Ritratti di famiglia: il Terzo Polo, la vera grande novità! (3)
lcuni di voi mi hanno mandato messaggi chiedendomi come mai, dopo i “Ritratti di famiglia” dedicati alle due coalizioni contrapposte, Centro-destra e Centro-sinistra, non abbia completato il quadro parlando anche del “Terzo Polo” di Calenda-Renzi, che per mia comodità definisco “Centro-centro”.
A dire tutta la verità ritenevo di aver sufficientemente illustrato la mia posizione su questa coalizione di recente costituita nei due pezzi, sempre su questo blog, del 9 e del 10 agosto, ma se qualcuno non li ritiene esaustivi, colmo questa lacuna, e procedo subito ad analizzare le caratteristiche di quella che a mio avviso costituisce la vera novità di questo passaggio elettorale.
Io partirei da un dato; il terzo polo disturba le due grandi coalizioni, che avrebbero senz’altro preferito un testa a testa destra/sinistra, Meloni/Letta, senza cioè che agli elettori venisse offerta una possibile scelta alternativa.
E lo dimostra il coro di critiche, distinguo, battute ironiche, tutti mirati a minimizzare la portata dell’accordo fra i due leader, accompagnate da calcoli cervellotici su come questo terzo Polo possa favorire o sfavorire l’uno o l’altro schieramento.
Già questa di per sé costituisce a mio avviso una buona notizia, perché vuol dire che, al di là delle parole, nei due poli predominanti un minimo di preoccupazione c’è.
Allo stato attuale, sondaggi alla mano, Giorgia Meloni e compagni dovrebbero vincere le elezioni a mano bassa, relegando il Centro sinistra al ruolo di perdente, anche se onestamente mi sembra più aderente alla realtà definire la coalizione di Letta il polo della “sinistra” tout court, visto che da quelle parti di centristi ne sono rimasti pochini.
Vedremo cosa raccoglierà alla fine il Movimento che Giuseppe Conte sta spostando sempre più “a gauche”, anche se qualunque siano gli scenari futuri sembra destinato ad essere politicamente irrilevante (dopo però aver aggravato il debito pubblico per 200 miliardi in più tra Reddito di cittadinanza, banchi a rotelle, monopattini, Cashback, Bonus 110%, gestione Covid e sussidi come se piovesse).
Io credo che l’unico elemento che potrebbe disturbare la nuova coalizione “Centro-centro” potrebbe essere il carattere dei due leader, che quando ad “ego” ne hanno da vendere.
Ma, forse conscio di questo rischio, Matteo Renzi ha pensato bene di fare un passo indietro assegnando il ruolo di front runner a Carlo Calenda, anche se mi sento di consigliare a quest’ultimo di fare tesoro e di sfruttare al massimo l’intelligenza politica e le doti comunicative del “ragazzo” toscano.
Venendo alla politica, la domanda vera è se esista attualmente lo spazio per un polo liberal democratico nel nostro Paese.
Io credo che, con il Pd sempre più schiacciato dalle debolezze e dalle ambiguità di Letta su posizioni di sinistra-sinistra, e Forza Italia spinta del duo Ronzulli/Fascina sempre più verso la Lega di Salvini (e le uscite di Gelmini, Brunetta e Carfagna ne sono la testimonianza) in un Paese normale per una forza di centro si dovrebbero aprire delle praterie.
Non posso credere che i molti ex democratici cristiani che hanno scelto in questi anni un Pd “interclassista” siano disposti a votare a scatola chiusa i Fratoianni, gli Orlando, gli Speranza, le Boldrini, tanto per fare qualche esempio.
E analogamente non posso credere che ci siano in Forza Italia elettori di animo liberale che se la sentono a cuor leggero di mettere la loro croce magari sul simbolo della fiamma tricolore o di Alberto da Giussano.
Potrei sicuramente sbagliarmi, perché noi italiani siamo un popolo strano ed imprevedibile, ma questa è la prima occasione che si offre a coloro che negli ultimi 30anni hanno cercato invano una “casa politica” distante dai due strabordanti poli di destra e sinistra.
Perché non approfittarne?
Ma per fare una scelta di questo tipo bisogna attivare il cervello e non la pancia.
Perché solo una seria analisi della situazione socio-economica può mostrare quanto siano campate in aria buona parte delle proposte dei due poli dominanti.
Per essere più chiaro, in estrema sintesi chiunque vincerà il 25 settembre, si troverà di fronte questi problemi, e ne cito solo alcuni:
- Completare il Pnrr, che ha valenza di un trattato con la Ue, e non può essere cambiato “a richiesta della Meloni. E’ difficile infatti che Rutte in Olanda, o gli austriaci o i finlandesi, o gli stessi tedeschi, ci consentano di cambiare le regole a gioco iniziato, tanto più che si tratta di un gioco pagato dai loro contribuenti.
- L’aumento dei tassi deciso dalle Banche Centrali determinerà un aumento del costo della gestione del nostro debito pubblico. Si parla di 60 miliardi in 5 anni, 12 l’anno per i prossimi 5 anni.
- Inevitabilmente si tornerà a parlare in Europa di “patto di stabilità”, e le nostre geremiadi non basteranno. Si dovrà ridurre il deficit dal 5,6% di quest’anno ad un 2%, ed abbassare anche il rapporto deficit Pil dall’attuale 150% verso un più gestibile 120%. Si tratterà comunque di aggiustamenti piuttosto pesanti e costosi.
- Credo si debba anche mettere finalmente mano ad una riforma fiscale ormai ineludibile, e anche questa non potrà essere a costo zero.
Ecco perché qualsiasi ipotesi di taglio fiscale (tipo la flax tax di Salvini), o l’aumento delle spese sociali di varia natura proposte da Letta, cozzano contro questa realtà, che è nota a tutti, ma che nessuno vuole considerare nelle frenesia di promettere, promettere, promettere…… in cambio di voti.
Al momento mi sembra che gli unici a non farsi prendere da quest’ansia di “spararla grossa” sembrano proprio gli esponenti del polo di “Centro-Centro”, anche se mi rendo che la loro è una lotta titanica, e forse impari, contro chi basa il proprio programma elettorale su promesse irrealizzabili e su palesi menzogne.
Per tutti questi motivi io ritengo che chi voglia distinguersi dalla narrazione dominante, cercando di dare uno scossone, per quanto piccolo, ad un sistema sempre più ingessato, che dà maggiore importanza all’appartenenza che alla competenza, che non vuole prendere atto che le spese dell’oggi sono tasse future da pagare da parte delle giovani generazioni, non abbia altra possibilità che quella di dare il proprio voto al terzo polo di Renzi e Calenda.
Mi auguro che non prevalga fra noi elettori la logica del “voto utile”, che non a caso è caldeggiata dai due poli di destra e sinistra, al fine di monopolizzare la contesa e convogliare i voti solamente su di loro.
Qualche volta nella vita vale la pena di dire “non ci sto”, “stavolta faccio una scelta diversa”, “per una volta darò la mia fiducia a chi non mi promette la luna, a chi mi considera un cittadino adulto a cui dire la verità, e non un credulone da prendere in giro”. Concludendo, rendiamola semplice.
Se da sempre non sei mai stato tentato dall’ideologia comunista, e parimenti non sei mai stato attratto dalla destra ex fascista, in questa fase in cui la contrapposizione fascismo-comunismo è stata riesumata e portata inopportunamente e furbescamente all’attualità della campagna elettorale, che tu sia un cattolico od un laico-liberale, perché non votare per chi si propone in una posizione “di centro”, non inquinata da vecchi orpelli ideologici, e senza promettere la luna nel pozzo?
Ogni voto in meno a Letta e alla Meloni in fondo è un voto ad una diversa idea dell’Italia.
Pensaci!
Umberto Baldo