne rendo conto, ma uno dei salotti buoni di Vicenza – tra l’altro è il primo impatto con la città per chi arriva in treno – non può essere abbandonato a se stesso e soprattutto a chi lo rende insicuro.
Mi piacerebbe vedere riaperta la piccola biblioteca, vorrei una o più microaree attrezzate per i giochi dei bambini, un percorso fitness, il Caffè Moresco – vexata quaestio – riportato a centro di aggregazione. La sicurezza non si fa con i recinti, anzi; però serve un’implementazione della videosorveglianza, da estendere a tutta la zona della stazione, insieme ai normali controlli da parte delle forze dell’ordine.
Viale Milano e vie limitrofe:
La zona ha subìto negli anni un degrado costante, perdendo progressivamente il suo status di area di pregio, con gli immobili che hanno perso di valore e le attività commerciali qualificanti in fuga. L’ingresso della città, da dove tutti passano, è stato per decenni ignorato. E’ il primo impatto di chi arriva a Vicenza. La casa si fa bella dall’ingresso.
Se si procedesse alla piantumazione – per altro presente tra i progetti da lei indicati in campagna elettorale – di alberi, così come avvenuto in Viale San Lazzaro, la via riprenderebbe un aspetto più consono a quella che è una delle porte d’accesso della città e forse la vita ritornerebbe.
Centro Storico
Vedere il Centro Storico perdere progressivamente la propria identità, e di conseguenza attrattiva, è fonte di grande tristezza.
Come accade in altre città si potrebbe stabilire un disciplinare che vincoli le nuove attività commerciali, quali che esse siano, ad uno standard nelle insegne – a Lucca, ma anche a Rovereto, senza voler strafare tirando in ballo Salisburgo, per citarne due si tengono quelle dei negozi storici – dando loro uniformità e rendendole consone al decoro delle vie centrali.
Allo stesso tempo si potrebbe pensare ad una brandizzazione – mi scuso per l’orrido anglicismo – della proposta enogastronomica in chiave vicentina, magari partendo con un aperitivo in due versioni, una “di terra” con vino rosso e sopressa e una “di mare” con baccalà e vino bianco, con l’aggiunta di un gatto-mascotte che potrebbe diventare un simbolo carino per la città.
Questo porta anche ad una più generale idea di rivitalizzazione del cento storico che “muore” – eccezion fatta per l’isola felice di Piazza delle Erbe – all’abbassarsi delle saracinesche dei negozi.
In Piazza dei Signori – fatte salve le attività commerciali storiche – vorrei un mare di tavolini a cui sedersi per prendere un caffè o bere uno spritz.
Ci vorrebbero poi più iniziative capaci di coinvolgere turisti e cittadini invogliandoli a recarsi in centro per l’aperitivo o a cenare, magari invogliati da un piccolo concerto o da una lettura.
Per dare maggior forza a tutto questo i locali dovrebbero potenziare la loro capacità di accoglienza in termini di competenza e cortesia del personale – troppo spesso “brado” – magari aiutati dal Comune con l’istituzione di piccoli corsi di bon-ton che formino non solo i camerieri ma anche i proprietari: il turista è sempre più esigente e la risposta purtroppo non è sempre adeguata da parte degli esercenti.
Proposte culturali
Vicenza è città di Festival: molti, diversificati nella proposta e di qualità. Mettere tutti d’accordo non è facile ma sarebbe auspicabile un coordinamento tra le varie realtà in modo da far rete, evitando sovrapposizioni e coordinando le iniziative.
Insieme a questo il ritorno di mostre veramente importanti e di grande attrattiva non solo in Basilica Palladiana – p.s.: riaprite il bar sulle logge!!! – ma nei palazzi adiacenti in modo da creare un circuito espositivo virtuoso e organico.
Ecologia
Il problema dei rifiuti riguarda ciascuno di noi e il singolo deve necessariamente essere chiamato a fare la sua parte.
Perché non pensare alla creazione di vere e proprie isole ecologiche, con cassonetti apribili solo con il codice fiscale in modo da istituire un ciclo virtuoso premiando in qualche modo chi più differenzia? (già avviene in altri Comuni).
Parcheggi
Riguardo ai parcheggi le sue proposte, indicate in campagna elettorale, sono tutte condivisibili: si dovrebbe anche installare un buon numero di colonnine per la ricarica delle auto elettriche in punti strategici della città.
Tanta carne al fuoco, lo so, ma sono tutti temi che ho a cuore e per i quali mi rimboccherei volentieri le maniche.
Buon lavoro, Sindaco.