27 Novembre 2023 - 9.39

Sapete cosa c’è? I soldi sono pochi e torna l’immobilismo, da Roma a Vicenza

Sapete cosa c’è? I soldi sono pochi, meno di quello che si pensava, distribuiti peggio di quanto ci si potesse attendere e il Governo sta cercando di tagliare. Non dovrebbe essere una novità per gli italiani, ma forse il risveglio dopo le iniezioni di fondi per il Superbonus e per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato troppo brusco.
“Cancelleremo la legge Fornero” diceva la Lega di Salvini, che oggi al Governo licenzia una idea di sistema previdenziale che pare essere peggio di quello messo in piedi dalla ministra che, in conferenza stampa con Monti non nascose le lacrime.
“Ci sono miliardi per le opere pubbliche” hanno detto Draghi e Conte e invece gli unici che si sono rifatti la casa gratis sono stati i proprietari delle villette e invece chi vive nei condomini si ritrova a metà del guado con il rischio di doversi sottoporre a salassi pesantissimi.
Ci sono i soldi per una serie di progetti per Vicenza, aveva detto Francesco Rucco quando era ancora sindaco della città e invece il suo successore lo accusa di aver fatto i conti con gli studi di fattibilità invece che con i progetti veri e il risultato è che adesso mancano sei milioni.
Rucco si è difeso, ha rispedito al mittente le accuse e ha spiegato che le procedure erano fissate dallo Stato e che l’aumento dei costi è intervenuto dopo (anche per colpa del dissennato sistema del Superbonus) ma il problema rimane: non ci sono i soldi, o quantomeno ce ne sono meno del previsto. E allora cosa si fa?

L’impressione, preoccupante, a guardare la politica nazionale come quella locale è che si sia tornato al buon vecchio immobilismo. Si sta fermi, si parla tanto e non si fa nulla, sperando di distrarre l’opinione pubblica con l’elezione diretta del capo del Governo (Premierato) o con la delega di funzioni alle Regioni (Autonomia).

La ricaduta è pessima. Un buon progetto come quello di portare la biblioteca Bertoliana nell’edificio del vecchio tribunale non andrà da nessuna parte, il ponte per collegare la Riviera Berica con la zona est della città non vedrà mai la luce, mentre la sistemazione di Piazza De Gasperi è già finita nello scarico e di lavori in Campo Marzo non se ne vedranno fino al prossimo anno. Il Parco della Pace è finito, non è finito, è in grado di ospitare un festival di tre giorni ma solo se i cittadini pagano ingresso e parcheggio.

In tutta questa storia non ci sono buoni e cattivi. Semplicemente ci siamo noi che abbiamo creduto che qualcosa potesse cambiare, scoprendo troppo tardi che i soldi per farlo non ci sono. Servirebbe solo qualcuno che decidesse: se i soldi non bastano per tutto, allora spendiamo quelli che abbiamo e scegliamo cosa fare. Qualcuno sarà contento e altri non lo saranno. Ed è appunto questo a terrorizzare coloro che devono la loro carriera al voto: gli scontenti non ti votano più.

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