Scompaiono nel nulla 67 persone al giorno: proposta di modifica della legge dal Veneto
“Dieci anni sono troppi per dichiarare la morte presunta di una persona scomparsa. Certamente la speranza di una famiglia nel ritrovare il proprio caro, dopo una sparizione inattesa, è sempre immensa, ma dal punto di vista legale e giuridico, attendere dieci anni per dichiarare la morte presunta di una persona sembra un tempo esageratamente dilatato”. Così Silvia Maino, Consigliere regionale di Lega – LV che spiega: “Ho depositato un progetto di legge statale per modificare le norme sulle persone scomparse. La riduzione del termine previsto dal primo comma dell’articolo 58 del Codice civile da dieci a cinque anni per la dichiarazione di morte presunta mitigherebbe, soprattutto per i familiari, pesanti problematiche legali e giuridiche, tra le quali ad esempio, la possibilità di contrarre nuovo matrimonio piuttosto che procedere alla dichiarazione di successione e ripartizione dei beni nei confronti degli aventi diritto. Ed è in tal senso che va la proposta di legge di modifica statale, con le nuove norme di contrasto al fenomeno delle persone scomparse. La morte presunta è un istituto giuridico in forza del quale, al ricorrere di specifiche condizioni, si attua un accertamento indiretto della morte di una persona che produce gli stessi effetti della morte biologica”.
“Dal punto di vista giuridico, si persegue così la certezza del diritto – prosegue Maino – facendo cessare quella insostenibile situazione di precarietà relativa alla sfera giuridica della persona scomparsa: si pensi alla risoluzione del rapporto di lavoro, alle pendenze relative al trattamento pensionistico e alla situazione patrimoniale. In questo progetto di legge statale, oltre a ridurre da 10 a 5 anni la dichiarazione di morte presunta propongo anche l’istituzione di un fondo di solidarietà nazionale per i familiari degli scomparsi finalizzato al ristoro delle spese legali e all’assistenza medico/psicologica e l’estensione l’istituto della “cessione dei riposi e delle ferie” anche ai familiari delle persone scomparse. Infine, viene proposta la modifica del Regolamento che disciplina il funzionamento della banca Dati Nazionale del DNA, allo scopo di rendere più agevole e immediato un suo utilizzo. Nel corso degli anni il fenomeno delle persone scomparse ha raggiunto dimensioni impressionanti, tali da non poter più essere considerato “emergenziale” ma “strutturale”. Basti pensare che, secondo quanto riportato nell’ultimo Report del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, nell’ anno 2022 le denunce di scomparsa sono state 24.369 con un incremento del 26,46% rispetto al 2021, con una media di 67 denunce al giorno. Nel periodo dal 1974 al 2012 le denunce di scomparsa sono state 121.676 (una media di 3202 all’anno) ed i ritrovamenti 104.790 (corrispondenti all’86,12%). A tal proposito è lodevole il lavoro che, da anni, svolgono tutte le Associazioni che fanno parte delle Consulta del Commissario Straordinario, suggerendo misure per ritrovare le persone scomparse o per prevenirne la sparizione. In particolare, il mio speciale ringraziamento va all’Associazione “Penelope”, la prima associazione nata nel 2002 a Potenza grazie alla tenacia del fratello di Elisa Claps, per dare voce ai familiari degli scomparsi, che tanto ha fatto per sensibilizzare le istituzioni e le autorità su questo fenomeno. L’attività si è poi concretizzata nel 2007 con l’istituzione della figura del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ed è proseguita nel 2012 con l’approvazione della legge 203, la prima in Italia recante “Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse”, alla quale sono poi seguiti numerosi interventi quali linee guida, piani provinciali, protocolli di intesa, convegni di sensibilizzazione sul fenomeno”.