7 Maggio 2018 - 9.50

Rucco (Centrodestra): “Sul Parco della Pace Dalla Rosa come lo scolaretto di Variati”

Variati entra a gamba tesa sul tema del Parco della Pace, e palesa la continuità tra sé e Otello Dalla Rosa che sembra lo scolaretto che si prepara a raccoglierne il testimone.

Premesso che nessuno nel centrodestra ha mai detto che non si farà il Parco della Pace, che le idee che sono emerse non rappresentano la volontà di cementificare il polmone verde, ma, in senso costruttivo, pensiamo che il Parco della Pace possa essere un’occasione per migliorare il contenuto, non per cancellare il contenitore, rispondiamo al sindaco uscente, che ha avuto dieci anni per realizzare il parco e invece lascia a noi un progetto ed una gara in corso. E’ questo il grande amministratore? Lasciare i cassetti pieni di progetti pagati con denaro pubblico che noi dovremmo accollarci?

Oggi Variati fa il paragone con il Teatro Comunale o la Basilica, ma astutamente aggira la questione e tralascia di dire che sia l’una che l’altra opera le ha trovate fatte, non c’è uno sforzo da parte dell’amministrazione uscente sulle due delle grandi opere realizzate dal centrodestra di cui hanno beneficiato Variati e la sua maggioranza.

Il suo pupillo Bulgarini, quello che è arrivato terzo su tre alle Primarie del centrosinistra, cosa si sarebbe inventato senza il contenitore della Basilica Palladiana? Dove avrebbero portato Goldin e le sue mostre pop? Noi rappresentiamo la politica che le opere le promette e le realizza mentre governa, Variati ed i suoi amici rappresentano quelli che contestano il lavoro fatto dagli altri ma non sono in grado di realizzare proprio nulla.

Il Parco della Pace ne è il paradigma.

Ma visto che Variati vuole il confronto sul Parco della Pace, spieghi alla città quali sono i costi, qual è il progetto finanziario, quanto costerà la gestione e la manutenzione e come ha pensato di sostenerlo. Sarà o no una voce di spesa in tutti i prossimi bilanci del Comune? Chi pagherà i conti? E come?

Sempre Variati parla di compensazione per la presenza degli Americani, ma non dice la verità, e non è la prima volta. La linea del centrodestra nel 2008 sul problema del Dal Molin era quella delle compensazioni, ossia chiedere al governo nazionale e agli americani di sostenere le spese per una serie di infrastrutture di cui avrebbe beneficiato la città visto che la decisione era stata presa e non poteva essere bloccata dal livello locale. La realpolitik del centrodestra aveva pianificato di ottenere benefici forti per Vicenza che doveva accettare la presenza di una delle basi americane più importanti dell’Europa. Variati, candidato sindaco, che aveva un accordo elettorale con la sinistra antagonista dei No Dal Molin, rispose NO alla presenza americana “senza se e senza ma”.

Dieci anni dopo la base americana c’è, ed è stata realizzata durante gli anni delle giunte Variati – che dopo aver indossato la fascia tricolore si mise anche la spilla americana, e i No Dal Molin sono stati silenziati o forse si preparano a trasformarsi in giardinieri al Parco della Pace. Quindi basta mistificazioni. Il Parco della Pace c’è e noi lo miglioreremo, perché questi dieci anni non lasciano nulla di fatto, se non progetti e gare in corso, mentre Variati, quando venne eletto con l’appoggio essenziale della sinistra antagonista anti americana, trovò un teatro nuovo ed la Basilica Palladiana restaurata.

I vicentini lo sanno e capiscono la differenza fra la realtà e la mistificazione, basta che alzino la testa e guardino alle cose fatte.

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