12 Marzo 2021 - 16.47

Rapporto Arpav: “L’inverno più nevoso degli ultimi trent’anni”

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L’Arpav ha reso noto il rapporto climatico sull’inverno che si sta per concludere. Il dato più rilevante è dato dalla grande nevosità di questi mesi invernali anche in bassa quota: era da metà anni ’80 che non si registravano nevicate così copiose anche in città e in pianura. L’altro dato di rilievo, sono le massime di fine febbraio, che rappresentano il record storico per il periodo, in contrasto con un inverno nella media rispetto agli ultimi anni. Di seguito, la nota completa dell’Arpav, che prende in analisi precipitazioni e temperature degli ultimi tre mesi a confronto con gli anni precedenti.

Meteo Veneto: un mese di febbraio altalenante chiude un inverno 2020/21 altrettanto contrastato.

L’ultimo mese dell’inverno meteorologico 2020/2021 appena concluso si è dimostrato, al contrario dei due mesi precedenti, generalmente più siccitoso (in media -35% rispetto alla norma) e caldo (in media +2°C). La caratteristica meteorologica saliente di questo febbraio è stata però il suo andamento fortemente contrastato, con una prima parte piuttosto calda e a tratti umida, in cui si sono concentrate la maggior parte delle precipitazioni mensili, una parte centrale contrassegnata da un improvviso e marcato calo termico associato a giornate stabili e soleggiate di stampo invernale e un’ultima parte con il ritorno di masse d’aria anormalmente miti, che hanno favorito una nuova risalita delle temperature su valori tipici di primavera inoltrata. Anche la stagione invernale, come per febbraio, è risultata alquanto contrastata con alcune fasi piuttosto umide e miti, specie nei primi giorni di dicembre e a inizio febbraio, alternate a periodi perturbati ma freddi, con copiose nevicate fino a quote basse specie tra dicembre e primi di gennaio, e ad altre fasi invece più miti soleggiate come a fine febbraio. In Veneto l’inverno meteorologico 2020/21 sarà ricordato per: – le precipitazioni molto abbondanti registrate tra dicembre e gennaio soprattutto in montagna, con frequenti nevicate anche a quote basse e apporti di neve eccezionalmente elevati; – l’andamento termico assai altalenante con repentini cambiamenti tra fasi relativamente miti, specie in febbraio, ed altre piuttosto fredde e di stampo tipicamente invernale soprattutto in gennaio.

Precipitazioni
L’inverno 2020/21 è risultato molto piovoso e nevoso registrando apporti complessivi di precipitazione molto superiori alla norma (in media + 140%), in particolare sulle zone montane dove si sono superati valori anche tripli rispetto alla media (oltre 200% in più nel Bellunese): tali valori risultano prossimi, e in alcuni casi superiori, al record storico di piovosità appartenente alla stagione invernale 2013/14. Le precipitazioni si sono in prevalenza concentrate in dicembre e gennaio, con apporti record soprattutto in montagna nel primo mese (fino a 5-7 volte la media nel Bellunese) e quantitativi tra i più elevati degli ultimi 30 anni nel secondo. Gli eventi più importanti si sono registrati in occasione di alcune fasi molto perturbate che hanno interessato la regione in particolare: – nella prima decade di dicembre, con un evento alluvionale tra il 2 e il 6, – a fine dicembre con copiose nevicate fino ai fondovalle prealpini il 28-29 dicembre, – a inizio gennaio con ulteriori nevicate fino a quote basse il giorno 2 – verso fine gennaio, tra il 21 e il 23, con precipitazioni ancora molto abbondanti in montagna. Confronto con altri inverni piovosi. In passato le ultime stagioni invernali con apporti paragonabili a quelli di quest’anno risalgono al 2008/2009 e 2013/2014, ma in quelle occasioni il limite delle nevicate si era collocato in media ad altitudini più elevate a causa dei frequenti eventi sciroccali. Quest’anno invece i flussi perturbati non hanno quasi mai richiamato masse d’aria particolarmente miti, favorendo quindi frequenti e abbondanti nevicate anche a quote più basse, come non si vedeva da molti anni, probabilmente da metà anni ’80.

Temperature
In generale, l’inverno 2020/21 in Veneto ha registrato una temperatura media in linea o di poco superiore alla norma (riferita al periodo 1992-2020) risultando mediamente più caldo nei valori minimi (+0.7°C) e molto prossimo alla media in quelli massimi (-0.1°C). In realtà l’andamento termico è stato piuttosto contrastato sia nel corso della stagione che sul territorio regionale. In media infatti le zone pianeggianti hanno registrato anomalie termiche in prevalenza positive, mentre sulle zone montane hanno prevalso differenze negative rispetto alla norma, specie in quota. Anche l’andamento temporale è stato piuttosto altalenante tra fasi di tempo dalle caratteristiche termiche prettamente invernali e periodi relativamente miti di stampo autunnale, a tratti anche primaverile come successo nella seconda parte di febbraio. In dicembre le temperature si sono mantenute in prevalenza sopra la norma soprattutto nei valori minimi giornalieri, sia per i frequenti episodi perturbati nella prima e ultima decade del mese che per l’influenza di una circolazione anticiclonica con masse d’aria relativamente miti di origine mediterranea nella parte centrale del mese. In gennaio le temperature sono risultate in media più fredde del normale, specie in montagna dove i valori medi sono stati molto bassi, paragonabili al record di freddo della serie degli ultimi trent’anni rappresentata dal gennaio 2017. Il periodo più freddo del mese è stato registrato tra l’8 e il 19, quando la regione è stata investita da un flusso di correnti leggermente anticicloniche molto fredde, provenienti dal nord Europa. In questa fase la colonnina di mercurio si è abbassata fino a punte minime di -20/-25°C in montagna, -10/-15°C in alcuni fondovalle, -5/-6°C in pianura con massime che in alcuni giorni non hanno superato gli 0°C (giornate di gelo) in quasi tutte le zone montane fino ai fondovalle e prossime o solo di qualche grado superiori allo zero in pianura (come ad esempio nei giorni 10, 12, 17). Il successivo mese di Febbraio si è invece dimostrato fin da subito decisamente più mite per l’arrivo di masse d’aria a tratti umide e di origine atlantica, come nella prima decade del mese, a tratti più secche associate a circolazioni anticicloniche di matrice afro-mediterranea come nella seconda parte del mese. Unica parentesi fredda si è registrata tra i giorni 11 e 16 quando l’improvvisa entrata di correnti molto fredde di origine russo-siberiana hanno provocato un repentino e marcato calo delle temperature fino a punte minime anche di -7/-9°C in alcune zone della pianura, record di freddo per questa parte centrale del mese di febbraio. Nell’ultima decade del mese l’arrivo di masse d’aria in quota di origine nord-africana, associato a giornate molto assolate, ha invece determinato un notevole e anomalo rialzo termico: su tutta la regione si sono avute condizioni di stampo tipicamente primaverile con forti escursioni termiche giornaliere e punte massime che hanno raggiunto i 20-23°C su gran parte della pianura fino a locali estremi intorno ai 24-25°C tra i giorni 24 e 26, record di caldo per quest’ultima parte del mese degli ultimi trent’anni.

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