10 Aprile 2025 - 16.22

Scoperta in Francia l’emoticon usata dai pedofili nei social. TikTok reagisce e la elimina

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Sembrerebbe un dettaglio innocuo, ma nasconde una realtà inquietante: l’emoji della pizza sta diventando un simbolo di riconoscimento tra pedofili sulle piattaforme social. Il fenomeno, portato alla luce dai team investigativi di Top Info, è stato segnalato da numerosi utenti e ha spinto la Polizia a intervenire con un appello pubblico già lo scorso marzo.

«Molti di voi ci hanno segnalato un fenomeno preoccupante, in particolare su TikTok: account con l’emoji della pizza nel nome utente che mostrano immagini di ragazze minorenni, a volte in pose provocanti», ha dichiarato la Polizia.

Dietro questa apparente innocenza si cela un codice inquietante: in inglese, la pizza con formaggio si chiama Cheese Pizza, le cui iniziali “C” e “P” sono le stesse di Child Porn – pornografia infantile. Un linguaggio cifrato, utilizzato per segnalare la presenza di contenuti pedopornografici, che consente a pedofili di tutto il mondo di riconoscersi, contattarsi e scambiarsi materiale illecito.

Secondo quanto rilevato, molti di questi contenuti provengono direttamente dai profili social dei genitori stessi, che – inconsapevoli del rischio – pubblicano immagini dei propri figli, poi trafugate, archiviate e diffuse nei circuiti clandestini.

La reazione immediata di TikTok

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, avvenuta martedì 8 aprile, TikTok ha reagito con rapidità: già il giorno successivo, tutti i contenuti legati all’emoji della pizza sono stati rimossi dalla piattaforma. Inoltre, cercando l’emoji incriminata o le lettere “C” e “P” all’interno dell’app, viene ora visualizzato un messaggio di avviso che invita alla prudenza:

«Questa frase potrebbe essere associata a comportamenti o contenuti che violano le nostre linee guida. La priorità di TikTok è promuovere un’esperienza sicura e positiva.»

Le sanzioni previste

La legge parla chiaro: l’ottenimento, la condivisione o il possesso di contenuti pedopornografici è punito con pene severissime. In Europa, si rischiano fino a 7 anni di carcere e 100.000 euro di multa, sanzione che può salire fino a 10 anni di reclusione se i reati sono commessi da una banda organizzata.

L’invito delle autorità è alla massima prudenza nella condivisione di immagini di minori e alla segnalazione immediata di ogni attività sospetta sui social network.

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