8 Ottobre 2024 - 17.14

Quando le foreste possono favorire l’aumento di Co2: il caso della Germania

Le foreste, definite spesso un “polmone verde”, non sono solo aree ricreative, ma giocano un ruolo cruciale nella protezione del clima. Secondo l’inventario federale delle foreste presentato dal ministro dell’Agricoltura Cem Özdemir, attualmente gli alberi immagazzinano circa 1.200 milioni di tonnellate di carbonio. Tuttavia, un rapporto dell’Istituto Thünen rivela che per la prima volta da decenni, le foreste rilasciano più CO₂ di quanto ne assorbano. “La foresta è diventata una fonte di carbonio”, ha dichiarato Özdemir.

Siccità e tempeste danneggiano gravemente gli ecosistemi forestali. Circa un terzo della Germania è coperto da foreste, con un leggero aumento della superficie di 15.000 ettari rispetto all’ultimo inventario. Dopo la Seconda guerra mondiale, si è puntato molto sugli abeti, che crescono rapidamente ma sono vulnerabili alla siccità e ai parassiti come il bostrico. Oggi, il pino è la specie più comune, seguito dall’abete.

Dal 2012, l’anno dell’ultimo inventario, fino al 2017, il cosiddetto “stock di legno”, ovvero la biomassa sopra il suolo con il carbonio accumulato, è aumentato. Poi sono seguiti anni di siccità, tempeste e calamità causate da parassiti. Lo stock di legno, che avrebbe dovuto crescere notevolmente per raggiungere l’obiettivo di stoccaggio di carbonio fissato per la foresta, è tornato ai livelli del 2012.

Il difensore del clima diventa vittima del clima
I numerosi alberi morti, soprattutto abeti rossi e pini, che un tempo venivano piantati in monocoltura, non sono diventati subito emettitori di gas serra, ma lo faranno in futuro: quando il legno morto, ecologicamente prezioso, si decompone dopo 15-25 anni, quando si raggiunge la durata media di conservazione di 30 anni per i prodotti in legno – per il cosiddetto legno calamità, che è comunque adatto solo in misura limitata – oppure quando i pellet di legno vengono bruciati.

I risultati dell’inventario forestale nazionale non erano inaspettati. Il fatto che la foresta, che protegge il clima, stia soffrendo in modo massiccio a causa del cambiamento climatico è un tema predominante tra i proprietari forestali, gli scienziati forestali e gli ambientalisti, ed è motivo di controversie su quali specie arboree siano adatte a una foresta del futuro resistente al clima, quanto debba essere economicamente sfruttabile o rimanere naturale.

Il governo sta cercando di ristrutturare le pratiche forestali, puntando su foreste miste e specie più resistenti. Tuttavia, il progetto di riforma della legge forestale del 1975 è bloccato, con proposte che limiterebbero i tagli boschivi a un ettaro senza autorizzazione. Le sanzioni penali per violazioni sono state eliminate dopo le proteste dei proprietari forestali, rimanendo solo infrazioni e multe.

L’ONG WWF ha criticato i risultati dell’inventario, definendoli “terribili”, mentre l’Associazione dei proprietari forestali (AGDW) sostiene che le foreste siano gestite in modo sostenibile nonostante la crisi climatica. Negli ultimi anni, il carbonio immagazzinato nelle foreste è diminuito di 41,5 milioni di tonnellate, a causa di eventi climatici estremi. Con il deterioramento delle condizioni ambientali, il rimboschimento avanza lentamente, con calamità che richiedono anni per essere recuperate.

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