Ristoratori e Codice della strada: “per paura non mangiano neanche un Mon chéri”!
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Umberto Baldo
Mi è capitato di trovare in rete la foto che trovate sopra il titolo. Mi ha colpito perché riassume mirabilmente le discussioni, le diatribe che stanno accompagnando le nuove norme del Codice della Strada in tema di tasso alcolemico e di sanzioni, nel caso in cui le Forze dell’ordine vi “becchino” oltre il limite consentito.
L’immagine mostra plasticamente, con tanto di mezzi e di addetti, le opzioni che si aprono a chi deve rientrare un po’ alticcio, con uno slogan sicuramente efficace: “Se hai bevuto scegli chi ti porta a casa. Taxi, Polizia, Ambulanza…. Carro funebre”.
La foto fa il paio con quanto mi ha raccontato un amico, che ad un artigiano che aveva chiamato in casa per fare un lavoretto ha offerto, come si è sempre usato in Veneto, una grappa od un bicchiere di vino. Offerta cortesemente ma decisamente respinta dal soggetto in questione con l’argomentazione “no, no, non bevo più niente quando sono in giro perché ho paura di essere fermato, e di perdere la patente!”.
Certo non si può dire che Salvini sia stato fortunato quanto alla tempistica di entrata in vigore delle nuove norme del Codice stradale, che è vero non hanno cambiato i limiti di tolleranza, ma hanno inasprito le sanzioni in modo tale da spaventare buona parte degli italiani.
Perché già c’erano preoccupazioni nei produttori circa i dazi che Trump ha minacciato di applicare sui prodotti vinicoli europei e quindi anche italiani (ieri il Tycoon ha giurato, e quindi vedremo a breve se le sue erano solo minacce), che sarebbero un’ulteriore mazzata su un settore un po’ in crisi.
Non è un mistero infatti che da qualche tempo il settore del vino sia un po’ in difficoltà.
A parte i cambiamenti climatici, gli scambi internazionali sono calati sia in quantità che in valore, ed i consumi stanno cambiando, privilegiando vini più semplici e meno strutturati, con un minore contenuto alcolico.
Questo calo dei consumi di vino si registra ovunque nel mondo, e giustamente preoccupa una filiera in cui operano decine di migliaia di aziende e 870mila addetti (fonte Vinitaly).
Nel 2023 il consumo globale è sceso a circa 22,1 miliardi di litri, rispetto, al picco di circa 25 miliardi di litri raggiunto nel 2007. E le proiezioni prevedono che questo calo continui nei prossimi anni.
Ricorderete sicuramente che del problema, ed in particolare del via libera del Governo alla produzione del vino dealcolato, ve ne avevo già parlato in un pezzo del 3 gennaio, appena entrate in vigore le nuove regole. https://www.tviweb.it/patenti-a-rischio-arriva-il-vino-senza-alcol/
Sicuramente Salvini non immaginava di trovarsi in mezzo ad una simile “temperie”, e ho l’impressione che, potendo, probabilmente adesso postergherebbe la tempistica del Nuovo Codice, perché nel bene o nel male, anche se incolpevole, rischia di passare alla storia come il Ministro che ha dato il colpo di grazia al settore viti-vinicolo, da sempre uno dei fiori all’occhiello del “Made in Italy”.
Lui che, da Vice Premier e Ministro dell’Interno, al Vinitaly 2019 dichiarò: “la politica cerca il vino per quattro motivi: primo perché fa bene, secondo perché è un business, terzo perché è tutela del territorio, quarto perché rappresenta l’Italia nel mondo”.
Ma in realtà quali sono le reali conseguenze del Codice nelle abitudini degli italiani?
Guardate, fra gli operatori del settore, dai bar ai ristoranti, è tutto un pianto.
Uno ad esempio ha dichiarato : “Le persone sono state terrorizzate. Hanno detto che se magnano un Mon Chéri je ritirano la patente. Ormai non vendo più neanche le birre piccole..”.
Però dopo aver letto veramente tante dichiarazioni e prese di posizioni, posso dire di non aver trovato un solo operatore del settore, dai produttori ai ristoratori, che non riconosca che le nuove disposizioni siano utili per contenere il numero delle vittime di incidenti stradali, per cui mi sembra di poter dire che a preoccupare i produttori non sono tanto i numeri in calo in questo momento, quanto gli inutili allarmismi ed i messaggi non corretti sulle nuove norme.
E ho riscontrato positivamente che tutta la filiera, ma in particolare chi il vino lo serve nelle tavole dei ristoranti, com’è nello “stile italico” sta facendo di necessità virtù, cercando di contemperare il consumo di vino con la sicurezza stradale.
Non è che si possano fare miracoli ovviamente, ma si stanno mettendo in campo molte iniziative innovative, che potrebbero in parte risolvere il problema.
Quali?
Un esempio è la “wine bag”, ovviamente l’equivalente liquido del doggy bag già diffuso per i cibi avanzati, che consente di portarsi a casa in un apposito contenitore personalizzato il vino non consumato, che potrà essere così goduto dal cliente in un momento successivo, senza rischi e senza sprechi.
Altra soluzione, più diffusa ovviamente fra i locali ubicati in periferia piuttosto che in centro città, è quello di un “servizio navetta”, da e verso casa.
Così i ristoratori hanno messo in campo le auto aziendali (il che vuol dire talvolta l’auto del proprietario), per portare a casa in sicurezza i clienti che lo chiedano.
A Rimini alcuni ristoratori e vinicoltori si sono uniti in un progetto pilota, che in accordo con una farmacia prevede la messa a disposizione di alcoltest gratuiti che potranno essere effettuati dopo cena dai clienti che intendano guidare.
Altro “accorgimento” è quello di proporre alla clientela il consumo di vino “a calice”, così evitando al cliente di dover acquistare la bottiglia.
Interessante anche la proposta delle cantine italiane aperte al pubblico (io non sapevo neanche esistessero, in quanto astemio) che sono 20mila, visitate da circa 15milioni di visitatori.
A questi enoturisti si è pensato di offrire il “driver discount”, che prevede uno sconto di 10€ sul prezzo dell’esperienza enoturistica per chi, uscito dalla cantina, guiderà l’auto. E’ ovvio che il guidatore dovrà limitarsi ad un solo assaggio di vino.
Era scontato che questa nuova situazione, unitamente alla liberalizzazione, mettessero le ali ai produttori di vino dealcolizzato.
Così ad esempio il Gruppo svizzero Schenk Italia ha avviato i motori, e l’Amministratore delegato ha annunciato: “Trasferiremo nella nostra cantina di Ora, in provincia di Bolzano, una parte della produzione spagnola. Saremo pronti per il 2026. Abbiamo iniziato quattro anni fa con la cantina Bodegas Murviedro, che si trova vicino a Valencia e che dealcola sia i rossi locali, sia i vini che gli arrivano dall’Italia. Prima mandavamo vino a base Glera, poi da ottobre abbiamo cominciato anche con un bianco derivato dal Fiano e con un rosso derivato dal Primitivo. Da Valencia ogni anno escono 200mila bottiglie, di cui 40mila destinate al mercato italiano. Che ora verranno prodotte direttamente in Italia. L’investimento per dotare la cantina dell’impianto di dealcolazione è di 2 milioni di euro, per il resto si utilizzano gli stessi impianti del vino tradizionale, dalle linee di fermentazione fino a quelle di imbottigliamento. L’obiettivo? Produrre un milione di bottiglie”.
Ma sulla scia di Schenk sono numerosi i produttori italiani che partiranno a breve con la produzione di vini senza alcol.
Cercando di tirare qualche somma da questi nostri ragionamenti, concordo che le paure della gente siano fondate, perché le sanzioni previste per il superamento dei limiti sono adesso veramente pesanti (arresto e sospensione della patente fino a 2 anni), e per molti restare senza patente sarebbe un serio problema.
Può essere che con il tempo qualche sentenza, o circolare ministeriale, chiariscano meglio qualche problematica, ma credo sarà difficile un cambiamento delle norme.
Non resta quindi che prendere atto che lo “Zero alcol” alla guida deve essere la norma, e quindi organizzarsi per designare, ad ogni uscita di gruppo, una persona che non beva, ed assicuri così la serenità a tutti gli altri (in altri Paesi è così da decenni).
Per il resto bene le proposte degli operatori, ma sappiate che strutturare i servizi e cambiare la mentalità dei clienti richiede tempo.
Di conseguenza ne sentiremo parlare ancora per molti mesi, ma alla fine, come è successo a suo tempo con il divieto di fumare, la gente si abituerà.
Salvini comunque se la metta via: sicuramente si è alienato la simpatia di molti estimatori di vino e alcolici.
Umberto Baldo