Scuola: pochi passi avanti… torna la DAD?
di Umberto Baldo
E se all’inizio del nuovo anno scolastico, a settembre, per i nostri ragazzi, o per una parte di essi, ci fosse ancora la Didattica a Distanza?
Da bravi, non cominciate a “toccarvi” a destra e a manca, non imprecate, non andate in cerca di aglio o cornetti!
Lo so bene che l’anno scolastico è appena finito, lo so bene che oggi si vuole pensare solo alle vacanze, al mare o ai monti, lo so bene che c’è l’esigenza psicologica di cancellare dalla mente libri, quaderni e campanelle di inizio lezioni.
Ma il tempo corre, e credetemi che per gli addetti ai lavori, per chi deve gestire la ripartenza, settembre è domani.
E a occhio e croce ho la percezione che con il nuovo anno scolastico ritroveremo buona parte dei problemi dell’annus horribilis appena concluso.
Sia chiaro che non sentiremo più parlare di divisori di plexiglass, né di banchi a rotelle. L’esperienza passata, con le polemiche “lunari” che ci hanno accompagnato nei mesi invernali, ha pure insegnato qualcosa!!!
Le nuove parole d’ordine saranno inevitabilmente due: campagna vaccinale e didattica in presenza (o a distanza).
E a tal riguardo inevitabilmente si deve partire dalle prescrizioni del Comitato Tecnico Scientifico, che ha detto chiaramente che “se non ci saranno novità dal punto di vista dell’immunità, si dovrà continuare con le vecchie regole; mascherine e distanziamento in aula, quarantene e tracciamento in caso di contagi, turni e Dad”.
Mi rendo conto che in questa fase che definirei “liberatoria”, caratterizzata dall’allentamento delle limitazioni anti covid, il solo pensare a tornare alle mascherine e alla didattica a distanza ha quasi il sapore della fantascienza, ma se ci pensate bene non è che le cose siano cambiate di molto, se non forse nella percezione.
Non è un caso che il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi continui a ripetere come un mantra che il suo impegno è concentrato solo nel garantire il ritorno in classe in presenza. Il che vuol dire che lui stesso non la dà per scontata, e non solo per la prospettiva delle varianti che incombe minacciosa sulla ripartenza di settembre.
Ma vediamo quali sono i problemi da affrontare, che a ben vedere sono sempre gli stessi.
Partendo dai vaccini, è evidente che per poter iniziare al meglio il nuovo anno scolastico, sarebbe opportuno che tutto il personale della scuola, insegnanti in testa, fosse immunizzato. Eppure sono ancora ben 215mila i professori non vaccinati, e lo sa bene il Commissario Francesco Figliuolo se dichiara che “Siamo un po’ indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza”.
In assenza di obbligo, al Governo non rimane che cercare di convincerli a vaccinarsi, puntando ovviamente sul dovere di responsabilità, ma non credo sarà facile perchè a mio avviso siamo arrivati allo “zoccolo duro” degli incerti, degli scettici, e dei contrari.
Parallelamente l’Esecutivo spinge per vaccinare il maggior numero di ragazzi di età superiore ai 12 anni prima della campanella di settembre.
Ma a parte la paventata carenza di vaccini durante i mesi estivi, va messo in conto che si tratta di soggetti per vaccinare i quali è necessaria l’autorizzazione dei genitori, e non è azzardato immaginare che le paure e la disinformazione sugli effetti dei vaccini, oltre al fatto della non letalità del Covid per i giovani, spingeranno molte mamme e papà a negare il loro assenso.
Il tema è di quelli divisivi, ma ben presente ai Responsabili della Sanità delle Regioni, tanto che l’Assessore dell’Emilia Romagna parlando nei giorni scorsi della questione dell’obbligatorietà dei vaccini, si è spinto a ipotizzare una soluzione alternativa: “quarantene e Dad per gli allievi non vaccinati”, anche se poi ha chiarito che si riferiva al caso di “focolai nelle scuole”.
Immaginate le possibili reazioni delle mamme e dei papà no vax!
E’ comunque pacifico che se il Comitato Tecnico Scientifico manterrà le sue indicazioni circa l’immunità di gregge, e se tanti studenti resteranno privi di copertura vaccinale, la prospettiva della Dad diventa molto concreta, se non inevitabile.
Leggendo qua e là sui siti dedicati al personale della scuola, si vede che così la pensano in molti tra i Presidi e gli insegnanti.
I quali fanno anche presente il problema della mancanza di circa 20mila aule di dimensioni tali da poter garantire il previsto distanziamento fra i ragazzi, che è stata la principale causa dei turni imposti in moltissime scuole.
Nonostante gli impegni della politica, che non costano nulla, non sembra che su questo fronte si siano fatti molti passi avanti, anche perchè un riammodernamento degli edifici scolastici non si fa in un amen, e richiede molti anni e molte risorse.
Venendo al problema dei trasporti, sono ancora vive le immagini dello scorso inverno degli autobus e dei metro pieni come le scatole di sardine. Sicuramente alcune Regioni si sono date da fare per aumentare i mezzi disponibili, ma se il Governo confermerà la capienza massima all’80% (che è già più gestibile rispetto al precedente 50%) turni, rotazioni, o entrate a orario differenziato, saranno ineludibili.
Questi sono i problemi che, anche se adesso non vogliamo pensarci, volenti o nolenti ci troveremo di fronte quando l’eco delle vacanze si sarà spento, e si approssimerà la campanella del primo giorno di scuola.
Se a questo aggiungiamo l’incombere delle varianti, la cui letalità è ancora tutta da verificare, vedete che non è poi un’ipotesi così peregrina lo spettro della Didattica a Distanza, dei doppi turni, degli scaglionamenti.
Credo sia meglio mettersi da subito il cuore in pace, perchè questa è la realtà, che non si può cambiare con parole o promesse da marinaio.
Se poi le cose dovessero andare meglio, ne saremmo ovviamente tutti felici.
Umberto Baldo