Scuola e Covid, Donazzan: “Soluzioni per ripartire bene a settembre”
“È necessario iniziare già ora ragionare su come riaprire le scuole con l’inizio del prossimo anno scolastico per non ritrovarci a vivere nelle stesse condizioni dello scorso settembre. I nodi chiave sono quelli dei trasporti e della carenza di organico. Senza dare risposte su questi due versanti impensabile ripartire col piede giusto”.
Lo ha affermato ieri Elena Donazzan, Assessore regionale all’istruzione, intervenendo all’audizione rappresentanti Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seno alla VII Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato in merito al tema della riapertura delle scuole.
“La proposta è quella di ragionare sulla riapertura delle scuole per il prossimo anno scolastico fin da ora – ha indicato Donazzan – non possiamo ritrovarci come l’anno scorso, col ministro Azzolina, ad avere incertezze sugli organici fino a novembre. Stiamo parlando di territori molto difformi ai quali dobbiamo dare risposte puntuali, dando meno pressione possibile alle scuole stesse. Lo vediamo anche in questi giorni. In Veneto abbiamo riaperto la scuola fino alla terza media, mentre abbiamo tenuto una posizione di massima cautela per le scuole superiori, riaperte al 50 cento”.
In tal senso l’assessore ha proposto di effettuare un monitoraggio nelle scuole per verificare la bontà delle scelte oltre alle indicazioni del CTS.
Dopo aver evidenziato l’ottima collaborazione con il ministro Patrizio Bianchi con il quale è stato avviato un rapporto sereno ed efficace, altro nodo cruciale che Donazzan ha voluto portare all’attenzione è quello degli organici del sistema scolastico.
“Come evidenziato nel documento delle Regioni – precisa l’assessore veneto – è impensabile ripartire con la stessa situazione di organico dell’anno scolastico che stiamo vivendo. In Veneto il 50 per cento degli insegnanti di sostegno ha contratti a termine annuali. Questo significa che gli studenti più fragili sono quelli che pagano doppiamente la situazione che stiamo vivendo”.