8 Agosto 2024 - 14.02

Ronda, la città che non ti aspetti

Umberto Baldo

Qualcuno considera la località di cui vi parlo oggi un “Pueblo blanco”, ma io non condivido fino in fondo questa visione.
Mi riferisco a Ronda, una città di cui sono pronto a scommettere buona parte di voi non ha mai sentito parlare.
Ronda è una meravigliosa e antica città, assolutamente da visitare, arroccata sulla gola di El Tajo, profonda circa 100 metri, nella provincia di Malaga a nord di Marbella.
Già perché non dovete dimenticare che sia i “Pueblos blancos” di cui vi ho parlato ieri, che Ronda, sono nelle immediate vicinanze delle spiagge della Costa del Sol, precisamente alle spalle.
Per cui se aveste scelto di trascorrere qualche giorno ad esempio a Marbella, ricordate che Ronda si trova a soli 45 minuti di auto dalla Costa del Sol, e dalla stazione dei treni partono convogli giornalieri per Algeciras, Granada, Malaga e Siviglia.
Perché Ronda?
Facile: perché per me visitare Ronda deve essere imprescindibile durante una vacanza in Andalusia.
Ronda non solo ha molti monumenti da vedere, ma gode anche di un paesaggio sorprendente.
Si può girare tutta la Spagna, tutta l’Europa, ma una città così non la si trova facilmente.
Semplicemente è un borgo unico al mondo.
Ronda fu un abitato di origine romana, successivamente visigota, in cui il massimo splendore giunse con l’arrivo dei musulmani in Andalusia.
Fondata nel IX secolo a.C. oggi Ronda è una città artisticamente e culturalmente molto vivace, che si distacca dal turismo di massa della Costa del Sol, nonostante la vicinanza.
E la sua unicità è testimoniata dal fatto che, in passato, anche diversi personaggi famosi, come Hemingway e Dumas, sono stati affascinati dai suggestivi panorami e dalle appassionanti tradizioni popolari di questa città araba, capitale di un piccolo Stato indipendente fino alla Reconquista cristiana del 1485.
C’è poco da girarci attorno, la cosa che vi colpirà quando arriverete a Ronda, e che resterà per sempre nei vostri ricordi è una gola, una profonda spaccatura, oserei dire un abisso (almeno così appare a prima vista) profondo circa 100 metri, denominato “El Tajo de Ronda”, scavato dal fiume Gaudalevin.
E questa ferita, questa fenditura della terra, rappresenta talmente la città che il suo monumento più importante, il più noto, il più fotografato, è il “Puente Nuevo”.
Non è un manufatto antico; quest’opera maestosa fu costruita tra il 1759 e il 1793 per collegare il nucleo storico con la nuova parte abitata della città che si stava sviluppando dall’altra parte della gola.
Credetemi che non è facile descrivere con le parole l’impressione, il senso di vuoto, anche di terrore per chi soffre di vertigini, che si prova affacciandosi sul Tajo de Ronda, per cui spero che la foto sopra il titolo sia sufficiente per darvene un’idea.
Immagino che qualcuno si stia chiedendo: ma prima del Puente Nuevo come comunicavano le due parti della città?
Me lo sono chiesto anch’io, e la risposta è che sul fiume ci sono tre ponti: il Puente Nuevo, il più recente alto un centinaio di metri; un altro situato nella parte bassa della città, ponte conosciuto come il “Puente Viejo”, costruito nel XVII secolo (oggi è solo pedonale), dal quale si può vedere perfettamente (in quanto di trova a 31 metri) il cosiddetto “Ponte Romano”, che in realtà è di origine araba.
Cosa si fa a Ronda?
Per la sua conformazione Ronda non è una città frenetica, e quindi passeggiare nel centro storico è la cosa più naturale da fare.
E così, anche solo passeggiando distrattamente, si incrociano abitazioni tipiche, bar tradizionali, e i monumenti più importanti della città.
La cittadina si divide praticamente in due zone, una più moderna e commerciale, dove ci sono i parcheggi e la stazione ferroviaria e degli autobus, e l’altra più tradizionale, turistica ma comunque tranquilla.
Il quartiere storico con le tipiche case bianche (ecco perché qualcuno la considera un Pueblo Blanco) ed i saliscendi delle strade, è collegato alla zona dei negozi grazie appunto al simbolo della città, il Puente Nuevo.
L’economia della cittadina si basa sul turismo culturale e rurale. Il turismo rurale a Ronda ha molto successo poiché questa città è immersa nella Sierra.
La particolarità di questo luogo è che, nonostante l’abitato sia abbarbicato in cima ad una profonda gola, l’elemento antropico rimane stupendamente integrato e connesso con il paesaggio naturale. Dalla città è possibile intraprendere differenti sentieri che conducono in pochi minuti nel bel mezzo della Sierra.
Come vi accennavo, Ronda è uno di quei posti in cui sono convissute nei secoli diverse culture, in particolare quella araba a cristiana.
Sono stati soprattutto gli Arabi ad aver lasciato testimonianze indelebili del loro passaggio.
I bagni arabi, probabilmente, rappresentano uno degli elementi d’acqua musulmani meglio conservati di tutta la Spagna.
Da vedere anche le mura e le varie porte che circondano il centro storico; strutture che, unitamente alla posizione della città sulla vetta di un promontorio roccioso, resero Ronda praticamente inespugnabile.
Anche se le corride sono ora sempre meno praticate in tutta la Spagna, Ronda è famosa come la patria della corrida moderna, grazie anche alla bella arena in stile neoclassico inaugurata nel 1785, con gradinate distribuite su due livelli che possono accogliere 6 mila spettatori. Sotto le gradinate si trova il Museo Taurino di Ronda, costituito da diverse sale tra cui si distinguono quelle dedicate alle grandi dinastie di toreri di Ronda: i Romero e gli Ordóñez.
Gli appuntamenti importanti di Ronda sono la Festa di Pedro Romero, con le Corridas Goyasca, il Festival di Flamenco, la Semana Santa e le feste per la commemorazione della Riconquista e il Pellegrinaggio di Nuestra Senora de la Cabeza.
Spero di aver solleticato la vostra curiosità per questo pezzetto di Spagna sicuramente meno nota, ma non per questo meno affascinante.
Fascino che, come vi dicevo all’inizio, ha attratto numerosi intellettuali di ogni epoca.
Più recentemente, nel XX secolo, Orson Welles scrisse: “Un uomo non appartiene al luogo in cui nasce, ma a quello in cui desidera vivere”.
E le ceneri di Welles dal 1987 riposano proprio a Ronda.
Umberto Baldo

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